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Ucraina: fascisti e mercenari USA contro i dimostranti

Scade questa mattina l’ultimatum della giunta golpista di Kiev ai dimostranti che alcuni giorni fa hanno occupato il palazzo dell’amministrazione regionale di Donetsk e la sede dei servizi segreti di Lugansk, città delle regioni orientali del paese che non riconoscono l’autorità del governo centrale e chiedono una federalizzazione dell’Ucraina che tuteli i diritti linguistici, culturali e politici delle popolazioni russe e russofone.

Era stato il ministro dell’Interno di Kiev, Arseni Avakov, a concedere 48 ore di tempo per risolvere il conflitto attraverso i negoziati, minacciando l’uso della forza in caso non si raggiunga un accordo che porti allo sgombero delle sedi istituzionali occupate. Di fronte alla determinazione dei dimostranti – che in alcuni casi hanno proclamato l’indipendenza delle diverse regioni orientali e convocato referendum sull’autodeterminazione per il prossimo 11 maggio – eri il presidente ad interim Oleksandr Turcinov ha provato a smuovere le acqua proponendo un’amnistia per quanti lasceranno gli edifici di loro spontanea volontà deponendo le armi. Armi che però i dimostranti affermano di non avere.

Per rimediare all’estrema debolezza delle forze di sicurezza fedeli al governo centrale, la giunta di Kiev ha deciso di far ricorso, per riportare l’ordine a Lugansk, Donetsk, Kharkov e altre città, ai fascisti di Pravyi Sektor e di Svoboda inquadrati nella Guardia Nazionale, ad alcuni plotoni delle forze speciali Alfa della Polizia, ed anche a qualche centinaio di mercenari della multinazionale della guerra ‘Blackwater’, arrivati da alcune settimane in territorio ucraino.
Ieri il governo russo ha di nuovo denunciato con forza la presenza a Donetsk di 150 esperti militari statunitensi membri della Greystone Limited, schierati dal governo ucraino contro i dimostranti. Il comunicato definisce particolarmente grave il fatto che agli estremisti di desta armati “siano affiancati circa 150 esperti americani della società militare privata (PMC) Greystone, travestiti da unità Alfa”, i reparti speciali antisommossa del ministero degli Interni di Kiev.

Non è la prima volta che viene denunciata la presenza in territorio ucraino dei mercenari della Greystone Limited che si occupa di addestramento e operazioni di sicurezza per conto del Pentagono, del Dipartimento di Stato o di clienti stranieri – in questo caso i nazionalisti ucraini – approvati comunque dall’amministrazione statunitense. La presenza di mercenari USA nel paese scosso da una guerra civile finora ‘di bassa intensità’ era stata provata lo scorso 10 marzo, quando un gruppo di militari senza insegne che parlavano inglese fu immortalato in alcuni video e foto – nei quali erano visibili anche armi statunitensi come i fucili M-4 – mentre interveniva contro manifestanti filo-russi che protestavano contro le autorità locali imposte dai golpisti. Per dare meno nell’occhio ai mercenari stranieri sarebbe stato ordinato di vestire uniformi simili a quelle dei militari ucraini.
Di fatto la Greystone, che ufficialmente ha sede in Virginia e negli Emirati Arabi Uniti, è una “costola” della PMC Academi, il nome adottato nel 2011 dalla ‘Xe Services’ che a sua volta aveva sostituito la ormai bruciata Blackwater, più volte accusata di massacri e ruberie durante l’occupazione dell’Iraq per conto del Pentagono. 

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