Calenda non fa politica, fa dispetti, come quel bambino capriccioso, desideroso di farsi notare. Il suo centrismo è psicologico, non è politico: è il tipico e agognato centro dell’attenzione.
Il dandi del partitismo italiano si crede astuto: va da Meloni a sparare le pose da politico navigato, capace di condizionare la linea del governo con le sue proposte. C’è da ridere, come nelle cadute nelle comiche finali.
Le scelte contenute nella Manovra non sono tecnicalità finanziarie, ma precise scelte politiche anti ugualitarie e antidemocratiche, niente affatto improvvisate.
Dopo aver fatto una campagna elettorale strombazzando la coerenza all’agenda Draghi, eccolo all’inseguimento di Giorgetta e Giorgetti, che con la coerenza al Pnrr hanno nulla a che fare.
Invece che battersi in Parlamento per modificare la peggiore Manovra degli ultimi esercizi finanziari, cerca scorciatoie verticiste, solo propagandistiche.
La crisi sta dispiegando le sue ali di avvoltoio sui redditi della maggioranza degli italiani, e Calenda gioca al piccolo chimico della politica italiana.
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Pasquale
Calindo: Un borghese piccolo piccolo.