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Siria. Bloccato dalle Ypg un italiano miliziano dell’Isis

Dal fronte siriano, i canali di comunicazione ufficiali curdi dello Ypg hanno divulgato la notizia che le proprie unità antiterroristiche hanno catturato nei pressi di Raqqa un miliziano dell’Isis di cittadinanza italiana: l’uomo avrebbe gestito un traffico di armi dalla Turchia e avrebbe reclutato e coordinato nuove leve per lo Stato Islamico.

Lo stesso Ypg ha pure diffuso un video in cui l’uomo, Semir Bogana in un italiano fluente, afferma di essere stato fermato mentre stava per dirigersi in Siria e da lì partire per la volta dell’ Italia. Si attendono ancora le conferme dalle autorità governative italiane.

Nel frattempo lo Ypg ha diramato il seguente comunicato:

La nostra lotta contro l’organizzazione terrorista dell’ISIS che era insorta come l’organizzazione più brutale nella storia dell’umanità, attaccando i valori sociali che erano stati creati con grandi sforzi e mirando a massacrare tutta l’umanità, specialmente i popoli del Medio Oriente, progredisce con successo in tutte le sfere della vita.

La nostra lotta contro questa organizzazione terroristica che, dall’Europa all’Asia e al Medio Oriente, si sostiene attraverso attacchi brutali e disumani e cerca di espandersi usando la paura, continua a ottenere nuovi risultati su base giornaliera. Le operazioni completate con successo nel cantone di Kobane e Jazeera e l’ultima fase della campagna Jazeera Storm che oggi si svolge nella regione di Deir ez-Zor sono prove storiche della nostra lotta contro ISIS.

La resistenza che si sta facendo oggi e le sue grandi conquiste stanno diventando un punto di svolta nella storia e garantiscono un futuro sicuro e dignitoso per i popoli del Medio Oriente e del Kurdistan. Usando il nome dell’Islam, l’ISIS ha cercato di imbrattare l’immagine dei credenti, pur preservando il suo predominio nella regione attraverso abusi brutali e principi inumani e per giunta con l’aiuto dei mercenari che si sono radunati da tutto il mondo.

In Europa, molte persone hanno servito l’esercito di Daesh, agendo come cellule dormienti e compiendo attacchi quando sono statj loro richiesti, mentre diffondevano i loro sforzi terroristici anche nel Rojava e nella Siria settentrionale. Come forze YPG-YPJ, abbiamo effettuato molte operazioni di successo contro queste cellule e l’abbiamo annunciato al pubblico più volte.

A tal proposito, il 27 agosto un mercenario chiamato Semir Bogana (cittadino italiano noto anche come Abu Hureyre al-Muhajir o Abu Abdullah al-Muhajir) è stato catturato in seguito a un’operazione speciale condotta dalle nostre unità antiterrorismo (YAT), quando stava cercando di fuggire in Turchia. Semir Bogana era responsabile delle spedizioni di armi che erano state consegnate all’ISIS dallo stato turco e che si occupava anche delle attività dei combattenti stranieri dell’ISIS nel Rojava. Molti dettagli sull’organizzazione terrorista dell’ISIS e sulle sue relazioni esterne sono stati rivelati da questo mercenario catturato e sono stati fatti importanti progressi nella lotta contro ISIS.

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Sempre oggi, Infoaut ha reso nota quest’altra notizia, ampiamente convergente con il comunicato delle Ypg:

Comandante ISIS: attentatori suicidi mandati in Europa dal MİT

Riprendiamo da Uiki questa notizia che rende manifesto il ruolo della Turchia nel sostenere le dinamiche del terrorismo di matrice ISIS

Un ufficiale di alto rango dell’ISIS catturato dalle YPG, Abu Kerem, ha fatto confessioni importanti. Abu Kerem ha parlato delle relazioni dello stato turco con l’ISIS e ha affermato che gli attacchi in Europa sono stati [condotti] d’accordo con la Turchia.

Adil Musa Abduljazar (Abu Kerem) è un ufficiale di alto rango nelle bande dell’ISIS. La sua attività terroristica e i suoi crimini si sono diffusi dalla Palestina alla Libia e, da lì, alla Turchia e alla Siria. È stato in Jund Ansar Allah sotto Al Qaeda, l’ISIS, Al Nusra ed Ahrar Al Sham, tutte bande che provengono dalla stessa fonte.

Secondo l’agenzia ANHA, il capobanda Abduljazar è stato catturato dalle Unità Anti-Terrorismo delle YPG l’11 di agosto. È conosciuto per il suo periodo nel gruppo della banda di Jund Ansar Allah, che opera a Gaza sotto Al Qaeda; egli era noto per essere il secondo in comando nell’organizzazione in Palestina.

Abu Kerem fu lì arrestato da Hamas e rilasciato qualche anno dopo. Partecipò alle attività della banda nuovamente dopo il suo rilascio e fu mandato dall’ISIS a Bengasi, in Libia, per svolgere operazioni di ricognizione. Abu Kerem prestò servizio come ufficiale di alto rango in Libia.

ACCOLTO DAL MİT E INVIATO IN SIRIA
Abu Kerem fu poi chiamato in Siria dalle bande. Secondo l’ANHA, gli fu dato un falso passaporto e una falsa identità dall’agenzia d’intelligence turca, il MİT, e fu portato in aereo in Turchia. Gli ufficiali del MİT accolsero Abu Kerem ad Istanbul ed egli fu portato ad Antakya, da dove fu condotto in Siria dal MİT attraverso il valico di confine di Bab Al Salama, a Idlib.

Abu Kerem aveva chiesto come sarebbe passato in Siria, quando si trovava a Bengasi. Ha continuato la sua confessione dicendo: “I miei amici mi dissero che il MİT turco ci stava aspettando e ci avrebbe aiutato. Quando siamo partiti per la Turchia, era stato preparato tutto dal MİT. Portarono me e i miei amici Siria. Molti altri furono fatti passare attraverso il valico di confine di Bab Al Salama nella stessa giornata.”

Abu Kerem fu accolto dai suoi amici Abu Mislim, Abu Xetap e Abu Ducana Al Filistini appena passò in Siria. Lavorò in diverse regioni da Aleppo ad Al Bab fino a Raqqa, sotto Al Nusra, Ahrar Al Sham e altri gruppi di bande. Prestò servizio come comandante centrale per l’intelligence dell’ISIS ad Al Bab. Fu mandato a Raqqa dopo un po’ per costruire l’organismo di intelligence Cheshil Al Sedik. Con la sua esperienza nel conflitto palestinese, l’ISIS diede grande valore ad Abu Kerem ed egli ne diresse l’intelligence per un anno e mezzo. Un mese prima dell’operazione delle SDF per liberare Raqqa, lasciò la città verso Mayadin. Abu Kerem ha affermato che vide la relazione tra lo stato turco e l’ISIS come la migliore in Siria e che lo stato turco ha sostenuto apertamente l’ISIS di fronte agli occhi del mondo intero.

LIBERI DI PASSARE IN TURCHIA
Abu Kerem ha affermato che gli aeroporti di Istanbul e Antakya erano diventati dei nodi nevralgici per gli alti ufficiali dell’ISIS. Abu Kerem ha continuato la propria confessione: “Il confine con la Turchia era sempre aperto per noi e le munizioni che ci arrivavano. La Turchia mandava unità d’intelligence nella regione insieme a noi e le posizionava in diverse regioni della Siria. La Turchia continua ancora a sostenere l’ISIS, Al Nusra e altri gruppi. I membri dell’ISIS e le loro famiglie erano liberi di passare in Turchia ogniqualvolta volessero. La Turchia ci sosteneva con tutte le sue risorse, in modo che l’ISIS non venisse distrutto. L’ISIS tiene insieme i suoi membri e li invia in qualunque regione vogliano. La Turchia avrebbe mandato armi e munizioni all’ISIS e altri gruppi camuffati principalmente da aiuti umanitari.”

LA TURCHIA HA ESEGUITO GLI ATTENTATI IN EUROPA PER MEZZO DELL’ISIS
Abu Kerem ha affermato che in speciali campi in Siria addestravano dei bambini per impiegarli come attentatori: “Gli attentatori suicidi addestrati in questi campi sarebbero stati prelevati dalla regione e inviati in Europa dal MİT. La Turchia aveva fatto un accordo con l’ISIS, affinché eseguisse gli attentati in quei paesi che ostacolavano le sue politiche.” Abu Kerem ha concluso: “Chiedo a tutti quelli che mi ascoltano di stare lontano dall’ISIS e di non unirvisi assolutamente.”

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