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Potere al Popolo e la questione sindacale

Io credo che la “scommessa” di Potere al Popolo non possa prescindere da una serie di prese di posizione su temi generali e sociali. Questo è quello che si è fatto con la definizione del Programma ma è evidente che per svariate ragioni non è stato possibile affrontare alcuni aspetti.
Tra questi, forse per la mia lunga militanza in USB e nel sindacalismo di base, vorrei evidenziare la mancanza di una presa di posizione collettiva sulla “Questione sindacale”.
E’ positiva l’affermazione contenuta nel Programma che indica la necessità di …. “una legge sulla democrazia nei luoghi di lavoro che garantisca a tutte e tutti il diritto di scegliere liberamente la propria rappresentanza sindacale: tutte/i elettori e tutte/i eleggibili senza il vincolo della sottoscrizione degli accordi”, ma è un po’ poco per descrivere le responsabilità sindacali nell’attuale situazione economica, politica e sociale e conseguentemente indicare un percorso coerente.
Non voglio aprire in questa fase polemiche tra pro e contro una sigla o l’altra, ma credo che se si vuole costruire un percorso politico fortemente alternativo e radicale come quello di Potere al Popolo, è necessario approfondire questo tema e poi arrivare a delle conclusioni condivise.
Sarebbe infatti assolutamente incomprensibile affermare di voler costruire un’alternativa politica e al tempo stesso non auspicare/lavorare per un’alternativa sindacale a Cgil, Cisl e Uil.

Per ora mi fermo qui: ci sarà tempo per ragionare e per decidere, anche dopo il 4 marzo!

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1 Commento


  • walter gaggero

    Intanto a Genova ci muoviamo per i diritti negati.

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