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Datagate. La Nsa ammette di spiare anche i parlamentari

 

La grana del Datagate sta diventando esplosiva anche all’interno degli Stati Uniti. Se, infatti, è relativamente facile per un’amministrazione difendere la propria libertà di spiare il mondo intero pur di “difendere i superiori interessi dell’America”; se, stringendo i denti, è pur sempre possibile fa accettare ai cittadini l’idea di essere spiati dal governo per lo stesso obiettivo (in omaggio allopseudo-argomento delle “mele marce” presenti in ogni popolo)… è molto più complicato spiegare perché gli stessi membri del Congresso (ovvero i parlamentari) debbano e possano venir spiati da un’agenzia governativa. 

Eppure è questa l’ultima novità sul fronte del Dataate. La National Security Agency (Nsa), ieri, non ha nega di ‘spiare’ anche i membri del Congresso: ”hanno le stesse tutele della privacy dei cittadini americani”.Nessuna immunità, insomma, come tanto piace pensare e dire ai grillini meno intelligenti.

”L’autorità della Nsa di raccogliere dati di intelligence include procedure a tutela della privacy degli americani. I membri del Congresso hanno le stesse tutele di tutti i cittadini americani”. Insomma: un’ammissione piena, pur pronunciata nel linguaggio un po’ contorto di chi deve evitare formule troppo nette per evitare un’incriminazione.

Il problema logico-politico è però il seguente: in una “democrazia liberale”, il governo è un organo del potere (gli altri sono il Parlamento e la magistratura). In quanto tale è controllato e controllabile dagli altri due attraverso tutto un sistema di pesi, contrappesi, procedure  eleggi.

Ma se il governo, tramite una delle agenzie di spionaggio, tiene sotto controllo l’organismo da cui trae la sua “legittimità democratica”, tutto l’impianto non sta più in piedi. Ancor peggio se, come qualche volta sembra di capire leggendo le pratiche spionistiche della Nsa, questa agenzia spia sostanzialmente per conto suo, anche senza input del governo (l’amministrazione Obama). Ma gli americani, si sa, sono “pragmantici”. Non si curano di sapere perché fanno quel che fanno….

 

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