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Istanbul, scontri tra manifestanti e polizia ai funerali delle militanti comuniste uccise

Polizia e militanti d’estrema sinistra si sono scontrati ieri ad Istanbul, a margine dei funerali di due giovani militanti comuniste assassinate nella notte tra lunedì e martedì nel corso di un blitz dei reparti antierrorismo in un appartamento della metropoli sul Bosforo.
Diverse centinaia di manifestanti e conoscenti, tra le quali alcuni deputati dell’opposizione, hanno preso parte nel quartiere di Gazi ai funerali di Yeliz Erbay e Sirin Oter, due militanti trentenni del Partito Comunista Marxista Leninista (costretto alla clandestinità) uccise nel corso di quello che la polizia ha definito uno “scontro a fuoco” nella zona di Karadeniz.
Ma in un comunicato il Consiglio socialista delle donne (SKM) ha accusato le forze speciali di aver giustiziato le due militanti nonostante fossero già inermi e ferite. “Il potere sanguinario giustizia le donne per indurle alla sottomissione.Me le donne socialiste hanno scelto la resistenza non la sottomissione.” afferma il comunicato che poi continua: “Il Regime fascista del palazzo non riceve abbastanza sangue. Stanno massacrando decine di persone per spezzare la volontà di autogoverno”.
Ieri i manifestanti aderenti a varie organizzazioni della sinistra rivoluzionaria turca hanno sfilato dietro uno striscione sul quale era scritto: “La rivoluzione delle donne, guerriere coraggiose: la vostra strada è la nostra strada”. Durante il corteo molti gli slogan contro il regime islamista di Erdogan e la repressione.
I feretri delle due ragazze avvolti in una bandiera rossa con falce e martello, sono stati inumati in un cimitero non lontano.
Una quindicina di militanti armati di fucili AK-47, hanno in seguito abbattuto un piccolo drone d’osservazione usato dalla polizia per sorvegliare la folla. Gli agenti hanno immediatamente replicato lanciando granate lacrimogene e usando cannoni ad acqua contro i manifestanti alcuni dei quali hanno replicato sparando e ferendo quattro poliziotti.

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