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Napoli, Nasce il CAP 80126, laboratorio di mutuo soccorso

L’ Europa che tutela  banche e lobby finanziarie ci impone “emergenze” e “crisi” come costanti nella nostra quotidianità per gestire le nostre vite e la pianificazione dei  luoghi in cui viviamo per trarne profitti.
Con lo sfruttamento dei territori e del lavoro vivo è in atto un processo di privatizzazione della ricchezza sociale e l’accumulazione di questa nelle mani di pochi sciacalli; infatti una fetta sempre più ampia della popolazione da tempo subisce gli effetti di questo modello di sviluppo neoliberista che restringe sempre più gli spazi di democrazia reale e struttura una catena di comando inarrivabile.
Questi fattori rendono sempre più lontani i luoghi della decisione!
Senza spazi decisionali diretti si producono scelte scollegate rispetto alla base sociale sui quali questi “governanti” insistono, e , per contrappasso, decisioni aderenti ed incisive per chi oggi vuole fare profitto sui servizi essenziali e sulla vita delle persone.
IMG-20161215-WA0004 IMG-20161215-WA0004 IMG-20161215-WA0004Il risultato della consultazione referendaria di dieci giorni fa è strettamente collegato al discorso a cui accenniamo poche righe sopra, infatti indica certamente non solo un forte sentimento anti-establishment  ma anche il bisogno e la necessità di partecipare alle decisioni da parte degli abitanti di questo paese.
Questo “NO” rappresenta  una forte contrarietà alle politiche governative soprattutto per noi e per i tanti e le tante con cui siamo ogni giorno a contatto nei nostri quartieri di Soccavo e Pianura.
JOBS ACT, BUONA SCUOLA, E SBLOCCA ITALIA sono le leggi da avversare nelle nostre lotte poiché sono tre provvedimenti che ci hanno condannati ad una perpetua precarietà esistenziale.
In quartieri dove il continuo smantellamento del welfare, l’assenza di politiche sociali e politiche attive, la privatizzazione dei servizi basilari si traducono in disoccupazione, emergenza abitativa, carenza del trasporto pubblico, un servizio sanitario scadente e un aumento di fenomeni criminali che rendendo le nostre esistenze sempre più precarie.
C’è però chi dinanzi a questo scenario sceglie di resistere attivamente rifiutando la politica delle frontiere e la logica della guerra tra poveri. Per noi è quindi necessario continuare a costruire quel processo democratico di partecipazione partendo dalle città attraverso la realizzazione di un’alternativa sociale e politica sui territori.
Questa mattina abbiamo liberato dall’abbandono e dal degrado l’ex stazione della Polizia Municipale di viale Adriano. Una struttura abbandonata da quasi un anno e già soggetta a vandalizzazione che sarebbe divenuta l’ennesimo spazio sottratto alla collettività.
Nasce così  CAP 80126, acronimo di Centro Autogestito Piperno. Come il codice postale di localizzazione dei nostri quartieri e Piperno come la pietra estratta dai Camaldoli – la collina che abbraccia Soccavo e Pianura – usata nella costruzione di numerosi edifici storici della città di Napoli.

Un nome fortemente identitario che racconta le origini del territorio Soccavo-Pianurese. In tempi in cui la società moderna crea sradicamento storico culturale anche attraverso un semplice nome è importante far conoscere le origini del territorio in cui viviamo.

Questo spazio sarà a disposizione di tutte quelle realtà e singoli che vorranno animare percorsi di auto-recupero dal basso di aree verdi negate, di attività culturali e ricreative, di liste per l’emergenza occupazionale e abitativa, di orti sociali o semplicemente, di chi voglia venire a dare una mano, a portare un'idea, a fare una proposta..

Un Laboratorio di Mutuo Soccorso, che sia di cooperazione sociale e solidarietà attiva, uno strumento di resistenza e lotta. In una società che ci vuole sempre più soli e individualisti crediamo che la risposta sia costruire comunità ribelli e autonome.

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