“Se qualcosa mancasse all’appello non sarebbe colpa nostra.” Dice Meloni, che è costretta ad ammettere che non ce la faranno mai a completare i 55 provvedimenti che servono a incassare la nuova rata del Pnrr.
Ovviamente, non è colpa sua perché “è un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono stati lasciati trenta.”
Tutta colpa del governo precedente, che novità!
Però promette che “sarà inevitabile piuttosto nel 2023 cambiare qualcosa per rendere più celere e più fluida la capacità di utilizzo dei fondi”. Che non vuol dire niente, se non la solita puerile giustificazione, della serie “guardi prof che io ho studiato”.
Forse ha confuso il significato del nome: Pnrr, invece che “ripresa e resilienza” è ormai sulla strada della “riluttanza e renitenza”.
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