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Gran Bretagna. Il governo battuto in Parlamento, si va a nuove elezioni

L’esecutivo britannico Boris Johnson è stato battuto alla Camera dei Comuni nel primo voto sulla legge per una Brexit senza accordi nè indennizzi alla Ue (No Deal, ndr) presentata dall’opposizione con l’obiettivo di obbligare il premier britannico, in mancanza di un accordo bilaterale, a chiedere all’Ue un nuovo rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre. L’aula ha dato il consenso – con 328 sì e 301 no – ad una contestata mozione trasversale volta a togliere all’esecutivo il controllo del calendario e a mettere ai voti il testo per oggi. Fra i sì, insieme a quelli delle opposizioni, spiccano quelli di vari conservatori di spicco.

Il premier Tory Boris Johnson ha reagito alla sconfitta, dovuta alla ribellione di una parte di deputati conservatori, annunciando la presentazione di una mozione per il voto politico anticipato. “Non andrò a Bruxelles a chiedere un altro rinvio”, ha ribadito Johnson dopo il voto della Camera dei Comuni, sfidando così il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn a farlo ma solo se gli elettori gli daranno il mandato. “Io non voglio le elezioni, il leader dell’opposizione le implora da mesi, ma ora rivolgersi al popolo è l’unica strada possibile”, ha tuonato Johnson con un tono che ricorda molto certi echi italiani, precisando che la mozione sarà messa ai voti se la legge anti-no deal – ammessa stasera all’esame dell’aula con una netta maggioranza di 27 seggi – sarà approvata anche nel suo testo in sé nelle tre letture previste per domani ancora ai Comuni.

Johnson ha accusato i suoi oppositori di puntare apertamente ad impedire la Brexit, emersa dal risultato del referendum del 2016. Jeremy Corbyn, si è detto pronto alle elezioni anticipate, ma ha avvertito ai Comuni di non essere disponibile a votare sulla mozione di scioglimento della Camera preannunciata da Johnson, prima della approvazione della legge anti-no deal già calendarizzata. Sulla stessa linea si sono collocati i leader degli altri partiti d’opposizione, dagli indipendentisti scozzesi ai liberaldemocratici. Per far sciogliere la Camera, occorre il sì di due terzi dei deputati.

Sono stati 21 i parlamentari conservatori che hanno votato contro la linea del governo di Boris Johnson insieme alle opposizioni, favorevole a un nuovo rinvio della Brexit, saranno espulsi dal gruppo parlamentare Tory.

La sconfitta del governo è conseguenza della perdita della maggioranza assoluta che sosteneva Johnson alla Camera dei Comuni.

Jeremy Corbyn ha replicato duramente a Boris Johnson accusandolo di “attaccare la nostra democrazia” per cercare di portare la Gran Bretagna verso “una sconsiderata Brexit no deal” e lo irride sui progressi che il premier Tory rivendica nello sforzo di riaprire il negoziato con l’Ue. “Questo non è più solo il governo del caos, è anche il governo della codardia”, ha affermato il leader laburista, sfidando Johnson a rispettare “lo stato di diritto” e ad accettare la legge anti-no deal se la Camera l’approverà.

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