Menu

Rischio di escalation tra Israele e Libano. Ma Tel Aviv potrebbe avere brutte sorprese

Due riservisti israeliani della sicurezza locale di Metula sono stati feriti da un attacco missilistico anticarro di Hezbollah nella notte. Uno è stato gravemente ferito, mentre l’altro è in buone condizioni, dice l’IDF. L’agenzia Ynet riferisce che anche un altro soldato israeliano è stato gravemente ferito da schegge a seguito dell’intercettazione di uno dei droni.

Crescono intanto gli allarmi e i timori per una escalation bellica tra Israele e le zone del Libano controllate da Hezbollah.

A dare voce a questi timori è stato il capo dello stato maggiore congiunto delle Forze armate Usa. Charles Q. Brown, secondo cui un attacco israeliano in forze contro Hezbollah in Libano rischierebbe di innescare rappresaglie dell’Iran contro le forze israeliane e statunitensi nella regione. Secondo il generale, l’Iran “sarebbe più propenso a sostenere Hezbollah” se Israele intraprendesse un conflitto aperto con il partito militante libanese, “specie se (Tehran) ritenesse che su Hezbollah incombe una minaccia significativa”. Il movimento sciita Hezbollah ha la capacità di difendere se stesso e il Libano. aveva affermato la delegazione diplomatica della Repubblica Iraniana all’Onu.

Le dichiarazioni del generale Brown confermano le preoccupazioni da parte della Casa Bianca tese a dissuadere Israele dall’estendere al Libano la guerra in corso da mesi a Gaza.

Proprio ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la fase attiva dell’offensiva israeliana a Gaza sta per concludersi, ma ha anche avvertito che una guerra contro Hezbollah in Libano potrebbe essere all’orizzonte.

Ma tra le preoccupazioni ci sono anche quelle di carattere strettamente militare. Gli analisti del dipartimento della Difesa Usa temono infatti che i sistemi antimissili Iron Dome, fulcro della difesa aerea israeliana contro gli attacchi di razzi e missili, possano essere saturati e neutralizzati nell’eventualità di un conflitto aperto tra lo Stato ebraico e le milizie sciite libanesi di Hezbollah.

La scorsa settimana l’emittente televisiva statunitense “Cnn”, aveva citato “tre funzionari statunitensi” anonimi, secondo i quali il Pentagono, che avrebbe già condiviso i propri timori con le autorità israeliane, teme che l’Iron Dome, e più in generale l’apparato di difesa aerea nel nord di Israele, sia vulnerabile al numeroso e variegato arsenale di razzi, missili e droni a disposizione di Hezbollah.

Se tale scenario dovesse realizzarsi, “stimiamo che almeno alcune delle batterie antiaeree Iron Dome “verrebbero sopraffatte”, ha dichiarato alla “Cnn” un alto funzionario anonimo dell’amministrazione presidenziale Usa. Hezbollah avrebbe accumulato armi di precisione proprio al fine di soverchiare l’avanzato apparato di difesa aerea israeliano, e già all’inizio di giugno Hezbollah ha diffuso video che sembrano mostrare un attacco di successo contro una batteria Iron Dome presso una base militare nel nord-est di Israele. Si tratta – sottolinea la “Cnn” – del primo caso documentato di un attacco di successo contro l’avanzato sistema di difesa aerea, anche se le Forze di difesa israeliane hanno rifiutato di confermarne il danneggiamento.

La prospettiva di un conflitto su larga scala tra Israele e il Libano appare però sempre più concreta, e Tel Aviv avrebbe già comunicato a Washington l’avvio di preparativi per una campagna militare aerea e terrestre oltre il confine con il Libano.

Ma un attacco israeliano diretto in Libano, metterebbe in movimento fuochi di conflitto anche nel resto della regione.

La milizia irachena Kata’ib Sayyid al Shuhada ha fatto sapere “si unirà al movimento sciita libanese Hezbollah se Israele lanciasse una guerra in piena regola contro l’alleato libanese”. Lo ha dichiarato all’agenzia di stampa irachena “Shafaq” Kadhem al Fartousi, il portavoce del gruppo. “Il conflitto in corso a Gaza e in Libano, tra Hezbollah e Israele, è una lotta unificata e l’Iraq fa parte di questo asse della resistenza. Noi, come organizzazioni irachene, siamo già coinvolti in questa guerra”.

Al Fartousi ha detto che “le milizie irachene stanno conducendo operazioni regolari contro Israele, sostenendo sia la Palestina che il Libano”. La resistenza islamica irachena, è una coalizione di gruppi sciiti che ha effettuato frequenti attacchi contro Israele e in precedenza ha preso di mira le forze statunitensi in Iraq e Siria a sostegno di Gaza

Nel Mar Rosso intanto le forze yemenite Ansarallah, più note come Houthi, hanno danneggiato un’altra nave mercantile in navigazione nel Golfo di Aden con un drone aereo. A confermarlo è il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui l’imbarcazione, colpita nella notte di venerdì, è la nave greca Transworld Navigator, battente bandiera liberiana, che ha subito danni moderati e prosegue la navigazione lungo la sua rotta dalla Malesia all’Egitto. Gli Houthi hanno rivendicato l’attacco.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *