Menu

Fine della “ripresa”. Forte calo della produzione industriale

Non ci soltanto le dichiarazioni dei “facitori di governi” come De Benedetti. A tirare i piedi di Renzi, la notte, ci sono soprattutto i dati economici – depressivi – che smontano ogni tentativo di raccontare palle (il cosiddetto storytelling all’italiana) e di persuadere il pubblico che “tutto va bene, se solo smettessimo di dire che vale” (copyright dell’impagabile Deborah Serracchiani)-

E stamattina l’Istat certifica l’impressione che si ha girando per i luoghi di lavoro: “A maggio 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,6% rispetto ad aprile”.

Una percentuale rilevante perché riferita a un solo mese (corrisponderebbe a un -7,2%, se tutti i mesi andassero nello stesso modo), e che abbatte completamente quel poco di “ripresa” che si era avuta nei due mesi precedenti, cosicché nel trimestre si registra un aumento di appena lo 0,1%. Nella media dei primi cinque mesi dell’anno, invece, la produzione è aumentata dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Naturalmente bisogna ricordare che questo dato riguarda la sola produzione industriale, ovvero senza considerare né l’agricoltura né i servizi; quindi il dato non si traduce automaticamente in una identica dinamica del Pil. Ma certo non aiuta a “tener su” le attese…

L’indice destagionalizzato mensile presenta infatti “variazioni congiunturali negative in tutti i comparti”, ma alcuni comparti debbono preoccupare più di altri. La diminuzione più firte, infatti, di registra nei beni strumentali (-1,8%), il che vuol dire che è calata fortemente la domanda di macchinari; segno che sono fortemente rallentati gli investimenti in vista di nuova produzione. Ergo, che il calo si trascinerà anche sui mesi successivi.

A tener su, in qualche modo, i valori mensili provvede ancora una volta il settore automobilistico (+5,6%), dove prosegue la sostituzione del parco auto più anziano dopo quattro anni di serissima recessione. Crescono anche i comparti della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,3%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,5%).

Le diminuzioni maggiori si registrano invece nei settori dell’attività estrattiva (-13,5%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,7%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,5%).

Il rapporto completo dell’Istat: IPI0516

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *