La grande multinazionale francese Leroy Merlin, con propri negozi e strutture in tutto il mondo, utilizza il “caporalato” per il reclutamento dei dipendenti nel magazzino del Polo Logistico di Castel San Giovanni in provincia di Piacenza.
I 420 lavoratori non sono assunti direttamente alle dipendenze della multinazionale, ma attraverso un sistema di “cooperative” che operano come veri e propri intermediari di mano d’opera e che si arricchiscono sottraendo salario e diritti ai “loro” operai.
Non solo le cooperative che forniscono manodopera a Leroy Merlin non garantiscono il rispetto del contratto e dei diritti minimi – i licenziamenti sono all’ordine del giorno e il ricambio è elevatissimo, basta provare ad alzare la testa – ma cambiano continuamente denominazione e codice fiscale per sfuggire agli Ispettori del Lavoro, all’INPS e all’INAIL per poter continuare indisturbati a violare le norme che regolano il salario, la regolarità contributiva, la tutela della salute negli impianti. In questo spesso aiutati da sindacati compiacenti.
La maggioranza degli operai, in tutta la Logistica, è composta da stranieri molto ricattabili perché la perdita del posto di lavoro comporta anche mettere a rischio il rinnovo del permesso di soggiorno e di questa condizione di inferiorità si approfittano le cooperative.
Dietro gli sconti e il basso prezzo delle merci esposte sugli scaffali dei suoi negozi si nasconde lo sfruttamento e la schiavitù di migliaia di facchini che lavorano giorno e notte per garantire la movimentazione e il trasporto dei prodotti.
Noi riteniamo che Leroy Marlin sia direttamente responsabile di questa situazione di sfruttamento, che sta diventando una nuova forma di schiavitù. Tutto il sistema della logistica è basato su queste pratiche che stanno consentendo anche ai colossi dell’e-commerce, come Amazon e altri, di poter accumulare enormi ricchezze e profitti.
La USB è presente con migliaia di iscritti nei magazzini della logistica in tutto il Paese ed anche nel territorio di Piacenza dove si addensano molti magazzini con migliaia di addetti. USB chiede che le grandi aziende della distribuzione, del commercio, dell’e-commerce, le multinazionali come Leroy Merlin interrompano immediatamente ogni rapporto con il sistema delle cooperative, assumano in proprio i loro dipendenti, gli applichino il contratto di riferimento senza sconti, paghino le tasse e i contributi nei paesi che li ospitano.
USB distribuirà questo comunicato di fronte ai negozi Leroy Merlin in tutta Italia e, grazie alla collaborazione dei sindacati esteri aderenti alla Federazione Sindacale Mondiale, anche nei negozi dei Paesi in cui sono presenti impianti o negozi della multinazionale francese.
Schiavi mai!
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