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Bologna: la crisi del PD nel voto delle periferie

La retorica dei mass media e del PD, nei commenti sulle elezioni amministrative appena passate, ha più volte banalizzato l’analisi di questa ultima tornata elettorale, concludendo che al di là di tutto, esistono ancora dei capisaldi come Bologna, dove il PD rimane alla guida del territorio.
Ma il Partito Democratico ha un problema nelle e con le periferie, a Roma, Napoli e Torino così come a Bologna, dove pure risulta vincente.
In una recente pubblicazione, l’Istituto Cattaneo mette in evidenza alcuni dati sul voto delle periferie bolognesi, che raccontano di un territorio che seppur lentamente sta abbandonando l’ipotesi del Partito Democratico anche nel capoluogo emiliano, confermando così la tendenza nazionale di un inesorabile scollamento della politica del PD fatta di esclusione sociale e marginalizzazione di ampie parti del tessuto cittadino.
Il concetto di perifericità va sicuramente trattato con le dovute precauzioni. “A Bologna” scrive Marco Valbruzzi dell’Istituto Cattaneo “esistono zone periferiche lontane dal centro nelle quali vivono le famiglie più ricche e sicuramente meno disagiate da un punto di vista economico. Perciò, il concetto di “perifericità” va trattato con cautela, facendo attenzione a non confondere gli aspetti meramente territoriali con quelli più strettamente sociali”.
Lo studio dimostra come le periferie più ricche abbiano tendenzialmente espresso un voto di centro-destra, rappresentato in extremis dalla Lega di Lucia Borgonzoni, mentre M5S e PD si contendono in maniera sempre più forte i voti delle periferie mediamente più povere.
Ma in questa contesa, il PD rimane favorito tra le fasce di elettori più anziani, “che si sono avvicinate o socializzate alla politica al tempo – ormai passato– dei partiti di massa”.
I giovani, precari, disoccupati o comunque sia tendenzialmente scoraggiati da un sistema di lavoro che li condanna a un progressivo abbassamento della qualità della vita, preferiscono una ipotesi di rottura, sia essa affidata al M5S (<45 anni) o alla reazione fascioleghista (45-50 anni).
Ancora lo studio dimostra che statisticamente la questione “immigrazione” non è stata colta come dato decisivo per la scelta dell’elettorato.
“Da veri “imprenditori della paura”, i due esponenti leghisti (Borgonzoni e Salvini) hanno cercato di cavalcare la questione degli immigrati, provando a intercettare i consensi di chi vede minacciata dagli stranieri la propria sicurezza sociale (ed economica).” In realtà i voti alla Lega “ non provengono in misura maggiore dalle sezioni elettorali dov’è più elevata la presenza degli stranieri e, quindi, dove la paura nei confronti degli immigrati dovrebbe essere più forte. “Il voto al centrodestra sembra ancora essere guidato più da motivazioni di natura economica, piuttosto che da valutazioni di origine sociale legate all’immigrazione”.

Riassumendo, il Pd perde la maggior dei voti nelle sezioni più povere (-15,3 punti percentuali), mentre rimane stabile (o in leggero aumento) nelle sezioni più ricche (dato questo che fa riflettere su quali siano gli interessi che il PD tutela e difende).
Se quindi la politica del PD anche a Bologna sarà quella di non tener conto di avere un problema di consensi nelle periferie, è probabile che nei prossimi anni si assista anche in Emilia Romagna al lento sgretolamento del sistema PD, come sta già avvenendo in altre regioni.
Conclude lo studio: “Alla prima occasione utile, chi oggi vive – per citare Francesco Alberoni – “alla periferia del centro”, cioè in condizioni di crescente difficoltà sociale, ha in parte voltato le spalle ai rappresentanti del potere centrale, sia esso locale o nazionale”. Il voto contro l’establishment dei poteri forti, quindi, è presente anche a Bologna, dove anche se il Partito Democratico ha per ora vinto la battaglia, ci sono tutti i presupposti per l’inizio di una guerra tra il centro e la periferia, arrivata (o che sta arrivando senza probabilmente rendersene conto in modo organizzato e collettivo) al limite della sopportazione della propria condizione sociale.

Redazione Contropiano Bologna

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