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Gezi park, botte a chi difende la Istanbul di Pamuk

In aggiunta sono entrati fra prati e aiuole i cannoni d’acqua dal getto fortissimo, che oltre a gettare in terra chi viene colpito producono lesioni. I manifestanti e gli oppositori al piano del governo di riconvertire l’area si sono scontrati con la polizia anche negli attigui quartieri di Harbiye e Gümüşsuyu. Al loro fianco stavolta oltre all’esponente del Bdp Sırrı Süreyya Önder, che ieri aveva posto il suo corpo davanti ai bulldozer demolitori e stamane è finito all’ospedale colpito alle spalle da un candelotto, si sono mossi altri colleghi del Parlamento. Nel giardino conteso sono scesi i deputati repubblicani İlhan Cihaner, Gürsel Tekin, Sezgin Tanrıkulu, Umut Oran, ma la presenza non è stata sufficiente a far desistere dallo sgombero i reparti di polizia che hanno precisi ordini di far riprendere i lavori. E’ stato abbattuto uno dei muri di cinta che circoscriveva il parco e le ruspe hanno ripreso a scavare seppure sotto la nebbia dei fumi.

Durante una conferenza stampa effettuata davanti i Tribunali di Istanbul alcuni degli onorevoli presenti hanno puntato il dito direttamente contro il premier definendo spietata la repressione messa in atto dagli agenti antisommossa. Quest’ultimi hanno anche ricevuto l’ordine di militarizzare la zona proteggendo la costruzione di barriere antiprotesta e proibendo alla stampa di avvicinarsi. Chi, come un’insegnante che abbiamo sentito al telefono, abita nei dintorni così descrive il parco di Taksim: “La sera diventa un po’ grottesco ma possiede, forse per la luce a incandescenza dei lampioni, quel fascino che hanno certi angoli di alcune città, in cui la spinta all’urbanizzazione reprime bisogni primari come passeggiare all’ombra di un viale alberato o respirare un po’ d’aria pulita. Questo parco è il luogo in cui di giorno si raccolgono un po’ tutti, dagli impiegati negli uffici adiacenti alla piazza, ai vecchi che sgranocchiano semi (che i turchi d’ogni età amano spargere, in genere, di fronte a un bel panorama su ogni pavimento di ogni agglomerato urbano e non), ai barboni. Ci vive persino un misterioso ‘senza tetto’ che scrive senza mai fermarsi un ignoto libro. Forse un altro Liber Novus, come quello scritto da Jung”.

Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?v=BH0oFZrMM00

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