Se credevate di ammazzarlo avete sbagliato,
Fabrizio è l’uomo nuovo che non muore mai
Nei primi giorni di settembre del 1974 a s basilio la polizia interviene per sgomberare 150 famiglie che da più di un anno avevano occupato alcuni appartamenti IACP in via Montecarotto e via Fabriano.
Il quartiere vive giorni di dura resistenza dagli assalti delle forze dell’ ordine, costringendo quest’ultime a ritirarsi e a concedere un presunto blocco degli sgomberi che dal sabato sarebbe dovuto durare fino al lunedì.
Domenica 8 settembre, tuttavia, la polizia irrompe di nuovo nelle case occupate e l’assemblea popolare, organizzata dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio nella piazza centrale della borgata, viene caricata con lacrimogeni sparati ad altezza uomo.
Fabrizio Ceruso, militante di 19 anni dei Comitati Autonomi Operai, viene colpito e ucciso da una pallottola.
La rabbia popolare esplode immediatamente e si riversa nelle strade: migliaia di manifestanti si aggregano agli abitanti del quartiere assediando la polizia, che si rifugia nel campo di calcio della parrocchia.
E’ evidente la situazione di degrado e abbandono che vivevano e vivono ancora le periferie romane come la nostra: nessuna edilizia popolare, infrastrutture assenti, cementificazione indiscriminata, politicanti di turno che promettono false verità per procacciare voti.
L’emarginazione delle classi più povere segue un filo che da allora arriva ad oggi, in nome dei profitti di pochi attraverso lo sfruttamento di coloro che combattono quotidianamente per la sopravvivenza.
Esattamnte come 39 anni fa, molte persone come Fabrizio decidono di alzare la testa e di riprendersi ciò che viene sottratto in nome della rendita e della speculazione edilizia, come dimostrano le numerose occupazioni abitative che si stanno susseguendo nella città negli ultimi tempi: solo chi vive un territorio può determinare la dignità della propria vita.
Nessuna soluzione è arrivata e mai arriverà dai governanti di ogni livello, capaci unicamente di ordinare sgomberi, sfratti, manganellate e, a costo di difendere i propri interessi, uccidere.
Come abitanti della zona crediamo sia importante mantere viva la memoria di Fabrizio e di tutti coloro che hanno dato la propria vita per cercare di cambiare.
Domenica 8 settembre dalle 9:00 di mattina presidio davanti la lapide di Fabrizio in via Fiuminata per ricordare e condividere esperienze e racconti di chi qui giorni li ha vissuti!
Nel nome di fabrizio e di tanti come lui continuiamo a lottare!
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