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La Manovra è stata ridotta un colabrodo

La Manovra di Meloni è ormai un colabrodo.

Mentre il Pd gioca a “Chi vuol essere segretario”, sembra che l’unica opposizione in Italia sia Bankitalia. Durante l’audizione difronte alle commissioni bilancio di Camera e Senato, Fabrizio Balassone, capo dei servizi struttura economica della Banca d’Italia, ha preso di mira la Manovra, mettendo a segno parecchi centri. In particolare:

  1. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”. La flat tax è stata colpita in pieno.
  2. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. Più contante, meno Pos e ennesimo condono fiscale centrati in pieno.
  3. I limiti all’uso del contante rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. “ Un altro centro.
  4. È opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza: furti, rapine, errori materiali, assicurazioni. Le nostre stime indicano che per gli esercenti il costo del contante in percentuale del valore della transazione è superiore a carte di credito e debito”. Qui siamo allo schiaffo morale per un governo che ha la pretesa di rappresentare precise corporazioni.
  5. La politica di bilancio mira a un’ulteriore riduzione del rapporto debito/prodotto nel triennio di programmato. Dato l’alto livello del debito pubblico, la richiamata incertezza sulle prospettive economiche e gli elevati livelli dei tassi di interesse, mantenere fermo questo obiettivo è una scelta necessaria”. Questo è colpo secco, che rimbomba presso la Ue.
  6. “L’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro Paese (…) senza reddito nel 2020 ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più”. Un altro centro netto.
  7. “La piena attuazione delle riforme e investimenti del Pnrr potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e di riflesso al miglioramento della finanza pubblica”. Questo è il colpo da maestro che avverte il governo che i ritardi dei decreti attuativi sono gravi e pericolosi, mettono in pericolo i contributi previsti dal recovery fund e potrebbero aizzare una nuova ondata di austerity contro l’Italia.

I bersagli, dunque, sono stati tutti centrati e se si potesse vedere la sagoma del poligono di tiro apparirebbe come la Manovra sia stata ridotta in un colabrodo.

Al senatore, ex missino, Giovanbattista Fazzolari, tirapiedi storico della leader di FdI, attuale responsabile dell’attuazione del programma del governo Meloni, preso in pieno dal calcio del mulo, non resta che guaire: “Abbiamo contro Bankitalia, Confindustria e i sindacati, significa che tanto male non stiamo facendo”.

Più in là del “molti nemici, tanto onore” di mussoliniana memoria, – frase non di suo conio ma rubacchiata, come, del resto, per il restante saccheggio del bottino retorico fascista – proprio non ce la fanno ad andare più in là. Eia eia, ma va là!

Meloni, le cui marce indietro sono ormai da Guinness dei primati, si è precipitata a dire che “avremmo voluto fare di più, ma quando ti confronti con una situazione come quella attuale sul caro energia e caro materie prima ovviamente bisogno lavorare per priorità”.

Il fatto che queste cosiddette priorità siano state tutte sbagliate, come le hanno detto non solo Bankitalia, ma anche Inps e Cnel, non sia ancora stato preso in carico dalla sua struttura di comunicazione politica, la dice lunga sul famoso “siamo pronti”.

Nota di colore (di colore opaco). La Commissione bilancio della Camera è composta da 31 deputati; quella del Senato da 22 senatori. Tuttavia, all’audizione a commissioni congiunte sulla Manovra c’erano solo 7 parlamentari della Repubblica. Loro sono loro e noi non siamo una cazzo.

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