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Tempi di guerra, bufale e “appelli” ambigui

Tempi di guerra, tempi di disinformazione, tempi di “appelli”…

Si dice, ed è vero, che in guerra la prima vittima è sempre la verità. Di fatto, le fonti di informazione “attendibili” si riducono a ben poco; arruolate (“embedded”) quelle mainstream, sia pubbliche che private, fantasiose (a dir poco) quelle secondarie, spesso evanescenti quanto a durata nel tempo, nel nome, nella funzione.

A queste due sciagure si aggiunge una pratica facile-facile, come un selfie davanti al disastro: l’appello. Non potendo individualmente far molto, nella pratica, per fermare una guerra, ci si limita a una forma distratta, in base a una telefonata o una mail. Pratica peraltro assai antica, ma in altri tempi abbastanza controllata. Chi ti chiedeva una firma sotto un appello lo conoscevi, ne condividevi storia, posizioni, frequentazioni quotidiane. Stavi insomma nello “stesso giro” (partito-sindacato-associazione) e potevi avere assoluta fiducia nel fatto che la tua firma sarebbe finita in un bel mucchio, tutte di persone altamente rispettabili o comunque non troppo distanti da te.

Finite le grandi organizzazioni, spappolate le formazioni e soprattutto la memoria collettiva/individuale, da qualche decennio una firma sotto un appello diventa un rischio politico. Ben che ti vada ti trovi in compagnia di perfetti sconosciuti (e va pure bene); mal che ti vada ti viene da vomitare.

Figuriamoci poi come ti devi sentire quando la firma nemmeno te la chiedono, ma la mettono e basta.

Solo stamattina alcuni compagni ci hanno segnalato che la firma di Contropiano appare in un appello di non meglio qualificati “blogger italiani”, addirittura riuniti un Comunicato Congiunto”; che, se la nostra lingua ha ancora un significato condiviso, è qualcosa di decisamente più impegnatvo di un semplice “appello”.

Il testo, contro l’intervento statunitense in Siria, non dice nulla di originale o “strano”, come avviene del resto quando di debbono evitare – come si dice – “questioni di visive”. Anzi, non contiene quasi nulla.

La stranezza – a voler essere gentili – proprio nell’elenco delle firme. Insieme a personaggi o siti noti e assolutamente “vicini” al nostro mondo (Vauro, Sabina Guzzanti, Marx XXI, Manlio Dinucci, ecc), o giornalisti molto indipendenti (Fulvio Scaglione, per esempio), il nostro piccolo nome viene accostato a gente come Diego Fusaro, Maurizio Blondet o il sito ComeDonChisciotte. Tutta gente di destra, ma “terzaposizionista”, “per il superamento della differenza tra destra e sinistra”, contro cui abbiamo scritto più volte e con cui, come si dice, non condivideremmo neppure lo scompartimento sul treno.

Anche il sito si atteggia a “luogo di incontro”, fin dal nome (Luogo comune), e risulta gestito da Massimo Mazzucco, che non solo non avevamo mai sentito nominare, ma che risulta personaggio quantomeno singolare (per esempio, vedi qui).

Abbiamo quindi provveduto a scrivere a questo “blogger”, quantomeno per far togliere Contropiano dall’elenco. Senza però ricevere alcun riscontro.

E’ una piccola cosa, lo sappiamo. Ma indicativa di tempi, stili e rischi. Fare politica, in tempi calamitosi come questi, è un’attività che richiede attenzione e discernimento. In fondo, nei manuali, ti spiegano che la politica è a continuazione della guerra con altri mezzi. E viceversa…

Qui di seguito la nostra lettera:

Sul vostro sito leggiamo un appello intitolato “Fermare ogni decisione di bombardamento in nome della sicurezza di tutti” (https://www.luogocomune.net/LC/16-geopolitica/4903-fermare-ogni-decisione-di-bombardamento-in-nome-della-sicurezza-di-tutti), sotto cui compare tra gli altri anche il nostro giornale.

Non abbiamo mai aderito a questo specifico appello, mentre siamo chiaramente impegnati nell’organizzazione di iniziative di piazza contro l’aggressione alla Siria.

Abbiamo sempre considerato una pratica ambigua quella di chiedere firme per appelli senza specificare a chi altro la si chiederà; ovvero a non dar conto della compagnia in cui si verrà a trovare ogni singolo firmatario.

In particolare, non firmeremo mai nessun testo insieme a Diego Fusaro, Come Don Chisciotte e Maurizio Blondet.

Chiediamo pertanto con la massima determinazione che il nome della nostra testata sia tolto immediatamente dall’elenco delle firme.

In assenza di una risposta positiva e rapida, saremo obbligati a difendere l’immagine della nostra testata in tutte le forme che riterremo opportune.

Saluti

La Redazione di Contropiano

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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1 Commento


  • Giordano Bruno

    Non c’è più Contropiano come firma.
    Ma Marx XXI lo sa?
    I compagni de L’Antidiplomatico?

    Se la vostra firma è falsa, è possibile che lo sia anche quella altrui. Basta dare un’occhiata alla colonna sinistra del sito per vedere di che si parla.

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