Ieri sera nel quartiere di Tiburtino III c’è stata una assemblea popolare per discutere la situazione. L’agenda originaria riguardava il programma delle iniziative da mettere in campo sulle priorità e le emergenze sociali del territorio (dal degrado agli sfratti nelle case popolari alla desertificazione dei quartieri a causa dell’aumento dei canoni) ma, come è noto, da mesi i fascisti – sia Casa Pound che Forza Nuova – stanno agendo sistematicamente strumentalizzando la presenza di un centro di accoglienza nel quartiere come se questo fosse il problema principale. Non lo è e soprattutto non lo è mai stato. Da ieri infatti è disponibile un VIDEO con interviste fatte a Tiburtino III quasi trenta anni fa. I giovani di allora sono diventati adulti o anziani ma i problemi del quartiere sono esattamente gli stessi, e trenta anni fa non c’era il centro di accoglienza in via de Frantoio.
L’assemblea si è trovata a dover però discutere e decidere del Consiglio Municipale straordinario convocato per oggi nel quartiere. Il problema è che questo consiglio è il frutto di una intimidazione squadrista di Casa Pound (che occupò il Municipio) ed ha all’ordine del giorno proprio il centro di accoglienza di via del Frantoio. In pratica il consiglio municipale – con una scelta allucinata e allucinante – ha accettato di farsi dettare agenda e ordine del giorno dai fascisti. Una scelta inaccettabile e per oggi l’assemblea popolare di ieri ha deciso di essere presente in massa alle 16.00 al centro anziani di via della Vanga dove dovrebbe tenersi il consiglio con l’esplicita richiesta di una sua sospensione e riconvocazione con un ordine del giorno coerente con le priorità e le emergenze sociali del territorio e non con le strumentalizzazioni dei fascisti.
Qui di seguito il testo del volantino approvato ieri sera e che verrà distribuito oggi nel quartiere
Un eritreo aggredisce bambini del quartiere e sequestra nel centro della Croce Rossa la donna che voleva difenderli? BUGIA! Un eritreo è stato brutalmente menato e ferito da una donna del quartiere e si è rifugiato, inseguito, nel centro della CRI.
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