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Afghanistan. I morti sono più di cinquanta

Le forze di sicurezza afghane hanno ucciso 36 ribelli negli scontri seguiti ai massicci attacchi realizzati ieri dai talebani nella capitale Kabul, uno dei più gravi dal 2001, e in altre tre province. Almeno questo è il bilancio ufficiale fornito oggi dal ministero della Difesa del Paese mentre alcuni funzionari hanno spiegato che otto tra soldati e poliziotti afghani sono stati uccisi e altri dieci sino rimasti feriti nei combattimenti iniziati a Kabul ieri a mezzogiorno e terminati stamani.
Gli attacchi dei talebani erano iniziati nella giornata di ieri, quando diversi ribelli hanno preso d’assalto obiettivi nazionali e internazionali all’interno della zona di sicurezza di Kabul. In successive rivendicazioni il portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, Zabihullah Mujahid, ha precisato che le violenze “segnano l’inizio dell’Offensiva di Primavera” che i talebani scatenano ogni anno alla fine dell’inverno contro le forze di sicurezza afghane e straniere. Mujahid ha poi precisato che le azioni sono una ritorsione per le copie del Corano bruciate nella base aerea americana di Bagram, per l’oltraggio dei
Marine che hanno urinato sui cadaveri di alcuni insorti e per il massacro di civili commesso da un gruppo di militari Usa a Kandahar.

Il Messaggero di oggi rende un documento riservato della Nato sulla situazione in Afghanistan, dal quale emerge una fortissima preoccupazione per la crescita di consensi ai ribelli. “I Talebani da tempo dialogano nella campagne con i capi-villaggio. Li avvertono quando mettono una mina perchè non ci siano vittime civili. Organizzano i loro tribunali gratuiti, al posto dei giudici corrotti del governo centrale” rivela lo studio della Nato. “Decidono su controversie civili come quello della proprietà delle terre e sull’uso delle acque”. Ma la Nato è preoccupata anche di altre questioni come il ruolo della Cina che intende costruire una ferrovia per collegarsi all’Afghanistan o che si è accaparrata i diritti petroliferi sul paese, oppure dell’Iran che ha firmato un accordo per fornire petrolio a Kabul.

Si torna a parlare di exit strategy da una situazione che non era difficile prevedere che si sarebbe trasformata in una palude per le potenze occupanti e un mattatoio per la popolazione afghana. Ma se ne parlava anche sei anni fa. In questo lasso di tempo le potenze della Nato che hanno invaso l’Afghanistan sono riuscite solo ad aumentare gli orrori e gli errori.

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1 Commento


  • alfredo

    Mi chiedo come mai quando in Afghanistan c’erano i sovietici erano tutti concentrati quotidianamente a chiederne il ritiro e i nordamericani hanno fornito armi e sostegno militare ai talebani per liberare il paese dai nemici invasori.
    Il posto degli occupanti sovietici è stato preso dai nordamericani e dai loro alleati,Italia compresa,e i talebani ora sono diventati nemici. Ora nessuno scende più in piazza(sinistra deforme compresa) per manifestare contro questa nuova e criminale invasione cappeggiata dall’impero Usa. Due pesi e due misure.
    Che vergogna soprattutto da parte della cosiddetta sinistra deforme.

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