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Il mondo di Minniti nega la giustizia sociale. Un convegno a Bologna

Sabato 23 settembre a Bologna (Casa del Popolo Ventipietre, via Marzabotto 2), si terrà un convegno/confronto su “Stop Minniti. Ordine pubblico o giustizia sociale?” promosso da Eurostop che nel maggio aveva lanciato un appello contro la repressione e per le libertà democratiche che ha raccolto decine di adesioni.

La città, la data e il tema non sono affatto casuali. Quaranta anni fa, proprio a Bologna, il movimento del ’77 tenne il famoso convegno contro la repressione, un appuntamento di massa che intuiva e anticipava il segno di quel progetto autoritario che, colpendo il movimento del ’77 preparava il terreno alla vendetta di classe e alla piena restaurazione dell’ordine capitalistico nel paese. Questi ultimi dieci anni, dalla ultima manifestazione della crisi nel 2008, hanno impresso brutalmente e chiaramente tale segno sui rapporti sociali e le libertà democratiche in Italia. La quadratura del cerchio è leggibile nell’altissimo numero di arresti, processi, provvedimenti restrittivi contro attivisti sociali e sindacali negli ultimi anni – teso a depotenziare ogni espressione politica e organizzata del disagio sociale – e dalle leggi organiche in materia repressiva sistematizzate dal modello Minniti.

E’ la sanzione che i diritti dei padroni si sono dotati di una legalità che viene invocata e imposta anche con manganellate, idranti, processi, mentre i diritti sociali e costituzionali – o la semplice aspirazione alla giustizia sociale a fronte di disuguaglianze accresciute e insopportabili – non vengono riconosciuti e attuati in alcuna forma. Chi prova ad affermarlo si trova a fare i conti un apparato autoritario, uno stato di polizia permanente, che agisce per affermare questo stato di cose.

Qui di seguito pubblichiamo la lettera con cui Eurostop presenta il convegno del 23 settembre, ma la materia richiede e impone una attenzione, un dibattito e una iniziativa a tutto campo nei prossimi mesi.

Stop a Minniti. Ordine pubblico o giustizia sociale?

A maggio di quest’anno Eurostop ha lanciato un appello contro la repressione e per la difesa delle libertà democratiche che ha raccolto decine di adesioni di giuristi, sindacalisti, accademici, attivisti sociali e politici. In questi mesi, i fatti si sono incaricati di confermare l’allarme contenuto in quell’appello e l’urgenza di sbarrare la strada a misure che stanno configurando nel nostro paese uno stato di polizia. E’ sempre più palese un modello politico autoritario di società in cui i diritti di proprietà e quelli di impresa prevalgono sui diritti costituzionali all’abitare, al lavoro, alla salute, alla dignità, colpendo preventivamente e repressivamente chi ritiene che l’ordine di tali priorità vada rovesciato.

Vogliamo discutere il come mettere in campo un percorso inclusivo ed efficace a tale scopo. Scegliamo di farlo a Bologna il 23 settembre non solo perché a Bologna è stato reso pubblico l’appello di maggio, ma perché quaranta anni fa il “convegno contro la repressione” organizzato dal movimento del ’77 proprio a Bologna, fu anche allora anticipatore ed emblematico del modello sociale che si voleva imporre al nostro paese, scatenando la repressione contro il movimento come presupposto per l’azzeramento delle conquiste politiche e sociali del movimento operaio e democratico dal dopoguerra fino agli anni ’70.

L’Italia emersa in questi anni di restaurazione autoritaria sul piano sociale, giuridico, politico si va conformando come una vendetta “di classe” contro ciò che rappresentano lavoratori e classi popolari, intellettuali progressisti e attivisti politico/sociali.

A questa logica di guerra contro i poveri sono state conformate le nuove leggi in materia di ordine pubblico, decoro urbano, immigrazione. Le scene che abbiamo visto questa estate ne sono la conferma più brutale.

Abbiamo l’ambizione di volerci opporre a questa situazione, a cominciare dalla denuncia del carattere anticostituzionale delle Leggi Minniti di cui chiediamo l’abrogazione, per finire con la richiesta di una amnistia per i reati commessi durante le lotte e le manifestazioni in difesa della giustizia sociale.

Come è stato scritto anche di recente, i diritti sociali costituzionali sono prevalenti rispetto agli interessi privati, ma solo questi ultimi hanno creato a propria tutela una legalità che si vuole imporre con ogni mezzo.

Su questo chiamiamo al confronto sabato 23 settembre a Bologna e alla mobilitazione nelle prossime settimane.

Al momento sono previsti interventi e contributi di: Vincenzo Ruggiero, Giorgio Gattei, Valerio Evangelisti, Nicoletta Dosio, Italo Di Sabato, Francesco Romeo, Giorgio Cremaschi, Giovanni Russo Spena, Roberto Sassi, Franco Russo, Francesco Piccioni, Ugo Boghetta, Sergio Cararo, Danilo Ruggeri, Orazio Vasta, rappresentanti dei sindacati di base, dei movimenti sociali, dei migranti

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