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Caro Di Maio, sulle autostrade faccia due domande anche alla Lega

Un documento interessante, questa lettera aperta al ministro Di Maio. Non tanto per l’autore o le intenzioni (sminuire il più possibile le responsabilità del Pd nel permettere il mostruoso business autostrade”), quanto per la “chiamata di correo” a carico della Lega, che aveva allora già come leader in ascesa il manesco Matteo Salvini.

Sia chiaro: il Pd è indifendibile, perché ha avviato in prima persona la “lenzuolata di privatizzazioni e liberalizzazioni” che ha consegnato tutto o quasi il patrimonio pubblico nelle mani di alcuni “prenditori” privati che, col tempo, si sono dimostrati anche dei criminali.

Però chiunque può inveire contro il Pd per questo particolare motivo, legittimamente, tranne la Lega. E chiunque può allearsi con chiunque per cambiare questo paese, meno che con la Lega, Forza Italia, il Pd, Fratelli d’Italia, Leu (Bersani e D’Alema stanno lì…) e frattaglie varie fatte di cambiacasacca. Insomma: il Parlamento al completo, in questo momento è un complica. I grillini sono arrivati ultimi, è vero; non hanno preso soldi da Benetton, è vero… Ma se pensano di poter combinare qualcosa insieme a quella compagnia, sono da tso…

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“Caro Di Maio, leggo che lei ed il suo Ministro Toninelli siete rimasti perplessi dalle aperture della Lega a Società Autostrade. Se ha un minuto provo a spiegarle come stanno le cose.

Se invece di continuare a gridare proclami vi foste presi la briga di approfondire la materia riguardante le concessioni autostradali, vi sareste accorti di una serie di cose interessanti.

Prima di tutto il contratto capestro. Non le pare che invece di lanciare le solite accuse a destra e a manca vi sareste dovuti chiedere chi c’era dietro la stipula di condizioni così svantaggiose per lo Stato? È evidente che sia lei che Toninelli non ne sapete nulla.

Partiamo dal principio: nella sua breve vita il tanto bistrattato secondo governo Prodi si accorge di alcune anomalie e decide di intervenire per sanarle.

L’intervento più importante che viene fatto è del 2006, praticamente si obbligano i gestori privati a legare gli aumenti dei pedaggi a sostanziosi interventi di ammodernamento e manutenzione. Detta in parole povere, se vuoi soldi devi prima metterci soldi.

Solo che il governo Prodi cade e, mi ascolti bene caro Di Maio, nel 2008 arrivano Berlusconi e la Lega, già proprio quella Lega con cui oggi governa e nella quale Salvini era già uno degli elementi di spicco.

Nel giugno dello stesso anno il centro destra elimina tutti i vincoli, cambia le condizioni della concessione dando vita all’attuale contratto capestro con il quale si affidano le autostrade ai privati.

Vuole sapere il perché caro Di Maio? Perché alcuni imprenditori veneti interessati al business della viabilità, fecero molte “pressioni” proprio sulla Lega.

Comincia a capire Ministro Di Maio? Vede, alla lunga è difficile occupare un dicastero importante come il suo raccontando tutto ed il contrario di tutto. Capisco che in questi anni giornalisti ed elettori le abbiano fatto credere che nessuno l’avrebbe mai contraddetta, ma questo non è più il tempo in cui inventarsi balle per giustificare ai genitori il fatto di non riuscire a passare gli esami all’Università, questo è il tempo in cui lei ha in mano il futuro di milioni di persone. Spero di esserle stato utile.”

 * Prof. Carlo Maria Bellei dell’Università degli Studi di Urbino

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