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Ragazze schiave. Il governo taglia i fondi e se ne frega

Il divario tra retorica governativa e atti concreti dell'esecutivo sta diventando evidente anche a quelli che si erano illusi bastasse la “gioventù” dei neoministri a garantire una gestione migliore della cosa pubblica.

Chi sta passando nelle forche caudine del Jobs Act o guarda con giusta preoccupazione ogni discorso sulle pensioni, o sui dipendenti pubblici, lo ha capito benissimo. Ma anche il piano relativamente meno osservabile dei “diritti umani” mostra uno scarto clamoroso.

Quando si parla di migranti o profughi, infatti, ogni figurante della maggioranza di governo si riempie la bocca con frasi fatte (e scritte da spin doctor in crisi di creatività) sui “trafficanti di carne umana”, ovviamente da distruggere con la massima determinazione e severità per favorire al massimo la “liberazione dei nuovi schiavi” dalle mani delle mafie, estere o autoctone che siano.

Peccato che le delibere concrete dicano tutt'altro. Anzi, l'opposto.

La denuncia arriva dal settimanale Internazionale, che rivela come il dipartimento per le pari opportunità della presidenza del consiglio abbia stilato una benm strana lista delle regioni che potranno ottenere finanziamenti per i servizi contro la tratta, in primo luogo delle prostitute. Appena 13 milioni, poca roba, da cui saranno comunque escluse “Sardegna, Basilicata, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e alcune zone della Sicilia”. In queste zone le donne costrette a prostituirsi per “ripagare” l'ingresso in Italia non avranno più nessun servizio para-pubblico cui rivolgersi a partire dal 1 settembre.

E dire che proprio la Sicilia, per esempio, costituisce un terminale dove “arrivano ogni anno migliaia di ragazze nigeriane originarie di Benin City e dello stato di Edo”. Il bello, diciamo così, è che alla base di questa illogica selezione non c'è altro che una “vecchissima” attitudine burocratica, per nulla scalfita dal fatto che i dipartimento in questione sia alle dirette dipendenze di Matteo Renzi. Racconta infatti l'Internazionale:

Alla base della decisione del dipartimento per le pari opportunità di escludere alcune associazioni e regioni dai finanziamenti ci sono motivi diversi. Nel caso della Sicilia alcune associazioni sono state escluse perché i fondi sono stati assegnati fino al loro esaurimento in ordine di posizionamento nella graduatoria. Mentre nel caso del Piemonte c’è stato un errore tecnico nella compilazione del bando da parte della regione; in altri casi, come per la regione Liguria, si è trattato di un ritardo nella presentazione della domanda di finanziamento.

Molti insegnanti hanno sperimentato sulla propria pelle la prassi burocratica delle “graduatorie ad esaurimento”, quindi non è difficile capire come il cuore del problema sia nell'esiguità delle risorse destinate al “recupero” delle ragazze schiavizzate. Problema reso tumorale dalla prassi dei “bandi annuali” – per cui ci sono associazioni favorite nelle assegnazioni (e dire che “Mafia Capitale” dovrebbe aver insegnato qualcosa), altre obbligate a farsi da parte, altre affamate dalla mancanza di fondi – e dall'inestistenza di un “piano nazionale” per affrontare un problema che è certamentre internazionale. Di certo, gli unici a guadagnarci saranno le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di schiave in quelle aree.

Ma che ci volete fare… Abbiamo un governo tutto chiacchiere e distintivo, per cui l'unica cosa che conta è occupare i telegiornali e tenere sotto controllo i media mainstream.

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