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Milano. Il 15 sciopero del personale Afol

15 settembre AFOL Milano in sciopero. il personale dei Centri di Formazione Professionale entra in sciopero contro il mancato rinnovo del contro di parte del personale precario.

Blocchiamo il primo giorno di scuola!!

Il volantino per lo sciopero

Una cronistoria dell’AFOL Milano (azienda speciale della provincia di Milano).

 

Cronistoria AFOL Milano

Nel 2007 la Provincia di Milano (Sotto la guida della giunta Penati di centrosinistra) crea le aziende speciali AFOL (Agenzia per la Formazione l’orientamento e lavoro), con la finalità di gestire i servizi dedicati al Lavoro (centri per l’impiego, collocamento obbligatorio), alla Formazione professionale (i CFP ex regionali di prima formazione in obbligo scolastico, di formazione di specializzazione post diploma e formazione continua e permanente di aggiornamento professionale ) e all’Orientamento (politiche attive del lavoro e dispersione scolastica). Tutti questi servizi erano già erogati dalla Provincia, saranno invece erogati da questa nuova realtà aziendale, al 100% di proprietà della Provincia ma con una sua autonomia gestionale. Oltre ad AFOL Milano vengono create varie AFOL periferiche su tutto il territorio provinciale. A differenza di AFOL Milano, queste vedono anche la partecipazione dei comuni. AFOL Milano viene presentata come un futuro Polo d’eccellenza per il lavoro e l’innovazione.

Di fatto i servizi e la loro erogazione non cambia, cambia però l’assetto istituzionale. Si tratta infatti di un ente pubblico economico, per il quale viene istituito un CDA, con un presidente (di nomina politica) più diverse nuove figure dirigenziali.

Questi servizi erano per la maggior parte portati avanti da lavoratori precari della Provincia di Milano, molti con contratti atipici da più anni. Ai lavoratori viene promesso che, grazie all’istituzione delle AFOL, sarebbero stati progressivamente assunti a tempo indeterminato da questa nuova azienda.

Nel 2008 viene firmato un accordo sindacale che prevede, nell’arco di tre anni, la stabilizzazione per tutti i lavoratori precari di AFOL.

Ovviamente l’accordo sarà disatteso, le assunzioni saranno per un numero limitato di lavoratori, finché non si arriva nel 2009 al cambio di giunta, con la vittoria del centrodestra di Podestà.

La prima intenzione di Podestà è quella di chiudere le AFOL, poi però ci ripensa.

L’assetto istituzionale di AFOL è infatti un ottimo contenitore clientelare, essendo un ente pubblico economico quindi di natura privatistica. Podestà nomina ai vertici aziendali diversi personaggi legati alla sua fazione del Pdl fra cui Luigi Degan (direttore generale) e Silvia Sardone (consigliera che poi diventerà presidente) i quali si presentano con intenzioni di drastiche riduzioni di personale.

Questo porta, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2012, ad una serie di mobilitazioni e vertenze legali che portano alla stabilizzazione di tutto il personale assunto a tempo determinato. Nel frattempo il DG Luigi Degan viene destituito da una sentenza del Tar per aver falsificato il Curriculum nel momento in cui è stato nominato Direttore (Il bando infatti richiedeva precedenti esperienze dirigenziali). Verrà poi rimesso in carica da una sentenza del consiglio di stato.

Restano fuori da questa stabilizzazione i lavoratori con contratto a progetto che lavorano soprattutto nella formazione professionale. Si tratta di insegnanti, tutor e coordinatori dei corsi di formazione di obbligo formativo DDIF (scuole professionali di estetica, acconciatura e sartoria) e della formazione di specializzazione post diploma e di aggiornamento professionale in vari ambiti (informatica, chimica, servizi alle imprese, fotografia, comunicazione visiva e moda).

Con l’entrata in vigore della legge Fornero, a settembre 2012 i contratti a progetto vengono trasformati a tempo determinato. Per bloccare eventuali cause legali, viene però richiesta la firma di una conciliazione su tutti i contratti pregressi. Anche in questo caso viene promessa l’uscita a breve di bandi per la stabilizzazione, bandi che ovviamente non usciranno mai.

Il 2013 è l’anno nero di AFOL Milano. Si consuma una lotta di potere fra le alte sfere dirigenziali che riflette la diaspora interna al PDL. Luigi Degan viene definitivamente messo fuori dai giochi in seguito ad una sentenza penale sulla vicenda del CV falso, vengono fatte una serie di assunzioni clientelari, vengono segonfiate le spese per gli acquisti (AFOL finisce sui giornali per aver tentato di acquistare arredi a prezzi da capogiro) si buttano soldi in fantomatici progetti faraonici, vengono smantellati servizi come l’orientamento (pur essendo parte della mission di afol) e vengono smantellati uffici chsee garantivano il reperimento di risorse economiche. A farne le spese sono come sempre i lavoratori e gli utenti dei servizi.

Viene continuamente ripetuto che dal punto di vista economico non ci sono problemi, che i conti di afol sono in ordine, ma i bilanci non vengono approvati.

Per 3 anni di fila il bilancio non viene approvato dal consiglio Provinciale (che ha comunque un potere di controllo sulla gestione di AFOL) ma vengono costantemente concesse deroghe all’approvazione, questo riflette i contrasti interni della maggioranza in consiglio, con un PDL in progressivo disfacimento. Questo permette alla dirigenza AFOL Milano di fare tutto senza alcun controllo e senza che il bilancio sia reso pubblico.

Con il decadimento sedel consiglio provinciale dello scorso giugno e l’investitura di Podestà come commissario, sarà lo stesso Podestà ad approvare i bilanci degli ultimi 3 anni.

A questo punto emergono i problemi finanziari dell’azienda, che prima venivano semplicemente nascosti. Ovviamente i primi a farne le spese sono i lavoratori precari della formazione. Ad alcuni non è stato rinnovato il contratto, altri sono in vertenza. Negli stessi giorni, ad agosto in gran segreto, escono dei bandi interni per assegnare 8 posizioni di alto profilo con relative indennità e premi, per un esborso totale che supera i 100.000 euro per le casse di Afol.

 

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