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Duemila esuberi all’Alitalia. Primo macigno sulla strada del governo

Nel giorno del suo giuramento, in attesa di ricevere la fiducia al Parlamento nei primi giorni della prossima settimana, il nuovo governo deve avere coscienza dei dossier più urgenti con i quali dovrà fare i conti fin dai primissimi secondi di vita. Tra questi c’è sicuramente Alitalia.

Mentre oramai si dà per scontato un ennesimo mini-rinvio fino a fine settembre, continuano a uscire indiscrezioni sul piano industriale che il novello consorzio sta mettendo a punto, il quale prevederebbe 2.000 (duemila) esuberi.

Questo sarebbe un enorme macigno posto sui primi passi del governo, perché parlare di esuberi in Alitalia significa parlare un’altra volta della solita minestra immangiabile fatta di ridimensionamento, esternalizzazioni e mancato sviluppo della flotta, propinata da 20 anni e che tanti danni ha prodotto.

Di nuovo, saremmo di fronte al perseguimento esclusivo degli interessi dei privati ai danni di quelli della Compagnia, dei suoi dipendenti e dell’intero Paese, dato che non si può fare a meno di avere un grande vettore nazionale di riferimento. Tutto questo sarebbe confermato anche dai nomi che circolano sui probabili candidati al posto di A.D.: una vera e propria galleria degli orrori di chi ha fatto il peggio del peggio nel trasporto aereo italiano.

USB ha quindi inviato già oggi al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al nuovo Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, la propria nota sulle condizioni che ritiene imprescindibili per il reale rilancio di Alitalia e la salvaguardia occupazionale: lo sviluppo della flotta di lungo raggio, l’accesso finora negato alle rotte translatlantiche, il mantenimento del perimetro aziendale, la reinternalizzazione delle attività a partire dalle manutenzioni e la decimazione degli appalti e delle consulenze.

Il Governo partecipa in quota maggioritaria attraverso il Mef e il Gruppo FSI al consorzio che sta discutendo adesso sul futuro di Alitalia. USB ribadisce che la nazionalizzazione vera e propria rimane la vera via d’uscita che salverebbe Alitalia dagli appetiti di competitor e privati, ma adesso tocca al Governo assumersi la responsabilità di non permettere un nuovo scempio ai danni di lavoratori e dell’intera collettività.

Su questi temi USB conferma il proprio sciopero di 24 ore di tutto il personale Alitalia il prossimo 23 settembre.

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