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Torino. Alla Falchera arrivano le denunce, non le soluzioni

Dopo alcuni mesi di silenzio istituzionale rispetto alla questione delle occupazioni di Falchera, supportate dal Comitato Figli di Micciché e dal nostro sindacato, sentiamo il bisogno di dare il nostro parere riguardo le esternazioni dell'Assessore al Welfare Sonia Schellino apparse recentemente in un articolo di CronacaQui a seguito di un'interpellanza presentata dal consigliere comunale del PD Stefano Lo Russo. Nell'articolo si legge che le famiglie che da maggio occupano alcune case popolari alla Falchera dovranno ora lasciare gli appartamenti e chi ha diritto di fare domanda di emergenza abitativa potrà procedere seguendo l'iter.

Come Asia-Usb, da mesi in difesa di queste occupazioni, vogliamo innanzitutto ribadire che è proprio l'insufficienza delle politiche abitative cittadine ad aver spinto queste famiglie, che non possono permettersi un affitto nel mercato privato, ad occupare gli alloggi popolari lasciati vuoti da anni. Le famiglie si erano infatti viste rifiutare l'emergenza abitativa a causa dei criteri così stringenti che sembrano fatti apposta per escludere le famiglie piuttosto che per valutare la reale situazione di necessità. Tant'è che, dopo il tavolo tenutosi la scorsa estate tra ATC, Regione, Comune, Asia e Comitato Figli di Miccichè, i servizi sociali hanno potuto approfondire la situazione dei nuclei familiari attraverso incontri in cui è risultata drammaticamente chiara sia la loro necessità di avere una casa, sia l'impossibilità di poterla trovare nel mercato privato. Nonostante questo, finora a nessuna di queste famiglie è stata offerta un'alternativa, a conferma della totale inadeguatezza delle attuali politiche. Quello che emerge da questa situazione è infatti la presenza di intere fasce di popolazione a bassissimo reddito che vengono escluse sistematicamente da strumenti di sostegno abitativo, ed escluse dalla possibilità di accedere all'edilizia residenziale pubblica, una situazione di cui l'Assessore Schellino dovrebbe prendere atto. Una situazione che non è infatti mutata col cambio di Giunta al comune di Torino e che ha spinto nuove famiglie ad occupare altri alloggi vuoti alla Falchera, famiglie che, come chi ha occupato a fine maggio, si troverebbero senza alternative alla strada.

In attesa del tavolo con la nuova giunta, in cui dovranno emergere soluzioni stabili e dignitose per tutte le famiglie, vogliamo entrare nel merito dell'interpellanza e delle esternazioni fatte dal consigliere del PD Stefano Lo Russo, esponente di un partito ormai abituato a gestire i problemi sociali con la repressione, invocando gli sgomberi e l'utilizzo della forza pubblica e minacciando di fare denunce al sindaco per mancata tutela del patrimonio pubblico (sic!). Crediamo invece che l'aver lasciato più di mille case popolari vuote e l'aver abbandonato qualsiasi sostegno all'edilizia residenziale pubblica, come hanno fatto le vecchie amministrazioni PD, possano esser considerate una grave mancanza di tutela del patrimonio pubblico, specialmente in un momento di estrema fragilità abitativa rappresentata dai centinaia di sfratti che si susseguono da anni in questa città. Rispetto al concetto di ripristino della “legalità” invocata dal PD, e in qualche modo portata avanti anche dall'Assessore Schellino quando parla dei provvedimenti legali emessi nei confronti degli occupanti, vorremmo aprire un ragionamento che ci sembra più che attuale dopo il referendum attraverso il quale la popolazione ha espresso un forte No a difesa della Costituzione, una carta che all'interno evidenzia la funzione sociale della proprietà, concetto che cozza fortemente con i centinaia di stabili lasciati criminalmente vuoti per interessi speculativi e con le centinaia di famiglie che sono costrette ad occupare perché prive di un tetto. Quando si parla di legalità, sarebbe meglio utilizzarla per rendere effettivi i diritti previsti, piuttosto che come pretesto per non occuparsi dei problemi reali.

E' il momento che il Movimento 5 stelle, che finora ha messo la legalità al centro del suo discorso politico, prenda atto che per quanto riguarda la questione abitativa le leggi sono inadeguate o addirittura ingiuste e che quindi vanno cambiate. Il comune ha indubbiamente potere in questo senso, sia direttamente che indirettamente, potendo esercitare pressioni su Regione e ATC. Il disagio abitativo è ormai una situazione strutturale che non può essere affrontata di volta in volta con soluzioni emergenziali. Ribadiamo infine che Asia e il Comitato Figli di Miccichè portano avanti una lotta affinché tutte le famiglie di Torino abbiano una casa. La tutela delle famiglie in attesa di casa popolare, così come di quelle escluse ma altrettanto bisognose, passa necessariamente attraverso l'incremento dell'edilizia residenziale pubblica. Non accetteremo quindi alcuna logica che metta in competizione tra loro le migliaia di famiglie che hanno bisogno di una casa, non accetteremo la guerra tra poveri.

Basta case senza gente, basta gente senza casa!

 

 

 

 

 

 

 

 

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