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Un saluto a Paolo Ciarchi

Paolo Ciarchi ci ha lasciati nella notte tra il 15 e il 16 maggio. Pochi personaggi hanno saputo, come lui, affermarsi in territori musicali e teatrali tanto diversi. Paolo Ciarchi era un bravo chitarrista, ma durante la sua lunga carriera gli ho sentito suonare anche strumenti a fiato, percussioni e soprattutto ogni sorta di oggetti che sapeva usare magistralmente come strumenti musicali, per creare ambienti, situazioni, narrazioni.

Non gli rende giustizia ciò che alcuni hanno scritto, vale a dire che fosse un “rumorista”; piuttosto sapeva far nascere il suono da qualunque oggetto o dal corpo, semplicemente non considerando nulla come un semplice “rumore”. Lo ricordo in scena, al Piccolo Teatro, attorniato da decine di barattoli, piatti, pentole, tubi di gomma, una congerie di oggetti da cui altri non avrebbero saputo trarre alcunché, mentre creava dal vivo la colonna sonora di uno spettacolo.

Iniziò la sua carriera di musicista e attore negli anni sessanta, nel creativo ambiente del cabaret milanese, con Cochi e Renato, Felice Andreasi, Enzo Jannacci, Dario Fo. Con quest’ultimo ebbe una lunga collaborazione e amicizia, che lo portò a militare prima nel Collettivo Nuova Scena, poi nella Comune, dove sviluppò’ la sua passione per il teatro che lo accompagnò poi per tutta la vita.

Del mondo del cabaret, invece, rimasero a Ciarchi la grande carica ironica e l’immediatezza comunicativa di cui fece tesoro, negli anni novanta, quando mise in scena nei teatri milanesi le sue stupende Microconferenze di Musicologia, spettacoli in cui, da solo, recitava e suonava decine di strumenti e oggetti creando storie e situazioni esilaranti ma di una grande intelligenza e spirito sociale critico.

Dalla metà degli anni sessanta Ciarchi s’impegnò nel mondo del canto popolare e sociale, fece parte del Nuovo Canzoniere Italiano, membro del gruppo che mise in scena lo spettacolo Bella Ciao, che suscitò il noto conflitto con i fascisti e i militaristi al Festival di Spoleto del 1964. Negli anni seguenti collaborò costantemente con Giovanna Marini. Paolo Pietrangeli e soprattutto con Ivan Della Mea, con cui strinse un forte sodalizio artistico e politico.

Collaborò anche con gli Area e, particolarmente interessato allo spettacolo multimediale, fu presente alla biennale del cinema di Venezia del 1981 sonorizzando alcuni spezzoni di film muti. Nel teatro, le sue esperienze comprendono molte e diverse partecipazioni a spettacoli di grande valore, soprattutto nei teatri milanesi, tra cui spicca la sua collaborazione alla realizzazione dello spettacolo La storia di Babar al Teatro alla Scala.

Paolo Ciarchi è stato certamente un artista multiforme e versatile, ma mi piace sottolineare che in tutte le sue esperienze nel campo musicale e teatrale ha sempre coniugato impegno artistico e politico, concependo l’uno come complemento dell’altro, e vivendoli come elementi inscindibili della sua grande umanità.

Il funerale di Paolo Ciarchi si svolgerà sabato 18 Maggio, a partire dalle ore 10, presso il Teatro Franco Parenti, in via Pier Lombardo 14 a Milano.

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