La squadra italiana, spalmata su sei secoli, è risultata non gestibile, e i vari comparti non hanno mai comunicato. A Macchiavelli avrei tolto un ‘c’ e lo avrei messo più arretrato come regista. Croce lo avrei lasciato in panchina, preferendogli Rosmini. La fascia destra va pure bene: veloce e ficcante, ma quella sinistra è risultata un disastro: l’oriundo intimista non lo avrei schierato preferendogli a ’sto punto Archimede, e comunque avrei vietato ai due santi di giocare con l’aureola. Mentre a Ficino avrei preferito Pico.
Meglio disposta la compagine tedesca nel comparto difensivo. All’attacco, il fantasista Nietzsche non trovava l’intesa sulla fascia con Leibniz, né davanti con Hegel e Marx che pure hanno avuto incomprensioni tra di loro in varie occasioni. Comunque alla distanza la condizione atletica si è fatta sentire.
Gioco maschio, avrebbe chiosato l’esegeta Carosio.
Equilibrato ma lento l’arbitro, il francese Bergson.
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