A partire dal 3 aprile, i lavoratori delle ferrovie dovrebbero essere in sciopero due giorni su cinque. I sindacati del settore [l’intersyndicale CGT-Unsa-Sud-CFDT della SNCF, ndt] stanno cercando di salvaguardare le tasche dei loro iscritti, per resistere di fronte al governo, determinato a portare avanti a passo di carica la riforma dell’impresa pubblica. Internamente, gli agenti SNCF dovrebbero essere molto mobilitati.
I sindacati hanno inventato lo sciopero “a movimento alternativo”. La sera di giovedì 15 marzo, l’inter-sindacato della SNCF ha annunciato che, per combattere la riforma della società voluta da Emmanuel Macron e dal suo governo, farà appello a uno sciopero lungo ma discontinuo: “due giorni su cinque” di sciopero a partire da martedì 3 aprile, giorno in cui il progetto di legge di autorizzazione per adottare i decreti-legge per riformare la SNCF arriverà in Parlamento – e il giorno dopo il fine settimana di Pasqua, in modo tale da non aizzare immediatamente l’opinione pubblica.
Il calendario elaborato da CGT-Ferrovieri, Unsa-Ferrovie, Sud-Rail e CFDT-Ferrovieri, i quattro sindacati rappresentativi, durerà fino al 28 giugno. In totale, 36 giorni di sciopero su tre mesi, comprese le vacanze di primavera, per tutta la Francia e tutti i ponti del mese di maggio. “L’inter-sindacato constata che il governo non ha alcun desiderio di trattare” e “si assume la responsabilità di un conflitto intenso per un periodo molto lungo”, ha detto Laurent Brun, di CGT-Ferrovieri, alla fine dell’incontro.
I sindacati hanno ovviamente invitato a manifestare giovedì 22 marzo, giorno di mobilitazione già previsto per la funzione pubblica. Per il futuro, il sistema preso in considerazione è nuovo e “innovativo”: i sindacati delle ferrovie chiamano le loro forze a mobilitarsi due giorni, poi a interrompere la protesta per tre giorni, e riprendere per due giorni, e così via.
Una modalità per salvaguardare le tasche di color che scioperano e, allo stesso tempo, per non paralizzare ogni giorno i 4,5 milioni di utenti dei treni, ma anche per garantire una grande situazione di perturbazione per la compagnia. La riorganizzazione del traffico ferroviario è difficile da eseguire per periodi di tempo così brevi e il calendario adottato porta a non scioperare mai lo stesso giorno della settimana. Se la mobilitazione funzionerà, per la SNCF è garantito un rompicapo per la gestione logistica!
Questo tipo di mobilitazione è stata oggetto di discussione tra i sindacati per diversi giorni, e lo sciopero intermittente era stato accennato da alcuni dirigenti sindacali. Nei giorni scorsi, tutte le federazioni hanno insistito soprattutto sull’unità necessaria da dover mostrare, a prescindere dalle loro differenze, e anche se sono già programmate le elezioni per le rappresentanze all’interno dell’impresa per il mese di dicembre.
I sindacati maggiormente pronti a intraprendere uno sciopero, la CGT e la SUD (rispettivamente primo e terzo sindacato della SNCF), hanno trattato con il massimo riguardo i loro colleghi più abituati a parlare con la direzione o il governo, Unsa e CFDT (secondo e quarto sindacato). Ma tutti sono stati presi talmente tanto per il verso sbagliato dal discorso del governo sui ferrovieri “privilegiati” e sul cattivo comportamento della loro “casa comune” che non è stato difficile raggiungere un accordo.
“Il rapporto Spinetta e l’uso che ne è stato fatto non solo ha avuto successo nell’unione sindacale, ma anche nell’unione di tutti i lavoratori delle ferrovie”, ha dichiarato l’Unsa la scorsa settimana. Il sindacato, generalmente poco incline a manifestare, non nasconde il suo desiderio di combattere, specialmente “per difendere lo statuto”. Per quanto riguarda la CFDT, ha dichiarato fondamentale mantenere “l’unità sindacale, indispensabile”, a tutti i costi. All’inizio, la federazione aveva persino suggerito di lanciare gli scioperi dal 12 marzo…
Non sorprende che il capo della SNCF Guillaume Pepy, in un’intervista a TF1, abbia giudicato lo sciopero “un po’ sfasato rispetto alla concertazione che è stata intrapresa” con il governo, descrivendola come “una cattiva notizia, un brutto affare per i 4,5 milioni di francesi che prendono il treno ogni giorno “. La ministra dei trasporti Élisabeth Borne, a BFMTV, l’ha criticato per essere una “decisione che mira chiaramente a penalizzare gli utenti”, ritenendola “incomprensibile”.
Il governo potrà manifestare la sua buona fede, ricordando che, finchè la legge non arriverà all’Assemblea, i sindacati avranno diritto a circa venti riunioni di consultazioni ciascuno, con il gabinetto del ministro. Ma i rappresentanti dei lavoratori denunciano le discussioni vuote, dove i veri argomenti vengono evitati, e dove le loro argomentazioni vengono ascoltate educatamente ma non spostano la linea del governo di una virgola.
Sulla piattaforma di Mediapart, mercoledì 14 marzo, i rappresentanti di Unsa e SUD-Rail hanno descritto dettagliatamente le loro posizioni e ciò che li oppone ferocemente al progetto di governo.
Durante questa trasmissione, il segretario federale della SUD-Rail, Bruno Poncet, ha assicurato che “le quattro federazioni rappresentative parlano quasi con la stessa voce”: “Siamo su una piattaforma unitaria, e cercheremo di rimanerci”. L’inter-sindacato ha un altro appuntamento mercoledì 21 marzo, alla vigilia della grande manifestazione della funzione pubblica, per decidere i dettagli di questo movimento di sciopero. Ma non è detto le discussioni saranno delle più serene. Per quanto riguarda SUD, di cui alcuni funzionari difendono per tradizione una linea più dura di sciopero immediato e continuo, il sindacato ha già fatto sapere che lo scenario annunciato non è completamente soddisfacente.
In un annuncio trasmesso su Twitter da Eric Beynel, co-portavoce del movimento, il sindacato assicura che “ciò che è stato detto sulle radio e sui giornali è falso” e che non è iscritto necessariamente “al calendario degli scioperi proposti da CGT-UNSA-CFDT nei prossimi tre mesi”.
Criticando il “piano di battaglia” che viene comparato a “una griglia del bingo”, SUD-Rail spera di fare la differenza alla prossima riunione inter-sindacale, difendendo il principio di sciopero rinnovabile ogni 24 ore. “Per SUD-Rail, il ruolo delle federazioni è di vincere grazie alla costruzione di un braccio di ferro iniziato dagli annunci del governo affinchè questo patto ferroviario venga ritirato”, dice il comunicato.
Il sindacato mantiene la sua posizione abituale, e probabilmente cerca anche di non essere sganciato dalla sua base, parte della quale è già oggi pronta a lanciarsi in un duro e lungo sciopero. Questa è la domanda che preoccupa oggi i sindacati: anche se si mettono d’accordo tra loro per un particolare tipo di sciopero, non è detto che tutti i loro iscritti seguiranno senza batter ciglio.
Il 10 marzo, la rivista specializzata Mobilettre ha rivelato che un sondaggio interno al la SNCF stima al 93% il tasso di lavoratori ferroviari disposti a scioperare, con una percentuale quasi uguale tra i dirigenti. “Molti dirigenti hanno già dichiarato che non accetteranno di rimpiazzare color che sciopereranno”, ha affermato Mobilettre. Che La prova di forza abbia inizio.
Traduzione a cura di Andrea Mencarelli dell’articolo originale pubblicato su: https://www.mediapart.fr/journal/economie/160318/sncf-les-syndicats-proposent-une-greve-longue-et-discontinue
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