Menu

Turchia: dopo le proteste Erdogan rimanda la stretta sull’aborto

 

Il governo turco del premier islamico e nazionalista Recip Tayyep Erdogan sembra rinunciato per ora alla contestata riforma restrittiva della legge sull’aborto che il capo del governo aveva annunciato a fine maggio. Il dirigente del partito islamico conservatore Nurettin Caniki ha detto al quotidiano Hurriyet che una modifica della legge del 1983, che consente l’aborto fino alla 10ma settimana “non é all’ordine del giorno”. Il partito di maggioranza ha presentato intanto ieri un disegno di legge in parlamento per ridurre l’uso del parto cesareo. Il testo in questione, già in discussione oggi nella commissione Sanità del parlamento di Ankara, non fa alcun riferimento all’interruzione volontaria di gravidanza. Le dichiarazioni di Erdogan, che aveva definito ”un omicidio” l’aborto e annunciato una riforma restrittiva avevano provocato nelle ultime settimane le critiche di Ue e Consiglio d’Europa, dell’opposizione e delle associazioni di difesa dei diritti della donna, e dichiarazioni di dissenso anche all’interno dell’Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo al governo. Secondo la stampa Erdogan avrebbe inizialmente previsto di vietare l’aborto dopo 6 o addirittura 4 settimane di gravidanza. Il ministro della sanità Recep Akdag ha detto oggi che la questione di una riforma eventuale della legge sull’aborto sarà comunque discussa la settimana prossima dal consiglio dei ministri: “vogliamo chiarire – ha affermato – che l’aborto non e’ una forma di contraccezione”. Niente di male, anzi. Tenendo conto del fatto che dalla sua legalizzazione all’inizio degli anni ’80 il numero di interruzioni di gravidanza in Turchia è estremamente diminuito.
La dura presa di posizione di Erdogan sull’aborto era arrivata, a sorpresa, durante un comizio alle donne del suo partito, in cui il premier aveva addirittura paragonato l’aborto a un “massacro” come quello di Uludere, lo scorso dicembre, in cui l’aviazione turca uccise 35 civili scambiati per guerriglieri curdi. Poi aveva continuato secondo i più triti e offensivi stereotipi della propaganda antiabortista, affermando che l’aborto “è un omicidio. Che una donna scelga di uccidere il proprio bambino quando è ancora nel grembo o lo faccia dopo la sua nascita è la stessa cosa.”

Per protestare contro le affermazioni di Erdogan e la stretta sul diritto all’interruzione volontaria di gravidanza nei giorni scorsi in tutta la Turchia sono scese in piazza decine di migliaia di donne e di attivisti delle organizzazioni di sinistra. La manifestazione più importante ad Istanbul, dove hanno manifestato 3000 donne al grido di ‘giù le mani dal nostro corpo’. Cortei anche a Edirne, in Tracia, e nella capitale Ankara.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *