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Napoli, un anno decisivo tra società sport e politica

A Napoli, a metà del primo mese dell’anno 2017, un anno che sarà cruciale per la città, il Paese e l’Unione Europea, le festività natalizie sono finite registrando un boom di presenze turistiche, il quale è dettato sia dal vantaggio competitivo che Napoli oggettivamente sta avendo rispetto ad altre località della sponda Nord e Sud del Mediterraneo, investite dal terrorismo, ma anche da fenomeni migratori senza pari, o da spaventose tensioni bellico-politiche (dalla Tunisia alla Francia, dalle Isole greche all’Egitto, dalla Turchia alla Siria, allo stesso Israele) sia per i prezzi più contenuti della permanenza in città, poiché ha tenuto e si è sviluppata la politica locale delle micoresidenze alberghiere, dei b&b, che ha anche dato risposta positiva alla crisi strategica del mercato degli affitti locativi da parte della proprietà immobiliare diffusa.

E’ però vero che il sistema città, della quale l’Amministrazione Comunale pure ha promosso la fruibilità di nuove parti del patrimonio culturale cittadino, d’intesa con le Soprintendenze e le miriadi di altre Autorità amministrative che insistono sul territorio, in primis la Regione Campania, non è attrezzato per far sì che si passi da una sorta di far west del turismo alla scoperta avventurosa di prodigi presenti sul nostro territorio a forme di ospitalità più adeguate, e programmate: manca la segnalazione attendibile dei siti da visitare e dei relativi orari di apertura e chiusura, il sistema del trasporto pubblico, soprattutto su gomma, non è adeguato, ne’ quello cittadino né quello metropolitano (con la crisi drammatica, al limite del fallimento delle due società, che operano nel settore, ANM e CTP), non vi è un reale investimento nella bonifica effettiva e certa di tutto il litorale marittimo, da Via Caracciolo a Bagnoli, che alla ripresa del periodo della balneazione vedrà sempre compresenti le difficoltà, di trasporto pubblico e fisiche, di accesso ai lidi, se non pagando esosi biglietti d’ingresso, a Posillipo, salvo lodevoli eccezioni, ed il mare a disposizione di tutti, ma non sicuro, soprattutto nella pulizia degli arenili, di Via Caracciolo, il mare devastato dalla industria del cemento e dell’acciaio di Bagnoli e per di più con una assoluta impossibilità di usufruire durante l’estate del trasporto pubblico adeguato, dove piani ferie clientelarmente contrattati tra alcune sigle sindacali e dirigenti non molto responsabili di aziende che il Comune controlla poco e male rendono la città poco attraversabile per chi la abita e frequenta, da metà giugno alla ripresa dell’anno scolastico.

Bisogna provare, anche valorizzando il lavoro dell’Assessore Daniela Villani, protagonista di un importante apertura dell’anno nuovo al Molo S. Vincenzo, recuperato alla fruibilità nel Porto di Napoli, a sollecitare movimenti popolari, che al contempo pongano e provino a risolvere piccole e grandi questioni di decoro e vivibilità cittadina, nell’interesse di tutte le persone che abitano la Città.

E’ altresì vero che fa da contrappeso a queste innegabili carenze una forte richiesta del brand Napoli per la tenuta di eventi sportivi, verso i quali molto ha fatto da attrattore la scelta della prima Giunta De Magistris di attivare a Napoli, per due anni, una prova selettiva dell’America’s Cup di vela; eventi sportivi che dovrebbero culminare nella riattivazione di numerosi impianti cittadini verso le Universiadi del 2019, che si potranno realizzare solo in stretta sinergia, partendo dai finanziamenti, con la Regione Campania, con la quale finalmente l’Amministrazione Comunale ha raggiunto un’intesa per il rilancio, e gli adeguamenti, dello Stadio Collana, stadio che è nel cuore e nella storia della Napoli, non solo sportiva, per l’assedio ivi realizzato da parte dei partigiani ai soldati tedeschi che avevano preso dei prigionieri, portandoli lì dentro, una pagina di genio militare al servizio della causa antifascista.

Nei primi giorni dell’ anno il Trofeo Campobasso, di vela, classe optimist, a livello europeo per giovanissimi, con l’affermazione Gaia Falco del Circolo del Remo e della Vela Italia ha vinto la 24 esima edizione del Trofeo Marcello Campobasso. Gaia Falco del Circolo del Remo e della Vela Italia ha visto la ragazza velista napoletana, quindici anni il prossimo 23 gennaio, dominare l’edizione 2017 della rassegna organizzata dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia, davanti a ragazze e ragazzi di tutta Europa e di Israele, un bel segno anche culturale di protagonismo delle Donne nella nostra città, che ne è una delle cifre permanenti di cambiamenti. Sabato 14 gennaio il derby di pallanuoto tra Acquachiara e Posillipo vinto 10-7 davanti a 500 tifosi nella piscina Scandone, dai posillipini, ha dato un segno di riattivazione della passione attorno al secondo sport di squadra cittadino

Ed il 16 gennaio, dopo l’incontro del Napoli col Pescara di oggi, Maradona con Giancarlo Siani, Lina Sastri e Maurizio De Giovanni, al San Carlo, a tentare il difficile matrimonio tra cultura alta, e popolare, nel tempio primigenio della lirica italiana, fondato da quel Carlo di Borbone di cui l’anno scorso è caduto il trecentesimo anniversario della nascita. Mentre a marzo arriverà a Napoli il Real Madrid, quasi in una ritorno indietro della vicenda storica, rispetto al viaggio che fece nel Settecento Re Carlo, quando lasciò la corona napoletana per cingere quella madrilena.

Un Maradona che arriva a Napoli, rinfrancato dal finalmente recuperato rapporto con Diego junior, suo figlio napoletano, ed in attesa della Sentenza della Commissione Tributaria regionale campana, che dovrebbe mettere un’equa parola “Fine” alla sua lite col fisco italiano, mentre lo stesso Diego, che pure ha stabilito il centro delle sue attività di allenatore nell’opulenta e feudale al tempo stesso Dubai, in Argentina non ha mancato di condannare l’azione infame della polizia e del governo argentini verso una Ministra del Venezuela, che rappresentava la causa di quel Paese bolivariano, che il Presidente ed il governo della destra argentina, assieme a quello, illegittimo, del Brasile, hanno fatto sospendere dal Mercosur, l’area integrata di mercato dell’America Latina

Nei giorni di inizio anno, alla polemica sull’opportunità che lo spettacolo di Siani, dedicato a Maradona, nel trentesimo anniversario della vittoria dello scudetto del calcio a Napoli si tenesse al Teatro S. Carlo, rinfocolata dalla posizione di Roberto De Simone (che ha dimenticato la sua composizione musicale dedicata al calcio di Diego del 2010, rappresentata al S. Carlo) si è aggiunta una ben più pesante polemica, nata da fatti di sangue determinati dalla pressione estorsiva della camorra, che, nella sua frammentazione tra più gruppi, tiene sotto scacco la città intera, nei suoi rioni popolari, al Centro Storico come in periferia, tra Saviano e De Magistris sul cambiamento in atto in città e quanto ancora invece la città fosse prigioniera del fenomeno camorrista.

Ad essa si è aggiunta una polemica “estetica” tra gli estimatori della serie televisiva “Gomorra”, basata sul canovaccio di Saviano, e diffusa da Sky, e la nuova serie televisiva Rai, “I bastardi di Pizzofalcone”, basata su uno dei romanzi di Maurizio Di Giovanni, grande sostenitore, anche politico, di Luigi De Magistris.

Non staremo a ripercorrere le varie accentuazioni di queste due polemiche, tutte giocate sul primato della dimensione simbolica, come cifra del cambiamento, o dell’arretramento, mentre, come affermava qualche giorno fa sul Mattino, Isaia Sales, la questione dei quartieri di Napoli, delle presenze popolari e sottoproletarie diffuse all’interno di essi, in assenza di lavoro vero, garantito, ed anche di reddito certo, diventa la Sfinge imprendibile di cui si alimenta la camorra, nel suo continuo reclutamento di nuove leve giovani, per di più rese ottuse dal combinato disposto dell’analfabetismo, con studi fatto solo sulla carta modelli consumistici sfrenati, uso della droga senza alcun approfondimento delle conseguenze.

Importanti, invece, gli sviluppi investigativi di ieri, con gli arresti dei presunti killer di Genny Cesarano, attorno al cui omicidio, avvenuto nel settembre 2014 nel cuore del Rione Sanità, è nato un movimento importante, di attivisti sociali, disoccupati, parroci, definito “Un popolo in cammino”, che positivamente sta attraversando le contraddizioni dei quartieri napoletani.

Persino la vicenda degli operatori sanitari dell’Ospedale nolano, costretti ad assistere i pazienti a terra, nella notte dopo l’Epifania, invece che paradigma della scelleratezza dei tagli alla spesa pubblica nel settore sanitario, stava per diventare, per colpa del “decisionista riluttante” Presidente regionale De Luca, l’ennesima occasione per fare stigmatizzazioni a buon mercato sul sistema della sanità campana, fino alle parole poi chiarificatrici del sindacato USB, che hanno trovato eco nell’ANAC di Cantone.

A nostro sommesso avviso, sia alla Città Metropolitana (dove non si vuole sbloccare l’avanzo di bilancio per dare da subito misure di reddito e di ulteriore servizio sociale alla cittadinanza, partendo dai settori strategici del trasporto, della gestione integrata dei servizi, di una differenziata che vada oltre la raccolta stessa dei rifiuti) la guida di De Magistris segna segna il passo, con scelte contradditorie tra loro, come la diversa valutazione della fallimentare, e poco trasparente gestione di Napoli servizi, tollerata e sostenuta politicamente dai centristi nella maggioranza, che segue di poco la cacciata punto ed in bianco dell’intero CDA dell’ABC Napoli azienda idrica, per “colpe” molti minori.

Le ristrettezze di bilancio, e lo stato di pre/dissesto stanno intanto spingendo l’Amministrazione Comunale, che ha ritardi spaventosi nella trattazione delle pratiche di condono edilizio, ritardi non innocenti, vista la corruzione diffusa nel settore, ad inviare lettere terrificanti ai cittadini proprietari della casa di abitazione, con esose richieste di sgomberare l’immobile, perchè sarebbe stato acquisito ex legge al patrimonio comunale, e di pagare migliaia e migliaia di € di indennità di occupazione abusiva, ù

 

IL TUTTO ENTRO TRENTA GIORNI, DOPO TRENTA E PIU’ ANNI DI STALLO

Permangono gestioni di dirigenti comunali, di nomina politica, che determinano sperperi, ad esempio all’ Azienda Napoletana Mobilità, l’ANM appunto, come nel settore del necessario intervento sui danni asseritamente vantati da molti truffatori per i sinistri stradali da insidie e trabocchetti, mentre non vengono pagati i creditori legittimi del Comune a cagione della pessima manutenzione stradale, non si accellera la pratica di pagamento dei debiti legittimi, non si avvia per davvero il nuovo sistema di riscossione, che dovrà sostituire Equitalia nel 2017.

E’ tempo di mettere mano, in maniera collettiva, ai nodi intricati, per ragioni storiche, e concreti vincoli finanziari e politici dell’attuale Stato italiano nella U.E., una dimensione in cui la ragioneria contabile prevale sui bisogni e gli interessi delle classi popolari, e gli squilibri tra i territori tendono a divaricarsi, invece che ridursi, anche per effetto di una deindustrializzazione che non si arresta, nell’Area metropolitana di Napoli, favorita da politiche governative codarde verso il grande capitale.

Non è tempo, e non bastano uomini soli al comando, che per mantenere il bastone del comando sono costretti a compromessi politici e scelte opache, non conseguenti a quanto si è dichiarato in campagna elettorale.

Occorre organizzare e rilanciare, facendolo pesare nelle scelte effettive, non nella retorica, il protagonismo popolare sul futuro di Napoli, della sua Area Metropolitana, della Campania tutta.

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