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La Nato rafforza l’accerchiamento della Russia

Dopo i 6 Centri di comando dell’Alleanza Atlantica (Nato Force Integration Unit) inaugurati a inizio settembre in Lituania, Bulgaria, Lettonia, Polonia, Romania ed Estonia e che, secondo le parole del Segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, costituiscono “parte del grande piano Nato di rafforzamento della sicurezza collettiva”, un altro Centro troverà presto dislocazione in Slovacchia.
Rappresentanti del Ministero della difesa di Bratislava hanno dichiarato alla tedesca “Dpa” che si sta preparando la creazione di un gruppo di coordinamento Nato, che dovrà garantire, in caso di necessità, il dispiegamento delle forze dell’Alleanza atlantica nella regione. La struttura dovrebbe essere attiva per la fine del 2016; intanto però è cominciata la formazione del personale. In previsione c’è l’apertura di Centri di comando analoghi (“Reparti per l’integrazione delle forze Nato”) anche in Ungheria.
 
Intanto i militari Nato arrivano a est; o meglio, se ne aggiungono altri, a quelli già presenti nei paesi baltici, ovviamente per difenderli dalla “aggressione russa” e a “sostegno della sovranità degli stati democratici dell’Europa orientale”.
Se la presenza di forze Nato nella regione avviene per lo più a rotazione (vi partecipa anche l’Italia), ora la Gran Bretagna si appresta a rafforzare la propria presenza, oltretutto, come ha dichiarato il Ministro della difesa di sua maestà, Michael Fallon, in modo più continuativo, affiancando in ciò militari USA e tedeschi. Al momento, ha dichiarato Fallon al Financial Times “dislochiamo aerei nei paesi baltici e garantiamo l’addestramento alle forze armate ucraine. Ora ci apprestiamo a trasferire anche truppe di terra, sia in Polonia che nel Baltico”. All’inizio, il contingente non supererà gli effettivi di una compagnia e, secondo Fallon, si occuperà dell’addestramento di militari estoni, lituani e lettoni, per migliorarne il coordinamento in ambito Nato.
Lo spiegamento dei soldati britannici si inquadra, rileva la Tass, nel progetto Nato per la creazione di gruppi avanzati delle Forze di pronto intervento. Tali gruppi conteranno, nel periodo iniziale, alcune migliaia di uomini delle truppe di terra e la Gran Bretagna ne avrà il comando per il 2017 e, in seguito, a rotazione con gli altri membri Nato.
Secondo quanto dichiarato da Jens Stoltenberg al momento dell’inaugurazione dei primi Centri di comando, la loro apertura serve a inviare “segnali per cui nessun membro dell’alleanza rimane isolato e la Nato è presente qui ed è pronta a difendere ogni alleato”. La decisione sulla creazione di Centri di comando Nato in paesi dell’Europa orientale era stata adottata al vertice tenuto in Galles nel settembre 2014 e giustificata con la necessità del coordinamento, nella regione, delle forze di pronto intervento Nato (Very High Readiness Joint Task Force) “per la risposta operativa ai mutamenti critici di situazione nella sfera della sicurezza”: sottinteso, per prevenire ogni “tentativo di aggressione russa”.

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