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Pakistan, strage di studenti

Un attacco senza cuore, rivolto ai figli dei militari, bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni. Sferrato stamane a Peshawar da un commando talebano, i Tehreek-e-Taliban, una delle formazioni più intransigenti della galassia fondamentalista. Volto a vendicare l’offensiva che l’esercito pakistano conduce dallo scorso giugno nella zona del nord Waziristan, sul confine afghano. E’ un’area tribale dove varie componenti talebane stabiliscono le proprie basi militari e operative, controllando di fatto un territorio teoricamente appartenente alla nazione pakistana. Tutto s’è svolto nella scuola dov’erano a lezione 500 allievi, finora si registrano centoventi vittime, ottantatre sono bambini e ragazzi. 

La regione del Waziristan e i suoi abitanti, sono un’antica fabbrica di combattenti. Già durante l’occupazione sovietica dell’Afghanistan (1979-1989) da quei luoghi provenivano gruppi di mujaheddin che, anche dopo la conclusione di quel conflitto continuarono ad agire come Warlords nella successiva guerra civile afghana. Attualmente i talebani dell’area, di cui i Tehreek-e-Taliban, guidati da Maulana Fazlullah e volgarizzati in Taliban pakistani, sono uno dei gruppi più agguerriti oltre alle azioni anti-governative contro Islamabad, praticano attacchi in Uzbekistan e nella provincia Xinjiang della Cina. Con gli alleati di Al-Qaeda puntano a  stabilire un proprio governo islamico; il gruppo ha contatti con l’altro ceppo talebano della Rete di Haqqani. La forza militare dei Tehreek, contrastati dall’esercito pakistano e dai droni statunitensi, è stimata attorno ai 16.000 guerriglieri. Dodicimila autoctoni, altri quattromila provenienti dall’estero, sono fazioni fondamentaliste arabo-sunnite, uzbeki e turkmeni.

Altra temibile struttura è quella guidata da Gul Bahadur, anch’egli ex guerrigliero anti-sovietico, che nel 2006 ha firmato una tregua nella lotta contro l’esercito pakistano. Conta su oltre 9.000 armati, e negli ultimi tempi sembra che alcuni suoi comandanti militari dissentano dalla sua volontà di non collaborare coi Tehreek. Il sostegno economico a tutta la guerriglia talebana delle aree tribali di amministrazione federale (Fata) proviene da alcune madrasse radicali presenti in Pakistan, ma anche in alcune nazioni arabe che inseguono la Shari’a, e rende possibile da anni il mantenimento di militanti dediti esclusivamente ad azioni di guerriglia. Ci sono poi donazioni da parte di gruppi di fedeli, non necessariamente legati al mondo jihadista. Sempre più spesso vengono praticati rapimenti a scopo di riscatto, pescando le vittime nei territori pakistani che confinano col Waziristan. Rendono cospicuamente anche le commissioni frutto del contrabbando praticato sui confini delle nazioni limitrofe. 

 

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