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Milano. La security di Zara spintona i lavoratori

“Il Primo Maggio non si lavora” è lo slogan ripetutamente lanciato questa mattina in Piazza Duomo, a Milano, dai lavoratrici e dai lavoratori dell’Usb che contestavano la decisione da parte della catena spagnola di abbigliamento Zara di tenere aperto anche oggi, giorno festivo e teoricamente dedicato proprio alle lotte e ai diritti dei lavoratori.

Mentre a Roma la proprietaria del negozio Zara di Largo Goldoni ha chiamato la polizia per far sgomberare i contestatori, a Milano è stata la security privata a incaricarsi di malmenare e spingere fuori dal negozio i sindacalisti. Sindacalisti che stavano mettendo in atto il cosiddetto ‘spogliarello dei diritti’ per denunciare il lavoro obbligatorio durante i giorni festivi.

“Abbiamo scelto il 1 maggio – spiega il sindacato di classe – per questa iniziativa di denuncia delle condizioni di lavoro, basate sullo sfruttamento e sulla demolizione dei diritti acquisiti, a cui sono sottoposti donne e uomini che lavorano nel commercio”. Contro l’azienda Zara l’Usb ha lanciato da tempo “una dura vertenza legata alla tutela dei diritti dei lavoratori che anche il Primo maggio sono costretti a lavorare. Spogliati di ogni diritto, daremo visibilità a questa condizione di sfruttamento attraverso lo spogliarello dei diritti: uno strip-tease durante il quale ci spoglieremo degli abiti e, simbolicamente, dei diritti”.

rgUna protesta forte ma simbolica. Ma i rappresentanti del sindacato sono stati spintonati violentemente, in particolare Riccardo Germani, che ha dovuto far ricorso alle cure mediche di una ambulanza del 118 arrivata sul posto insieme ad una volante della polizia. Gli ‘addetti alla sicurezza’ non hanno gradito evidentemente il fatto che i sindacalisti fossero rimasti in biancheria intima davanti ad un nutrito gruppo di giornalisti e video-operatori che stavano documentando la protesta mentre i gestori del negozio tentavano senza riuscirci di abbassare la saracinesca esterna per impedire ai lavoratori di protestare. Ai giornalisti l’Usb ha spiegato che l’intenzione era solo quella di entrare per regalare dei fiori “a chi è costretto a lavorare anche il 1 maggio, ma siamo stati aggrediti”.

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