Menu

Siria. Ad Aleppo tre ore di tregua al giorno, ma l’assedio continua

Ad Aleppo si sta combattendo una battaglia forse decisiva della guerra scatenata in Siria. Dopo i rovesci subiti negli ultimi due anni, l’esercito siriano e i suoi alleati (inclusi i kurdi che controllano un paio di quartieri della città), stanno  infliggendo perdite pesanti alle milizie ribelli composte sia dai gruppi islamisti che dai miliziani del cosiddetto Esercito Libero Siriano
L’agenzia di stampa siriana Sanaa, citando fonti militari, scrive che i ribelli mercoledi avevano lanciato un attacco su vasta scala contro le postazioni dell’esercito siriano al sud di Aleppo per spezzare l’assedio ma che questo è stato respinto con forti perdite tra i miliziani.
Le forze aeree siriane e russe avrebbero anche distrutto quattro centri di comando e decine di veicoli blindati uccidendo un certo numero di terroristi. Fonti siriane riferiscono che i ribelli si sono ritirati nella zona di Bani Zeid, a nord di Aleppo. La zona viene ritenuta l’ultima via di rifornimento dei ribelli nel nord di Aleppo e la sua conquista è considerata strategica.

Come in tutte le occasioni in cui le guerre sono state combattute dentro le città, il prezzo per i civili che non sono riusciti a fuggire diventa altissimo, anche perché spesso non si sa dove fuggire.
Due giorni fa il ministero della Difesa russo ha detto di voler adottare a partire da oggi un cessate il fuoco intorno Aleppo per tre ore ogni giorno – dalle 10 alle 13 – per consentire gli aiuti umanitari in città. Intanto una delegazione del ministero degli esteri, delle forze armate e dell’Intelligence turche è volata in Russia per esplorare le possibilità di una soluzione negoziata dell’assedio che stringe la città. E’ un dettaglio che può fare la differenza perché le mire della Turchia proprio su Aleppo, sono state una delle cause principali dell’escalation della guerra in Siria.

Sempre sul fronte siriano almeno 30 persone, tra miliziani dell’Isis e civili, sono morti in bombardamenti dell’aviazione russa a Raqqa, ritenuta  la “capitale” dello Stato islamico in Siria. Duri scontri si segnalano anche a Idlib e a Manbji tra i miliziani dell’Isis sia contro l’esercito siriano sostenuto dalla Russia che contro le forze sostenute dalle potenze occidentali.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *