Obama esce di scena in maniera quasi infantile, come vendicatore della Clinton. Sanzioni alla Russia, ritenuta colpevole della vittoria di Trump su un'élite incapace di interpretare l'umore dell'opinione pubblica. Rinnovo delle sanzioni all'Iran, colpevole di essere un Paese che non si piega agli Usa e di avere raggiunto in Siria un accordo di tregua con Mosca e Ankara. Ha fatto poco, se non l'accordo sul nucleare con Teheran senza però dargli alcun seguito. Sarà rimpianto solo se il successore farà peggio: in otto anni ai vertici dell'Ufficio Propaganda, lui ha soprattutto moltiplicato le illusioni. Buona fortuna
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Manlio Padovan
Basta avere letto "Russia addio" di Giulietto Chiesa per inquadrare nell totale ipocrisia la presa di posizione di Obama contro Putin per presunta ingerenza nelle elezioni americane.
Ciò che avrebbe fatto Putin nient'altro sarebbe, se fosse vero, che il corrispettivo di ciò che fecero gli USA (la CIA per essi) all'URSS in occasione della rielezione di Eltsin: fu questa ingerenza che bloccò la vittoria di Ziugonov, leader neo-comunista, possibile viincitore in base ai sondaggi.
E che Ziuganov potesse essere il vincitore risulta ancora più vero se, letto "Anschluss" di Vladimiro Giacché, si apprende che nelle prime elezioni cosiddette libere nella unificata Repubblica Federale Tedesca, nella ex DDR ben il 43% dei tedeschi votò per il partito comunista: qualcosa avrà pur fatto di buono quel partito al potere!