«Oggi 17 febbraio siamo stati davanti a tutti gli ospedali della regione Lazio perché vogliamo difendere con forza il diritto alla salute dei cittadini e le cittadine e al contempo le condizioni di lavoro e democratiche degli operatori della sanità». Così Elisabetta Canitano, candidata presidente alla Regione Lazio di Potere al Popolo in occasione della giornata di mobilitazione in difesa della sanità pubblica e laica. Militanti e candidati della lista Potere al popolo si sono ritrovati a Roma (San Camillo, Pertini e San Giovanni), Civitavecchia (San Paolo), Albano, Tivoli (San Giovanni), Viterbo (Bel Colle), Formia (Dono Svizzero), Magliano Sabina, Anzio Nettuno per ribadire che la sanità deve ritornare nell’alveo del servizio pubblico, universale e gratuito.
«Ogni giorno i cittadini vengono privati della sanità pubblica e laica – ha detto Elisabetta Canitano, presente al presidio davanti l’ospedale San Camillo – che Zingaretti ha lasciato senza soldi e si ritrovano a dover scegliere come in un supermercato visite e esami a pagamento delle quali non possono controllare in nessun modo la qualità. Nello stesso tempo, ogni giorno gli operatori sanitari, infermieri, medici, ostetriche, OSS, vengono sfruttati e costretti a lavorare senza regole e senza contratto».
Contro questa deriva occorre:
1. restituire alla sanità pubblica la centralità nelle cure dei cittadini e nella prevenzione, e ridurre il ricorso a privati convenzionati e religiosi
2. ripensare le regole della libera professione intra ed extramuraria
3. proteggere i cittadini da esami e cure inutili a fini di lucro e sostenere la prevenzione primaria (sospensione dal fumo, movimento, etc),
4. rivalutare i servizi pubblici per la salute mentale e ridurre la presenza delle strutture private
5. aumentare le risorse per la non autosufficienza, pazienti fragili, disabili, anziani, cronici
6. rafforzare i servizi domiciliari, legge per i care giver, le persone che assistono un familiare malato e/o invalido e che non possono più lavorare né quasi uscire di casa
7. mettere in rete tutti i medici di medicina generale, in modo che possano collegarsi con gli specialisti ambulatoriali e con gli ospedali, per facilitare una stretta collaborazione al fine di eliminare il problema delle liste d’attesa
8. nominare Direttori Generali capaci e irreprensibili, che non siano dipendenti dalla politica, ma che rispondano del loro operato ai cittadini.
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