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La gatta (lo Stato), il lardo (gioco d’azzardo) lo zampino (il “ludopate”)

Non sempre  il proverbiale proverbio: “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” coincide con i fatti reali. Stavolta la gatta (cioè lo Stato) non solo non ci ha lasciato affatto lo “zampino” ma si è mangiata tutto il “lardo” (le entrate fiscali dovute dalle tasse introitate per il gioco d’azzardo). Non solo continua a mangiarselo senza rischiare niente,  nemmeno “l’azzardo” previsto dai probabili infortuni (mancati introiti) dovuti dalla mancanza di danaro, oltre che di passioni”da parte dei malcapitati giocatori. E' quanto si evince sopratutto dalle ultime iniziative in campo governativo sulla materia “ludopatia”.
Se ne stanno via via accorgendo anche giornalisti abitualmente dediti ad altri tipi di scandali (dipendenti statali timbratori compulsivi etc..). Oltre ai famosi  98 miliardi “desaparecidos” di sanzione che la Corte dei Conti nel lontano 2007 emise condannando le maggiori aziende di slot-machine – penale mai riscossa quindi “condonata” dai nostri governanti, tramite la solita “leggina” – di fatto sparisce anche il decreto previsto da un comma, il quale  avrebbe dovuto ridurre notevolmente il numero delle infernali slot-machine, diminuendo di fatto sia la pervasività (sono in ogni luogo e in ogni dove) sia il danno, e conseguente piaga sociale, che comportano questi marchingegni in quanto “portatori sani di ludopatia”!
La cosa ha scandalizzato Sergio Rizzo, il fustigatore morale del Corrierone: (vedi http://www.corriere.it/opinioni/16_novembre_15/ludopatia-quel-decreto-svanito-promesse-ipocrisie-3c489e06-aa94-11e6-952b-c4754eb1c6f0.shtml). Ma non lo ha scandalizzato così tanto come invece accade quando si producono, sempre sullo stesso giornale, inchieste a danno di lavoratori considerati truffatori, “assenteisti” o ladri di “pubblico stipendio”, chiedendone il licenziamento o addirittura perfino l’arresto.  In questo caso lo scandalo non sembra sufficiente a scandalizzare, anche perché oltre al “danno” – la mancata attuazione del suddetto comma – abbiamo anche la “moina” dei dirigenti governativi consistente in una ipocrita riproposizione di una nuova legge di stabilità nella quale eventualmente reinserire l’attuazione del comma precedentemente “oscurato”.
la riproposizione è stata fatta con le dovute cautele, al punto che un emendamento del Pd teso ad accelerare la sforbiciata, è stato ritirato ancor prima di essere presentato,  a conferma degli interessi tra alcuni parlamentari o esponenti dell’attuale governo , fortemente intrecciati con aziende o società  promotrici del gioco d’azzardo, statalizzato e legalizzato e la diffusione di macchinette “mangiasoldi” e vite umane!
Tutto ciò perché si lamenta, da parte del servizio finanze dello stato, una diminuzione degli introiti previsti quindi si vedrà limitare le proprie entrate proprio per la dovuta alla assenza del decreto attuativo.
Intervenendo nel dibattito (vedi: http://www.jamma.it/politica/­baretta-­ mef-slot-legge-stabilita-80326) il sottosegretario del Mef Baretta, rispondendo ad una interrogazione parlamentare, afferma che è fortemente prevista, attuando il comma 943 della legge di Stabilità 2016 …“la riduzione proporzionale in misura non inferiore al 30 percento del numero dei nulla osta di esercizio relativo ad apparecchi attivi alla data del 31 luglio 2015; essendo 378.109 le macchine attive al 31 luglio 2015, gli effetti della riduzione … prevista dalla legge saranno tali da portare progressivamente a partire dal primo gennaio 2017 e non oltre il 31 dicembre 2019 gli apparecchi a un numero non superiore a 265mila”. “La norma citata fa riferimento a una data certa (il 31 luglio 2015) e quindi anche a un numero certo di apparecchi (378.109); pertanto numeri diversi inferiori o superiori, che fossero stati raggiunti in data successiva non potranno mai costituire un diverso e superiore punto di riferimento per applicare la riduzione prevista dalla legge”.
Peccato però che questo “Decreto” e relativo comma attuativo 943 (1) sia rimasto ancora lettera morta (misteriosamente finito in qualche “cassetto” ministeriale; sospetta una nota dell’articolista del Corriere della Sera)2 ; in questa repubblica si sa che non si è mai “completamente morti” e c’è sempre un “repentino” risveglio o ripensamento di un “decreto” al punto da essere ora ipocritamente riproposto nella nuova legge di stabilità (che però, guarda caso, si attende addirittura un aumento delle entrate dal gioco d’azzardo, contraddicendo quindi la possibile diminuzione degli introiti sia fiscali sia economici dovuta dalla drastica riduzione del “parco macchinette mangiasoldi”)
Alcuni personaggi pubblici, sindaci o amministratori locali, hanno messo in atto iniziative tese a limitare la presenza oppure l’aumento della presenza di tali macchine “mangiasoldi”, ottemperando quindi alle disposizioni – mai attuate ma comunque valide come indicazione – previste sempre da questo comma 943. Ebbene a uno di questi, cioè al sindaco di Bergamo che per aver vietato l’azzardo in alcune fasce orarie dovrà ora fronteggiare un ricorso al Tar effettuato da parte di società del gruppo Lottomatica.
Qui abbiamo la beffa! La “beffa” consistente nel personaggio sostenitore del ricorso al Tar, cioè un esperto del settore (tale Claudio Barbaranelli) da meritarsi perfino un posto nel comitato scientifico; lo stesso comitato scientifico che, guarda caso, è incaricato di effettuare una analisi e uno studio sulla ludopatia e i suoi effetti tossico-psicologici; studio e inchiesta commissionata dall’Istituto superiore della Sanità. Cioè dallo stato.
La classica “volpe”  messa a guardia del “pollaio”.

note:

1) Il comma 943 della legge di stabilità pubblicato sulla “gazzetta ufficiale” (GU n.302 del 30-12-2015 – Suppl. Ordinario n. 70) (http://www.gazzettaufficia­le.it/eli/id/2015/12/30/15G00222/sg)
Con decreto del Ministro  dell'economia  e  delle  finanze  e' disciplinato il processo di evoluzione tecnologica  degli  apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del testo  unico  delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno  1931, n. 773. I nulla osta per gli apparecchi di  cui  al  citato  articolo 110, comma 6, lettera a), non possono piu' essere rilasciati dopo  il 31 dicembre 2017; tali apparecchi devono essere dismessi entro il  31 dicembre  2019. A  partire  dal  1º  gennaio  2017  possono   essere rilasciati solo nulla osta per apparecchi  che  consentono  il  gioco pubblico da ambiente remoto, prevedendo la  riduzione  proporzionale, in misura non inferiore al 30 per cento, del numero dei nulla osta di esercizio relativi ad apparecchi attivi alla data del 31 luglio 2015, riferibili a ciascun concessionario. Le modalità di tale  riduzione, anche tenuto conto della diffusione territoriale degli apparecchi, il costo dei nuovi  nulla  osta  e  le  modalità,  anche  rateali,  del relativo pagamento sono definiti con il citato decreto ministeriale.

2) Sergio Rizzo:  …Dove sarà finito quel decreto, è mistero. Forse in un polveroso cassetto del ministero del Tesoro, o fra le carte assiepate in disordine su qualche scrivania di palazzo Chigi.

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