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Le spese militari? Fanno bene all’economia e alla società. Parola di ministro “socialista”

La ministra della Difesa spagnolo, Margarita Robles, ha fatto un appello allo sforzo negli investimenti militari per l’effetto positivo sull’intera economia nazionale. Il benessere e l’occupazione di tutta la nazione sono i beneficiari diretti dell’impegno a modernizzare l’Esercito, la Marina e la Guardia Civil. Una inquietante ambizione che si traduce in oltre 13 miliardi di euro investiti in questa area solo dal governo di Pedro Sanchez nei suoi sei mesi di governo alla Moncloa, anche se questi programmi di spesa che verranno spalmati fino all’anno 2032 e, quindi, il loro costo sarà condiviso in tutti quegli esercizi.
La ministra Robles si è detta a favore di Forze Armate che abbiano capacità materiali e tecnologiche “adeguate e moderne” in un discorso nel Palazzo Reale alla presenza del Re e del Primo Ministro, Pedro Sanchez. Nella cerimonia davanti alle gerarchie militari, il ministro ha sottolineato l’impegno “fermo” alla modernizzazione delle Forze Armate Spagnole dopo l’approvazione, avvenuta a metà dicembre, di un investimento di 7.3 miliardi di euro in programmi come la costruzione di cinque fregate F-110, l’acquisto di 348 veicoli 8 × 8 Dragon e l’aggiornamento dell’aereo da combattimento europeo Eurofighter.
Si tratta del più impegno di spesa nei programmi della Difesa dal 1997, necessaria, secondo Robles, “non solo per la difesa degli interessi della Spagna, ma come parte di una responsabilità collettiva e di un concerto internazionale con partner e alleati”. Il ministro ha anche sottolineato che questi programmi sono “di grande importanza per promuovere l’occupazione e il settore industriale”. “Le politiche statali, come quelle della Difesa, hanno un impatto reale sulla fiducia con cui viene visto il futuro ed hanno un effetto diretto sulla nostra vita quotidiana, sul nostro benessere e sulla creazione essenziale di occupazione”, ha aggiunto.
In totale, il governo socialista ha lanciato progetti militari per un valore globale vicino a 13 miliardi di euro in soli sei mesi. Con alcuni cambiamenti in alcuni progetti, si tratta più o meno degli stessi investimenti che il governo di destra del Partido Popular  pensava di effettuare prima della mozione di censura in giugno. In effetti, è stato l’ex ministro della Difesa, María Dolores de Cospedal, a spiegare che durante lo scorso anno avrebbe dovuto essere lanciato un nuovo ciclo di spesa per i prossimi 15 anni.
Oltre all’aumento delle spese militari, la neo-ministra “socialista” Robles ha chiesto di mantenere le Forze Armate e la Guardia Civile “lontane da decisioni partigiane o congiunturali” per consentire la “massima stabilità” di una politica volta a “proteggere i cittadini e preservare il loro benessere e il libero esercizio dei loro diritti e libertà “.

Già a luglio il quotidiano ‘El Pais’, riferiva come la Spagna prevedeva di aumentare le proprie spese militari portandole al 2% del PIL, come concordato in ambito NATO e richiesto dal presidente Trump.

Pedro Sanchez, poche settimane dopo il suo insediamento, aveva confermato che si sarebbe fatto carico dell’impegno assunto dal suo predecessore Mariano Rajoy in occasione del summit della Nato tenutosi in Galles nel 2014.

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