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Il dissesto idrogeologico in Liguria ai tempi dell’austerity

Sono passati oramai parecchi giorni dall'ultima allerta rossa che ha investito la Liguria. Da circa un anno le allerte per le forti piogge hanno cambiato forma e vengono stabilite attraverso gradazioni di colore (gialla, arancione e rossa) con una serie di provvedimenti obbligatori stabiliti per legge. In genere scattano un paio di allerte di massimo livello ogni anno con chiusure obbligatorie per scuole a altri uffici pubblici mentre la maggior parte dei posti di lavoro privati continuano a funzionare (negozi e attività commerciali in primis) creando disagio e lasciando a rischio migliaia di lavoratori costretti a uscire di casa. L'ultima allerta ha coinvolto tutta la Liguria da Ponente a Levante e in particolare ha concentrato la sua forza sull'estremo ponente da Savona a Ventimiglia dove si sono registrati i più forti disagi e parecchi danni all'agricoltura. La città di Genova ha avuto problemi limitati e non si sono registrati i gravi disagi delle precedenti alluvioni.

Più che una Regione dove piove tantissimo, la Liguria è una regione a grave dissesto idrogeologico. Questa è la frase che sentirete più spesso leggendo i giornali o guardando i programmi televisivi. Cosa ciò significhi però non è chiarissimo. Il territorio ligure ha in effetti delle particolarità legate al suo essere una sottile striscia di terreno con alle spalle colline e montagne che convogliano le acque a valle su terreni che fatalmente tendono a restringersi a causa dell'urbanizzazione della costa. Inoltre, non si considera a sufficienza il fenomeno legato alla speculazione spesso selvaggia dei terreni costieri che crea veri e propri tappi su cui l'acqua si infrange ed esce dagli alvei creando disastri.

Il fenomeno della speculazione edilizia sulle coste è quindi centrale per capire le difficoltà idrogeologiche. Le cause sono quindi legate a una politica che dura da tantissimo tempo e che, nonostante le ripetute alluvioni, non subisce nessuna variazione.

Inoltre, attraverso la gestione dei fondi europei, si cerca di gestire l'emergenza attraverso opere specifiche (lo scolmatore del fiume Bisagno a Genova è l'esempio lampante) il cui funzionamento è però tutto da verificare. E' interessante comunque vedere come la politica degli amministratori non riesca a fare altro che proporre soluzioni tampone con gestione di soldi e appalti a carico dei soliti noti (lo scolmatore è appaltato all'impresa Salini-Impregilo…) mentre continua con l'opera di urbanizzazione scellerata dei terreni collinari dove le zone che dovrebbero trattenere e rallentare l'acqua (le aree agricole o boschive) spariscono per far posto a strutture residenziali, parcheggi a gestione privata e supermercati di ogni genere.

La questione centrale è legata ai finanziamenti che ci sono per le grandi opere la cui utilità è presunta o nulla ma non prevedono mai il finanziamento di quelle piccole mansioni quotidiane che garantirebbero invece risultati migliori. Genova ma anche i piccoli comuni della Liguria sono sottoposti infatti a tagli e privatizzazioni che diminuiscono gli addetti alla manutenzione delle strade, della rete fognaria e dei fiumi.

Si tratta quindi di discutere la validità di un modello di sviluppo e non il lavoro di singoli amministratori.

Per spiegarci meglio ricordiamo alcuni fatti: il penultimo Sindaco di Genova Marta Vincenzi si è giocata la sua tristissima carriera politica con la penultima alluvione. Dopo essere stata sconfitta alle primarie del PD travolta dall'impressione causata dall'alluvione del 2011 è stata recentemente condannata a 5 anni in primo grado per mancanze e bugie nella gestione dell'emergenza. A oggi è stata l'unica a pagare mentre chi l'ha sostituita non ha mosso un dito per risolvere le cause di fondo del dissesto. Il Sindaco Doria ha recentemente accompagnato il Presidente Renzi che ha visitato il nuovo scolmatore del Bisagno in costruzione, ha ricevuto dal Presidente del Consiglio (oramai ex) la promessa di fondi per l'ennesima colata di cemento su Genova (il blue print del famoso architetto Renzo Piano) e si appresta a privatizzare i servizi di raccolta dei rifiuti e a tagliare nuovi posti alla manutenzione del territorio.

La ditta Salini Impregilo prende tonnellate di finanziamenti per lo scolmatore ma anche per i lavori del Terzo Valico dove li gestisce insieme a un bel po' di cosche mafiose. Gli amministratori dei quartieri e delle delegazioni più a rischio alluvione si fanno fotografare di notte con in mano le vanghe per sbloccare i tombini intasati ma, il mattino dopo, inaugurano nuovi centri commerciali si terreni che avrebbero bisogno di meno cemento e più alberi. Gli amministratori delle zone che sono interessate al Terzo Valico si impegnano in raccolte fondi per i terremotati del centro Italia ma non muovono un dito quando crollano pezzi di collina sotto i quali continuano a scavare per costruire gallerie di una linea ferroviaria strategica solo per gli interessi di qualche costruttore.

Tutte le volte quindi in Liguria e a Genova si contano i danni e, come nel caso recente, proviamo tutti sollievo passata l'emergenza. In casi recenti la popolazione si è data da fare attraverso il volontariato per ripulire strade e magazzini invasi dal fango. Qualche giorno dopo gli stessi volontari venivano trasformati in angeli del fango buoni da essere fotografati assieme a coloro che continuano politiche criminali.

Per fortuna, anche nel nostro territorio c'è chi non ci sta e unisce il volontariato sociale a una precisa valutazione politica dei problemi. Nate in maniera spontanea durante le precedenti emergenze e all'opera negli aiuti ai terremotati le BSA si sono formate quindi anche a Genova. Perché la solidarietà è un valore quando è in grado di incidere sulla realtà e non solo funzionare da specchietto propagandistico per qualche politico la cui azione è parte del problema e non certo soluzione. Il ruolo delle BSA non è quindi semplicemente quello di aiutare in momenti di difficoltà ma soprattutto quello di creare consapevolezza nelle fasce popolari che le calamità non sono un destino ma il risultato di politiche scellerate e ripetute che vanno totalmente ribaltate.

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1 Commento


  • belinun

    durante le allerte arancione e rossa (come l'ultima) col cavolo che hanno chiuso gli uffici pubblici, solo le scuole, causando ulteriori disagi nelle zone più colpite…

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