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Bologna. Il 25 aprile del Pratello strozzato dagli obblighi

Ci sono molti modi di impedire le manifestazioni. Persino di quelle indette per ricordare la data fondativa dell'Italia repubblicana e antifascista: il 25 aprile. O forse proprio per questo…

Da dieci anni il quartiere storico del Pratello ricorda la Liberazione con un vasto programma di iniziative. Ma nessun problema, naturalmente, perché si tratta di una festa popolare celebrata in strada, con tutte quelle attività di intrattenimento – da quella per bambini fino alla quinta età – normali in un paese civile.

Ma dopo il "decreto Minniti" stare in strada diventa pericoloso…

Così il Comune del piddino Merola – stesso partito di Minniti, stessa fredda antipatia per l'antifascismo reale – ha subordinato l'autorizzazione alla festa all'espletamente di una lunga serie di condizioni; onerose dal punto di vista finanziario e per la quantità di persone da impegnare "per la sicurezza".

Chiusura anticipata alle 22.00 per tutti i locali, volontari per controllare il comportamento delle persone in strada, rafforzamento del divieto sul vetro e stretta sui negozi di alimentari, assicurazione fino a un milione di euro per coprire eventuali danni in piazza San Francesco, barriere anti-attentato a spese dell’organizzazione.

Mancava qualche drone bombardiere, e poi la lista sarebbe stata completa.

Gli organizzatori di Pratello R'Esiste hanno deciso perciò di annullare l'iniziativa.

A quel punto l'amministrazione comunale si rende conto di aver pestato una merda e prova a recuperare, tramite una lettera inviata al comitato prganizzatore dall'assessore comunale Matteo Lepore e dal presidente del Quartiere Porto-Saragozza Lorenzo Cipriani: Siamo rimasti piuttosto sorpresi e amareggiati nel le ggere che il Comitato Pratello R'Esiste che Lei rappresenta abbia espresso la volontà di non organizzare più gli eventi legati alla ricorrenza del 25 aprile in via del Pratello e Piazza San Francesco".

Non manca il solito scaricabarile di responsabilità: "Le richieste relative alla sicurezza e all'antiterrorismo che provengono dalla Questura riguardano tutti gli eventi, pubblici e privati, che si svolgeranno a Bologna e a cui tutti devono sottostare, a partire dal Comune di Bologna. L'assicurazione richiesta per Piazza San Francesco è un atto dovuto, soprattutto date le risorse pubbliche che sono state impiegate per i lavori che fino a poche settimane fa hanno riguardato la piazza e i suoi arredi. Se tuttavia il pagamento del premio fosse un ostacolo alla realizzazione della festa, siamo disponibili a venirvi incontro. Quanto alle misure che l'Amministrazione Comunale metterà in atto per assicurare un deflusso ordinato del pubblico, una conclusione certa dell'evento, la possibilità per i mezzi Hera di pulire la piazza e via del Pratello in un orario compatibile con le esigenze di chi la mattina dopo dovrà andare a lavorare, queste sono di competenza dell'Amministrazione Comunale".  Le esigenze della spazzatura prevalgono su tutto, pare…

Da sottolineare davvero c'è soltanto la parte relativa alla Questura: "Le richieste relative alla sicurezza e all'antiterrorismo che provengono dalla Questura riguardano tutti gli eventi, pubblici e privati, che si svolgeranno a Bologna e a cui tutti devono sottostare". Perché chiarisce senza alcuna ombra di dubbio che il dispositivo del "decreto Minniti" sull'ordine pubblico e il "decoro urbano" affidano alle questure e ai prefetti funzioni che espropriano i Conuni di ogni autonomia in fatto di gestione delle manifestazioni di strada, di qualsiasi genere esse siano.

Le uniche autorizzate, va da sé, sono quelle di regime. Governative e/o europee. Tutti gli altri stiano zitti e  acasa, soprattutto dimentichino la Liberazione dal regime precedente.

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