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Quella di Trump sta diventando una “giunta militare”

Che gli Stati Uniti abbiano un gradimento particolare per le giunte militari, i paesi dell’America Latina lo hanno imparato sulla propria pelle. E ad essere sinceri anche l’Iran,  l’Indonesia o la Grecia furono vittime di colpi di stato militari sostenuti dagli Usa. Ma che questo criterio arrivasse fino all’amministrazione presidenziale degli Stati Uniti sta diventando una novità decisamente inquietante.

Nella nuova amministrazione di Trump sono stati nominati in posti chiave tre generali in pensione: il segretario alla Difesa (James Mattis), il segretario alla Sicurezza interna (John Kelly) e il consigliere per la sicurezza nazionale (Michael Flynn). Adesso pare che Trump possa scegliere l'ammiraglio James Stavridis o il generale David Petraeus come Segretario di Stato (in pratica il ministro degli esteri) portando così a quattro il numero dei segretari con le stellette. Trump ha messo insieme il proprio staff presidenziale con il maggior numero di militari e civili dalla seconda Guerra mondiale, escludendo dunque politici di professione e tecnici o esperti di una materia. Bush aveva voluto il generale Powell come Segretario di Stato (quello delle provette false agitate all’Onu come prova delle armi chimiche dell’Iraq). L’agenzia Askanews riporta il servizio di un giornale ben informato di Washington (“Politico”) secondo il quale alcuni confidenti e amici di Trump confermano come i militari abbiano un importante ascendente sul presidente eletto. In particolare il gen. Patton, uno dei protagonisti della Seconda Guerra Mondiale ma anche di diverse pellicole hollywoodiane. Nominando il gen. Mattis al Pentagono, Trump lo ha così definito: "Dicono sia la cosa più vicina al generale George Patton che abbiamo, ed era ora".

Secondo alcune fonti il numero di generali nella amministrazione Trump potrebbe salire addirittura a cinque, visto che Petraeus – qualora non venisse nominato a Segretario di Stato –  potrebbe essere scelto per guidare l'intelligence.

Ma anche sul piano “civile” Trump sta nominando personaggi ben dentro il mondo del business a posti chiave. Lui che in campagna elettorale si era presentato come l’incubo di Wall Street e della finanza protetta da Hillary Clinton ha scelto due finanzieri miliardari, Steven Mnuchin e Wilbur L. Ross, come segretari al Tesoro e al Commercio. Infine anche sulla Giustizia la scelta si è rivelata tra le più fetide. Il segretario alla Giustizia sarà infatti Jeff Sessions, senatore dell’Alabama favorevole all’espulsione degli immigrati irregolari, contrario all’aborto ed ai matrimoni fra omosessuali. Le sue venature razziste, gli sono costate in passato il posto di giudice federale.

 

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