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Kurdistan. Prigionieri e prigioniere del Pkk mettono fine allo sciopero della fame

Con grande gioia e sollievo abbiamo accolto il messaggio del Presidente Öcalan e le successive dichiarazioni con le quali le e gli scioperanti, a partire da Leyla Güven, hanno dichiarato di concludere la loro incredibile e incrollabile resistenza e di proseguire la lotta in altre forme.

Con profondo rispetto ricordiamo prima di tutto Zülküf Gezen, Ayten Beçet, Zehra Sağlam, Medya Çınar, Yonca Akici, Siraç Yüksek, Mahsum Pamay, Ümit Acar, e Uğur Şakar, che hanno sacrificato la loro stessa vita per rompere il silenzio sull’ isolamento di Imrali.

Traiamo una grande lezione dalla modalità con la quale il Presidente Öcalan ha voluto che fosse gestito il suo messaggio, consultando tutte e tutti i protagonisti di questa storica lotta e lasciando a loro la decisione. Questa è stata una grande prova di democrazia, intelligenza, rispetto e umiltà che deve far riflettere, così come deve essere fonte di ispirazione per tutte e tutti noi, la coraggiosa lotta delle madri dei prigionieri.

Abbracciamo Erol con grandissimo affetto, profonda stima e rispetto.

È necessario dire chiaramente che senza il suo sacrificio e la sua abnegazione, in Italia il sostegno allo sciopero della fame non avrebbe avuto la stessa forza. Con pazienza e determinazione, ha saputo spiegarci le motivazioni di questa grande lotta e darci lo stimolo ad aumentare il nostro impegno, indubbiamente fino a quel momento troppo stentato. E lo ha fatto ricordandoci in ogni momento che la nostra preoccupazione e il nostro sostegno non dovevano concentrarsi sulla sua persona, ma rivolgersi a tutte e tutti gli scioperanti, in particolare alle prigioniere e ai prigionieri, per i quali rompere l’isolamento di Öcalan significa difendere gli ideali di una società diversa, gli ideali per i quali tante donne e tanti uomini, curde e curdi, e internazionalisti come Lorenzo Orsetti, hanno dato la vita.

Abbracciamo la sua coraggiosa e patriottica famiglia che non gli ha mai fatto venire meno affetto e sostegno.

Abbracciamo i medici solidali che quotidianamente hanno dedicato ad Erol non solo la necessaria assistenza, ma anche solidarietà e sostegno.

Abbracciamo in particolare i compagni e le compagne del Centro Ararat, la cui premura è stata indispensabile perché Erol potesse portare avanti la sua resistenza per ben 68 giorni. Ancora una volta, Ararat, l’ambasciata del popolo curdo in Italia, è stato il centro dal quale è partita una campagna di mobilitazione e solidarietà ricordandoci che è uno spazio che deve essere difeso a tutti i costi dalle minacce di sgombero. Invitiamo tutte e tutti a partecipare alla festa per i 20 anni dall’ occupazione di Ararat che si terrà il prossimo 31 maggio e che ora potremo festeggiare con ancora più gioia.

Abbracciamo le quasi 200 persone che in Italia hanno voluto esprimere il loro sostegno attraverso scioperi della fame a staffetta, partecipando così, anche se solo simbolicamente, a questo movimento di resistenza. Tante e tanti altri hanno manifestato solidarietà con presidi, manifestazioni, iniziative, gesti individuali di condivisione della lotta. Il fatto che così tante persone abbiano deciso di mettere in gioco i propri corpi per condividere e diventare simbolicamente parte di questa lotta, ci aiuterà a sviluppare una discussione su cosa significa praticare un “nuovo internazionalismo”.

Abbracciamo i compagni della Comunità Curda in Italia che hanno intrapreso la marcia “Marciare per la libertà, resistere per vivere” a sostegno dello sciopero della fame partita da Milano il 20 maggio ed interrotta il 26 maggio a Fidenza ed auguriamo loro una buona riuscita degli incontri che faranno nei prossimi nelle città di Parma, Bologna e Modena, inizialmente fissate come tappe per la prosecuzione della marcia.

Sta a noi ora valorizzare questo risultato e rilanciare in avanti l’impegno nel sostenere la resistenza del popolo curdo, difendere la rivoluzione del Rojava, continuare a lottare per la libertà del Presidente Öcalan e contro il fascismo turco.

Dobbiamo però anche denunciare il vergognoso silenzio dei grandi media, così come la censura che importanti strumenti di comunicazione hanno messo in atto e continuano a praticare per silenziare la lotta del popolo curdo e di chi li sostiene. Questo ci deve ricordare l’importanza della lotta per il delisting del PKK e contro la criminalizzazione della solidarietà internazionale.

L’insegnamento e la forza che abbiamo tratto da questa storica resistenza, come ci ha ricordato il Presidente Öcalan, va reso significativo attraverso la lotta sociale che dobbiamo portare avanti contro il fascismo, il razzismo e il sessismo nel nostro Paese e per la difesa degli spazi sociali.

27 maggio 2019

Rete Kurdistan Italia

Video conferenza stampa del 26 maggio 2019 a Ararat:

https://www.facebook.com/erol.aydemir.336/videos/2532336276790683/

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In linea con l’appello fatto dal Leader Apo, noi prigioniere e prigionieri del PKK e PAJK mettiamo fine allo sciopero della fame.”

Prigionier* del PKK e PAJK in una lunga dichiarazione hanno confermato che mettono fine allo sciopero della fame.

L’annuncio del portavoce Deniz Kaya è una risposta all’ultimo messaggio di Abdullah Öcalan reso noto oggi in una conferenza stampa a Istanbul.

La dichiarazione dei prigionieri recita: “Abdullah Öcalan ha ricevuto una seconda vista dei suoi avvocati il 22 maggio. È stato importante aver avuto questo incontro dopo che il Ministro della Giustizia ha dichiarato che l’isolamento era stato revocato. Il Leader Apo ha rivolto un appello a tutt* coloro che sono in sciopero della fame. In questo contesto, quando è ampiamente accettato che l’isolamento è ingiusto, illegittimo e illegale, la richiesta di Önder Apo [NdT: leader] di mettere fine all’isolamento è significativa e deve essere esaudita.”

Per questa ragione, hanno aggiunto i/le prigionier*, “in linea con l’appello fatto dal Leader Apo, noi, prigionier* del PKK e PAJK mettiamo fine allo sciopero della fame.”

I/le prigionier* hanno salutato la resistenza delle madri che “sono state un grande sostegno alla nostra lotta.

Vogliamo ringraziare il nostro popolo che ha sostenuto la nostra resistenza, il popolo della Turchia, le forze democratiche, le organizzazioni per i diritti umani, le organizzazioni giuridiche e gli ordini professionali, le organizzazioni della società civile, tutte le aree politiche e ringraziamo le forze della democrazia e gli intellettuali che hanno sostenuto la nostra resistenza in tutto il mondo.”

Ora, hanno detto i prigionieri “la responsabilità ricade sulle forze della democrazia, le organizzazioni per i diritti umani e giuridiche. Devono continuare a monitorare che si svolgano incontri regolari con le famiglie e gli avvocati. Devono informare di qualsiasi violazione di questo diritto.”

I/le prigionier* hanno concluso le loro osservazioni dicendo: “Il nostro popolo non vuole più convivere con l’isolamento del Leader Apo. L’isolamento sul Leader Apo è stato imposto al nostro popolo e anche alle forze della democrazia.

A questo riguardo, è chiaro che non resteremo in silenzio rispetto all’isolamento.

Ancora una volta sottolineiamo la nostra dedizione e il nostro rispetto per il Leader Apo. Ci impegniamo ad accompagnarlo con la volontà adeguata e promettiamo che cammineremo sempre lungo il cammino previsto dalla nostra leadership.”

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Öcalan: Mi aspetto una fine delle azioni di sciopero della fame

Dichiarazione degli avvocati sul colloquio del 22 maggio.

Abdullah Öcalan, in una lettera rivolta direttamente alle attiviste e agli attivisti in sciopero della fame e in digiuno fino alla morte, chiede di mettere fine alla loro azione.

Gli avvocati del rappresentante curdo Abdullah Öcalan, in una conferenza stampa hanno appena letto la lettera che il loro cliente ha rivolto alle attiviste e agli attivisti in sciopero della fame e in digiuno fino alla morte.

Di seguito la lettera:

Onorati compagni e onorate compagne,

Nell‘ambito dell‘esposizione dei miei due avvocati, invito tutte le amiche e gli amici che sono in sciopero della fame e in digiuno fino alla morte, a mettere fine alla loro azione. Posso dire con certezza che lo scopo della loro azione rivolto alla mia persona ha raggiunto il suo obiettivo. Con questo voglio esprimervi il mio amore e la mia gratitudine.

Spero che anche in futuro mi accompagnerete sulla nostra strada con la necessaria intensità e la necessaria volontà.

Con amore e saluti,

22 maggio 2019, carcere di Imrali

Abdullah ÖCALAN“

In occasione della conferenza stampa gli avvocati hanno dichiarato quanto segue:

Abbiamo avuto un altro incontro con il nostro cliente Abdullah Öcalan sull‘isola carcere di İmralı il 22 maggio.

Öcalan ancora una volta ha sottolineato l‘importanza del testo condiviso con il pubblico in precedenza. Ha espresso la sua soddisfazione rispetto alle discussioni sul testo con sette punti, scritto congiuntamente dai nostri quattro clienti il 2 maggio 2019. Era dell’opinione che il bisogno fondamentale della Turchia sia una discussione su consenso sociale, politiche democratiche, negoziati democratici e una pace onorevole. Ha anche detto che che farà la sua parte per rendere questi punti valori chiave delle politiche della Turchia. Ha anche aggiunto che tutti sono consapevoli della speranza e delle condizioni in Turchia create dall’approccio e dalla posizione del 2013 e che il suo messaggio va discusso ulteriormente.

Come in occasione dell’incontro precedente, Öcalan ha ricordato che il permesso di svolgere questi incontri non significa che si è in presenza di un processo negoziale. Ha detto che i messaggi sono rivolti a tutti i democratici, alle strutture politiche di varie aree in Turchia, e allo Stato turco. Rispetto a questa posizione ha anche detto “Vedremo come reagiranno queste aree nei prossimi 30-40 giorni”. Abbiamo colto che non per ora ha fatto alcun commento rispetto alle reazioni di queste aree.

Il messaggio che conteneva sette punti ed è stato presentato al pubblico il 6 maggio, spiegava quali dovrebbero essere le soluzioni rispetto a questioni in Rojava, Siria del Nord, FSD e Siria. Ha ribadito le sue opinioni su questi temi. Öcalan ha detto che se gli verrà data l’opportunità, svolgerà un ruolo positivo per le questioni in Siria, compresa la questione curda, nell’ambito dell’integrità territoriale della Siria. Ha sottolineato che le sue idee e suggerimenti per una soluzione risolverebbero i problemi in Siria e che i diritti fondamentali dei curdi e di altre comunità devono essere garantiti costituzionalmente.

È una necessità fondamentale che queste discussioni siano svolte in modo che possano portare a risultati più profondi e storici e che non devono essere compressi in agende politiche ristrette. In questo modo, vogliamo ricordare che la Turchia e il Medio Oriente hanno problemi storici e profondi e che Öcalan ha detto che questi problemi possono essere risolti con approcci razionali, politici e culturali.

L’isolamento a Imrali non è solo un problema serio, ma anche un fenomeno che mina politicamente il clima di pace in Turchia. La Turchia ha assistito all’impatto positivo di Öcalan sul Paese quando è stato in grado di svolgere almeno parzialmente il suo ruolo di soggetto politico e di presentare la sua soluzione a problemi fondamentali. Negli ultimi quattro anni di isolamento aggravato imposto ad Öcalan, guerra, caos e crisi si sono intensificati in Turchia e nella regione, e il pessimismo ha dominato tutte le strutture sociali.

Inoltre abbiamo visto che quando per due volte negli ultimi 20 giorni Öcalan è stato in grado di condividere la sua opinione, seppure in modo limitato, è sorta la speranza e una nuova prospettiva per i problemi che si vanno rapidamente aggravando.

In questi incontri abbiamo osservato chiaramente che Öcalan ha mantenuto la sua posizione per risolvere i problemi sulla base di una pace degna attraverso una soluzione democratica e che ha speranze e fiducia nel futuro.

Esprimiamo qui la nostra convinzione che l’opinione pubblica democratica debba assumersi responsabilità e seguire il processo per poter superare l’atteggiamento immorale che è stato mostrato per molti anni nel carcere di İmralı a livello complessivo. È una responsabilità giuridica e morale delle autorità amministrative e giudiziarie assolvere le loro responsabilità per garantire l’esercizio dei diritti fondamentali senza conflitto e discriminazione.

Anche se sono state discusse diverse questioni, nel contesto attuale dell’incontro, il punto principale all’ordine del giorno sono stati gli scioperi della fame e digiuni fino alla morte che sono arrivati in una fase critica.

In questo colloquio, Öcalan ha espresso la sua gratitudine per la volontà e la dedizione delle attiviste e degli attivisti e ha considerato questo atteggiamento una posizione onorevole. Allo stesso tempo, ha trovato l’atteggiamento delle madri molto importante e ha molto apprezzato il loro valore. Con questo trasmettiamo i suoi saluti speciali alle madri.

Durante l’incontro, Öcalan ha insistito sul suo appello per la fine degli scioperi della fame e digiuni fino alla morte, che hanno raggiunto i loro obiettivi. Dopo questo appello, crediamo che le e gli scioperanti metteranno fine alla loro azione. Il nostro cliente ha affermato che se in futuro non si svolgeranno colloqui, è possibile protestare attraverso una lotta politica, ma che azioni come scioperi della fame e digiuni fino alla morte dovrebbero essere evitati. Ha affermato che la cosa principale è una cultura di lotta democratica politica e che è la cosa più importante per gli scioperanti è di essere sani dal punto di vista fisico, spirituale e mentale. Usando Gandhi come esempio per il suo sciopero della fame, ha detto che Gandhi ha reso significativo il suo sciopero della fame attraverso la lotta sociale.

In questo contesto, Öcalan alla fine dell’incontro ci consegnato la lettera scritta a mano e firmata da lui personalmente, indirizzata a coloro che sono in sciopero della fame e in digiuno fino alla morte, chiedendo che sia condivisa con loro.”

* da Rete Kurdistan

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