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Terremoto cancella Amatrice e altri comuni dell’Italia centrale

E' salito a 124 morti il bilancio provvisorio delle vittime del terremoto per quanto riguarda i centri di Amatrice e Accumoli, nel Lazio. La cifra aggiornata arriva dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, al lavoro proprio nel centro di Amatrice, in provincia di Rieti. Altre 23 vittime sono state registrate nelle Marche tra località di Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Curcio ci tiene tuttavia a specificare che bisogna esser "cauti" con queste cifre, perché i dati possono cambiare di ora in ora visto che ci sono ancora intere frazioni completamente crollate al suolo. Amatrice possiede quasi 70 frazioni, alcune delle quali sono isolate a causa delle frane che hanno reso complicata la circolazione stradale. Ad Amatrice si segnala che i primi soccorsi ad arrivare sono stati quelli provenienti dall'Aquila, inviati dalla Protezione Civile. I soccorsi provenienti da Roma sono arrivati molto più tardi, e nelle frazioni del centro dell'alto Lazio affollato di turisti e di residenti originari di Amatrice ma residenti in altre località si segnalano già i ritardi nell'assistenza alla popolazione colpita dal sisma. Intanto si mette in moto la macchina della solidarietà, con centri di raccolta di materiali allestiti in alcuni centri sociali e di associazioni della capitale, dell'Aquila e di altre città. Le autorità rinnovano l'appello alla donazione del sangue.

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"Il dato che abbiamo al momento è di 10 deceduti nella zona di Arquata e 28 tra Accumoli e Amatrice". E' questo il bilancio parziale del forte terremoto che ha colpito nella notte il centro Italia. Lo ha detto il capo Ufficio emergenze della Protezione Civile, Immacolata Postiglione, in un punto stampa nella sede del Dipartimento a Roma. "Si sta lavorando per fare tutte le verifiche necessarie, collegare i corpi a dei nomi e quindi poter informare le famiglie. Ci sono ancora persone sotto le macerie e dispersi e quindi temiamo che questo conto possa ancora salire", ha concluso Postiglione.

Paesi interamente rasi al suolo e un bilancio già parecchio drammatico, quello che si può tracciare a poche ore dalla tremenda scossa di magnitudo 6.0 che, alle 3,36, ha squarciato la quiete notturna del Centro Italia (Lazio, Umbria, Marche): epicentro nei pressi di Accumoli, in provincia di Rieti, con profondità di 4 chilometri (diverse le repliche, le più forti delle quali, magnitudo 5.4 e 5.1, nella zona di Perugia, alle 4,33). Il sisma, avvertito nitidamente a Roma ma anche a Napoli e a Rimini, è "paragonabile" – riferisce il capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio – al terremoto registrato sette anni fa a l'Aquila (erano le 3,32 del 6 aprile 2009, magnitudo 6,3). Si comprende infatti quasi subito la gravità dell'evento, con i primi terribili resoconti forniti dagli amministratori dei comuni maggiormente colpiti. Da Pescara del Tronto, frazione di Arquata, il più colpito della provincia ascolana, a Norcia, fino ad Amatrice, un paese "sotto le macerie", come ha subito riferito il sindaco Sergio Perozzi: "La situazione è tragica perché tre quarti di paese non c'è più". Anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sul posto, ha potuto constatare che "il centro di Amatrice non esiste più, è crollato tutto". La conta delle vittime è destinata quindi a crescere, stando anche alle parole del sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci: ci sarebbero ad Accumoli e nelle sue vicine frazioni una decina le vittime accertate: "Sette corpi sono stati individuati, ma ce ne sono altri sotto le macerie, forse 3 o 4". "I numeri nono sono ancora chiari, anche sui dispersi. C'erano tanti villeggianti, ci sono stati tanti crolli, non riusciamo a capire", prosegue Petrucci. Oltre 2mila e cinquecento sono invece gli sfollati. Subito riunito a Roma il comitato operativo della Protezione Civile. "Il sistema di protezione civile è attivato a 360 gradi, è pienamente operativo. Ci sono criticità importanti in termine di soccorso nel raggiungere alcune località ed è stato già attivato il Genio militare. C'è già un importante spiegamento di uomini e mezzi", ha detto Curcio, nel corso di una conferenza stampa. "E' ancora presto dare numeri, fare bilanci. In questo momento la priorità è la salvaguardia della vita umana", ha aggiunto. "Sto rivedendo le scene di sette anni fa. L'Aquila e Amatrice sono legate da sempre, Amatrice è irriconoscibile, è crollato il centro storico e la prima cosa da fare è riaprire il corso. È una tragedia come quella dell'Aquila", ha evidenziato dal canto suo il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente.

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