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Docenti e assegnazioni, verso una mobilitazione

Non si placa, nonostante il deserto agostano, l’agitazione dei docenti coinvolti nei trasferimenti di massa, anche a centinaia di chilometri dalla città di residenza.

Senza pretesa di restituire con completezza le critiche al Miur e al governo, né la totalità delle proposte di mobilitazione incampo, ve ne offriamo qui un sintetico florilegio:

Il sostegno dell’Usb alle mobilitazioni di ieri:

Scuola: da Napoli a Palermo monta la protesta. Il Ministero schiera la Polizia

Questa mattina centinaia di Docenti hanno occupato l’Ufficio Scolastico Territoriale (ex provveditorato) di Palermo. La protesta si è svolta in modo concitato ma pacifico e le forze dell’Ordine intervenute hanno assistito a momenti di rabbia e sconforto senza intervenire, comprendendo le difficoltà dei manifestanti. Nello stesso momento a Napoli i Docenti hanno ricevuto come risposta alle legittime proteste un folto schieramento di forze di Polizia, con le quali ci sono stati momenti di forte tensione.

Le proteste, concentrate soprattutto nel Sud Italia, sono finalizzate ad ottenere trasparenza nei criteri utilizzati dal sistema informatico del MIUR, chiarimenti sugli errori nei trasferimenti comunicati ieri in tarda serata e chiedere il ritiro dei trasferimenti effettuati e l’annullamento della procedura per gli Insegnanti delle scuole Superiori di Secondo Grado, la cui pubblicazione è prevista per il 13 agosto.

USB Scuola, che denuncia questi rischi sin dall’avvio delle procedure di mobilità, resta al fianco dei Lavoratori: “Saremo in Prefettura a Palermo lunedì 8 agosto per denunciare il grave abuso che stanno subendo i Docenti italiani e meridionali in particolar modo” afferma Luigi Del Prete, membro dell’Esecutivo Nazionale Scuola.

scuola-900x450-1426181215Un appello apparso nelle ultime ore:

Estate di grande agitazione nel mondo della scuola per via delle operazioni di trasferimento, operazioni a carattere straordinario. Quest’anno infatti c’è una novità: quella che nella L.107/15 (comma 108) è stata definita “mobilità straordinaria”, che non solo consente agli insegnanti di potersi spostare volontariamente, ma assegna a tutti i neoassunti, a seguito del piano straordinario del Governo Renzi, la sede definitiva, su tutto il territorio nazionale, obbligatoriamente. Una valanga di movimenti, e gestiti, contrariamente a come sempre avvenuto, non a livello locale, ma nazionale e mediante una procedura di assegnazione informatizzata. Numerosissimi gli errori riscontrati negli elenchi già pubblicati, come la denuncia di una totale mancanza di trasparenza a seguito delle scarse indicazioni, in essi contenute, fondamentali a garantire meccanismi di autotutela.
Ma addirittura FLC CGIL rileva non solo la presenza di errori di varia natura, ma l’utilizzo di un criterio di computazione differente da quello sottoscritto nel CCNI 2016, che avrebbe completamente alterato i risultati di tutti gli elenchi già editati dall’Amministrazione (come comprovato da un faldone di casi esaminati). Fatto gravissimo, tanto da portare il sindacato a richiedere il rifacimento di tutta l’operazione, nel rispetto delle attese degli insegnanti e di domande compilate sulla base dei criteri descritti nel contratto.
La cosa comprometterebbe il regolare avvio dell’anno scolastico, con ripercussioni di gravità inaudita, tanto da portare Pantaleo a richiedere le dimissioni del Ministro. Tutto sbagliato, eppure il Ministero nega.

http://m.flcgil.it/…/mobilita-scuola-2016-2017-ecco-gli-err…

Ma oggi, a seguito di un altro incontro tra O.O.S.S. e Amministrazione, pare che il MIUR sia giunto a un accordo (o timida ammissione?), indicando, per i casi singoli segnalati, la via della conciliazione (art. 17 comma 2, del CCNI/2016). Al singolo candidato verrà data la possibilità di accordarsi su una sede migliorativa, rispetto a quella a lui assegnata, indicando i nominativi dei contro interessati con i relativi punteggi. E cosa diranno mai i contro interessanti a fronte non già di errori “fisiologici” (come afferma il sottosegretario Faraone) ma di errori procedurali, che hanno compromesso totalmente la correttezza di tutti gli elenchi? Parliamo di 205.444 persone.
http://www.orizzontescuola.it/…/mobilit-miur-verificher-eve…

Il Ministero cerca di occultare un fatto gravissimo che coinvolge migliaia di famiglie. Famiglie in balia di un Governo a cui interessa solo la sua “performance”: dimostrare di rispettare la tabella di marcia, di tenere fede alle promesse, di essere in grado di farlo in tempi record. E a che prezzo, se si calpestano diritti fondamentali? Ed è forse il caso di cominciare sul serio a riflettere sulla buona salute della nostra democrazia. E proprio nei giorni in cui infiammano le polemiche sulle nomine Rai, pure questa aggiunge un altro tassello a riprova dell’opportunità di questa riflessione.

Non mancano i commenti molto condivisi, anche se espressi a titolo individuale, come questo:

Le graduatorie non andavano bene. C’era troppa trasparenza. Se uno aveva accumulato punti indiscriminatamente e superava in graduatoria dei colleghi, se ne accorgevano tutti e si poteva fare immediatamente ricorso con risultati rapidi.
Ora no. Ora c’è l’algoritmo dei misteri. E tale deve rimanere: misterioso. Il mistero di gente con pochi o zero punti che si ritrova nella scuola sotto casa, mentre chi ha più punti viene spedito in Culonia; il mistero di chi finisce in un ambito territoriale che non ha affatto indicato nella domanda; il mistero delle assegnazioni sul sostegno a docenti senza apposita specializzazione; il mistero dei docenti mandati fuori regione nonostante i posti vuoti nelle Scuole della loro provincia…
E se ti lamenti col MIUR ti rispondono ‪#‎staisereno‬, è tutto regolare, va tutto bene, non si torna indietro.

Oppure quest’altro:

La cosa più allucinante, che mi fa pensare all’universo di 1984, e’ come un “pazzo” algoritmo informatico possa decidere del nostro futuro lavorativo costruito con anni di rapporti umani forti, spiazzanti e vitali. Una macchina riduce il nostro universo umano e affettivo ad un segmento anonimo della catena combinatoria di sequenze, annullando le nostre storie personali e trasformando ognuno di in un concreto e asettico elemento del processo. Non è casuale che tutto questo stia avvenendo nel mondo della scuola, nel tentativo di spezzare l’unico luogo di socialità quotidiane condivise ancora capace di promuovere ribellioni, resistenze e coscienze critiche. La microfisica del potere e’ in piena azione, riducendo ogni insegnate a tassello di algoritmi oppressivi in cui scoprirsi soli e incapaci di reagire alla macchina … Ma non lasciamoci ingannare, dietro ci sono sempre e solo uomini, quelli che ci vogliono schiavi, silenziosi e disposti ad accettare tutto. (Luigi Del Prete)

Un’assemblea di docenti svoltasi nella sede dei Cobas ha approvato questo testo:

Il 3 agosto si è tenuto un incontro di docenti interessati dalla fase C dei trasferimenti nella sede Cobas di Roma.

Dall’incontro sono emerse le seguenti forti critiche alla modalità con cui ha operato il Miur, indipendentemente dal fatto che alcuni presenti erano già stati soddisfatti nell’ambito di prima scelta.

Si è rilevato:

La totale mancanza di chiarezza sull’algoritmo seguito per l’assegnazione degli ambiti; da quanto accaduto si evince che la procedura seguita ha privilegiato la scelta del primo ambito come ulteriore variabile rispetto al punteggio; facciamo presente che questa richiesta (allargata alla Provincia) era stata ripetutamente formulata al Miur che aveva sempre negato tale possibilità affermando che le graduatorie avrebbero seguito il solo criterio del punteggio (come previsto nel contratto sulla mobilità). Non contestiamo pertanto che tale variabile sia stata inserita ma è grave che ciò sia avvenuto all’insaputa degli interessati: avendo tale informazione, infatti, i docenti avrebbero potuto optare per scelte diverse.

La totale mancanza di trasparenza nelle graduatorie di ambito; è di fatto impossibile, con i dati forniti dal sistema informatico, verificare la correttezza delle assegnazioni ed esercitare una funzione di controllo. I dirigenti del Miur affermano tautologicamente che tutto è corretto ma non forniscono nessuna possibilità di verifica di tale affermazione.

L’impossibilità dichiarata da parte degli USP di provvedere a rettifiche in autotutela anche in presenza di errori acclarati; infatti non possono essere restituiti alla sede di provenienza gli eventuali non aventi diritto in quanto non esiste sede di provenienza. Tale situazione comporterà l’inutilità dei reclami obbligando i docenti a difendere i loro diritti esclusivamente davanti al giudice del lavoro.

I presenti

sottolineano come tale atteggiamento del Miur denoti ancora una volta la scarsa considerazione in cui è tenuta la dignità umana e professionale dei docenti;

considerano come grave precedente quanto accaduto perché nell’assenza della certezza del diritto, ogni arbitrio diviene possibile e ritengono pertanto indispensabile attivare anche azioni legali a tutela dei docenti;

invitano quanti non intendono rassegnarsi a tali affronti (singoli o strutture) a ragionare insieme per una data in cui organizzare una iniziativa di denuncia di quanto è accaduto e sta accadendo (orientativamente si propone il 22 o 23 agosto).

COBAS SCUOLA di Roma
Coordinamento Docenti Fase C Roma

Il comunicato dei Partigiani dellla Scuola Pubblica:

I PSP: ecco cosa sta succedendo. Risposta alla Puglisi

In questi giorni in cui migliaia di docenti interessati dalla mobilità connessa al piano assunzioni della riforma della scuola protestano contro i numerosissimi errori commessi nell’espletamento delle procedure dagli enti periferici del MIUR, un comunicato della Puglisi vorrebbe spegnere le polemiche cavandosela con i soliti slogan propagandistici che attribuiscono al governo il merito di 90.000 assunzioni e di concedere assegnazioni provvisorie agli insegnanti “deportati”.

I Partigiani della Scuola Pubblica si permettono di fornire una visione della problematica leggermente diversa.

La legge 107/2015 nasce con un gigantesco piano assunzioni rivolto a docenti precari storici, ma anche a gente che aveva un servizio inferiore ai 36 mesi richiesti dalla sentenza della corte europea, il tutto a condizione che tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado perdessero la libertà di insegnamento e divenissero precari a vita.

Alcuni hanno accettato l’alto prezzo da pagare, quello della roulette russa, che avrebbe spedito i neoassunti ovunque stabilisse un algoritmo per giunta difettoso, altri hanno rinunciato, non avendo la possibilità o l’intenzione di sottostare a questo ricatto, altri invece il ricatto lo hanno subito senza poter fare nulla, e sono i docenti assunti precedentemente all’entrata in vigore di questa legge, divenuti anch’essi precari e ricattabili.

Ebbene, questa legge nasce da una necessità economica di pareggiare il bilancio in negativo delle assunzioni nuove con la perdita dei diritti di tutti, grazie alla legittimazione di abusi a vantaggio dei dirigenti, non nasce da ciò da cui dovrebbe nascere una vera riforma, ovvero dai bisogni dell’utenza.

Di cosa avrebbero avuto bisogno i nostri ragazzi? Di essere maggiormente seguiti nel percorso scolastico. Ci sarebbe stata la possibilità di collocare i docenti riducendo il numero di alunni per classe ovvero attivando dei percorsi pomeridiani permanenti a beneficio di quanti a casa non hanno nessuno che possa guidarli nell’acquisizione di un corretto metodo di studio fino alla completa autonomia, nel rispetto delle pari opportunità. Invece il governo ha inteso creare dei docenti di “potenziamento “ che non hanno precise mansioni, che non possono essere impiegati in orario antimeridiano con i fondi d’istituto ormai ridotti al lumicino, perché la loro opera deve essere prestata “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Si tratta di personale che i dirigenti devono mettere a servizio della scuola, a cui si affidano tutti gli scarti del lavoro inevaso o inevadibile e talvolta anche ai limiti della legalità. 

É bene che tra una propaganda e l’altra il MIUR e il Governo ricordino che non stanno amministrando un’azienda ma un servizio dello Stato per il cittadino! Le nozze con i fichi secchi non prendono in giro nessuno: per creare nuovi posti di lavoro di cui la scuola comunque ha gran bisogno, bisogna prevedere investimenti che consentano ai lavoratori di avere delle precise mansioni, questo piano assunzioni che nasce dal presupposto che le persone siano delle pedine o dei tappa-buchi non fa i conti con le ragioni degli squilibri che vedono un nord Italia sprovvisto di docenti ed un sud Italia con esubero di personale. La ragione é che la professione di insegnante é la peggio retribuita tra quelle dei laureati della pubblica amministrazione.

Nessun laureato residente in un territorio dall’economia florida si impegnerebbe in un’attivitá che non gli consentirebbe di arrivare a fine mese, nel sud Italia l’accettazione di condizioni economiche svantaggiose era fino alla legge 107/2015 il prezzo pagato alla possibilità di lavorare liberi dalle mafie. Ebbene questo Governo ha tolto alla professione docente anche l’ unico vantaggio che compensava il disagio dello stipendio da fame. Questo Governo può pensare di mandare gente del sud con famiglia a carico a lavorare dove con quello stipendio non ci si può nemmeno mantenere?

Il lavoro con questo Governo ha cessato la sua funzione di procurare reddito e libertà, produce povertà e schiavitù, cessa la sua funzione sociale.

Ecco perché questo Governo dovrebbe immediatamente cessare la sua funzione, essendosi reso palesemente indegno di ricoprirla e il ministro Giannini dovrebbe sparire dagli annali della Pubblica Istruzione, avendo varato, avallato e sostenuto una riforma talmente fatta male da non avere recato alcun beneficio a nessun soggetto coinvolto nella Scuola dello Stato e non essendo tuttora in grado di fornire agli operatori indicazioni su come applicarla a contesti e persone, non essendo tuttora in grado di trovare soluzioni per i numerosi e gravissimi errori commessi nelle operazioni di mobilità.

da Orizzonte Scuola:

Mobilità: Miur insiste su algoritmo corretto (ma non lo pubblica), spetta al docente dimostrare errore. 8.576 assegnati fuori regione, aggrappati alle assegnazioni provvisorie

Questa la sintesi di intense giornate, in cui i sindacati hanno cercato un dialogo con l’Amministrazione. Di fatto il dato più importante, la pubblicazione del famoso algoritmo che ha costretto (finora, in quanto manca ancora il dato della secondaria di II grado) ad un trasferimento più di 8.000 docenti, rimane segreto nelle stanze del Miur.

Da un lato i sindacati avanzano l’ipotesi che gli innumerevoli errori riscontrati possano essere dovuti ad una taratura dell’algoritmo diversa rispetto a quanto concordato (e messo per iscritto) nel Contratto integrativo, dall’altro il Miur insiste sulla correttezza e ammette solo delle anomalie dovute al numero eccessivo di record inseriti (nove milioni e mezzo solo per la fase C della primaria).

E a chi si lamenta dell’eccessivo esodo determinato dalla mobilità straordinaria ricorda che le regole sono state condivise e sottoscritte proprio con i sindacati

Le parole “A fronte di docenti che escono dalla loro regione ce ne sono anche tanti che rientrano. I primi sono neoassunti. Docenti passati, con il piano di assunzioni del 2015, da uno stato di precarietà al contratto a tempo indeterminato. A rientrare sono insegnanti che per anni hanno lavorato fuori dalla loro regione. Per molti di coloro che devono spostarsi – chiude il Ministero – grazie ad uno specifico provvedimento del Governo, ci sarà la possibilità di usufruire delle assegnazioni provvisorie che consentiranno a tanti insegnanti di restare comunque nella propria regione”.

Ma in questo modo il Ministero elude il problema, che non è solo quello emotivo legato al trasferimento forzato, ma quello di essere coscienti che le procedure sono state corrette, verificabili, trasparenti. Chiediamo troppo? Secondo il Ministero, a quanto pare, sì. E infatti l’algoritmo continua a rimanere secretato.

Rifare le procedure? Non se ne parla, spetta al docente dimostrare l’errore in maniera circostanziata, segnalarlo attraverso l’istituto della conciliazione, presentare la documentazione all’Ufficio Scolastico, che la invierà al Miur, che opererà la verifica e forse, forse modificherà quel trasferimento.

La procedura per la richiesta di conciliazione prevederebbe, entro 15 giorni dalla pubblicazione dei movimenti, la presentazione della richiesta di conciliazione, con i motivi del reclamo, all’USP presso il quale è stata inviata la domanda di mobilità.

La richiesta dovrà contenere i dati del ricorrente comprensivi del punteggio di trasferimento, le sedi per cui si ha interesse a conciliare, ritenute migliorative rispetto a quella assegnata, all’interno di quelle già richieste con la domanda di mobilità e dovrà indicare gli eventuali contro interessati con i relativi punteggi.

L’USP inoltra i dati al sistema centrale del MIUR che verifica e valuta la fondatezza della contestazione e, se accertata, corregge il movimento ripristinando il diritto del docente al posto richiesto sulla base del punteggio.

Ricordiamo che la conciliazione sottoscritta ha valore di sentenza e consente di ottenere lo stesso risultato che si potrebbe ottenere dopo  vertenza al giudice del lavoro. L’Amministrazione, pertanto, non annullerà le operazioni già disposte nei confronti degli eventuali controinteressati, ma assicurerà, tramite la conciliazione, il rispetto dei diritti contrattuali per chi ha subito un movimento non corretto. Tramite avviso agli uffici il MIUR al più presto darà indicazioni per la raccolta delle richieste di conciliazione.

L’ultima speranza, vana in alcuni casi, rimane quella dell’assegnazione provvisoria.

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