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Tunisia: video rap contro la Polizia, due giovani in manette


Due giovani tunisini –un ragazzo e una ragazza – sono finiti in manette con l’accusa di insulti e minacce alle forze di sicurezza dopo la pubblicazione su YouTube del videoclip del brano ‘I poliziotti sono cani’, firmato dal rapper El Weld 15. Lo ha annunciato il ministero dell’Interno di Tunisi, secondo cui il video contiene “espressioni immorali” ed è “offensivo e minaccioso” nei confronti degli agenti delle forze di sicurezza e dei magistrati. In un comunicato le forze dell’ordine hanno spiegato che la polizia ha identificato gli otto responsabili della produzione e della diffusione del videoclip, arrestando domenica scorsa un uomo e una donna. Secondo i media tunisini, le due persone finite in manette sarebbero il regista del video, Mohamed Hedi Belgueyed, e l’attrice protagonista, Sabrine Klibi, mentre il rapper tunisino El Weld 15 è ricercato per istigazione all’odio e alla violenza. Il tribunale di Ben Arous, sobborgo di Tunisi, ha confermato ieri l’ordine di custodia cautelare nei confronti dei due arrestati. Nel brano, El Weld chiama i poliziotti “cani” e denuncia il loro ricorso “ingiustificato” alla violenza.
In uno dei passaggi della canzone il cantante si rivolge a poliziotti e magistrati, dicendo loro: “Sono venuto a dirvi una cosa sola, siete dei cani, voglio sgozzare un poliziotto come una pecora e ancora datemi una pistola, voglio sparargli”. La notizia degli arresti ha scatenato un dibattito sui social network, con molti utenti schierati contro il provvedimento che denunciano come, malgrado l’uscita di scena dell’ex dittatore Ben Ali, la libertà di espressione nel Paese nordafricano non sia affatto garantita. Su Facebook sono state create pagine di sostegno a favore di Klibi e Belgueyed in cui si invita a scendere in piazza per protestare.

Ieri invece l’ambasciatore di Parigi a Tunisi, Francois Gouyette, é stato costretto ad abbandonare, sotto la protezione della polizia, la facoltà di Scienze dell’universita Jarzouna (nel governatorato di Bizerte) per la violenta contestazione di un gruppo di studenti appartenenti ad organizzazioni islamiste salafite. Secondo il sito Tunisie Numerique, al suo arrivo Gouyette é stato accolto dalle urla ostili degli studenti aderenti all’Uget, notoriamente vicina alle posizioni del radicalismo islamico, tanto da doversi allontanare protetto dalla polizia. L’ambasciatore aveva in programma un incontro con gli studenti per garantire l’appoggio della Francia “al processo di transizione democratica in Tunisia”. Un processo mai iniziato.

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