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“Considero che le relazioni tra Stati Uniti e Cuba debbano cambiare”

 

Un saluto a tutti coloro che sono sintonizzati sulla Televisione Cubana. Vi do il benvenuto con l’ex presidente degli Stati Uniti, James Carter, che alcuni minuti prima di partire per tornare al suo paese ha accettato con piacere di concederci un’intervista, una dichiarazione in esclusiva per la nostra televisione.

Benvenuto. Grazie di aver accettato il nostro invito.

James Carter.- E’ un gran piacere tornare a Cuba, a La Habana.

Arleen Rodríguez.- Ed è un gran piacere anche riceverlo. Prima della nostra intervista mi diceva che voleva dire qualcosa al popolo cubano.

James Carter.- Si.

Arleen Rodríguez.- La camera è sua.

James Carter.- Vorrei ringraziare il popolo di Cuba e la possibilità di stare nuovamente in questo paese, per potermi riunire con i leader cubani e con alcuni cittadini cubani che non sono d’accordo con il governo. Abbiamo nutrito molto interesse riguardo le possibilità della riunione che si terrà al Congresso il mese prossimo.

Abbiamo avuto anche la possibilità di riunirci con i familiari dei cinque patrioti cubani, con le loro madri, con le loro spose.

Spero che in futuro ci siano relazioni diplomatiche normali tra Cuba e gli Stati Uniti. Desidererei anche che arrivasse il momento in cui le restrizioni dei viaggi dagli Stati Uniti verso Cuba e da Cuba verso gli Stati Uniti possano essere sospese, e che si possa godere di libertà, di ritrovo, di viaggi. Credo sia importante per tutto il mondo e per il popolo cubano.

Abbiamo avuto riunioni con il Ministro degli Esteri, con il Presidente dell’Assemblea Nazionale, con il Presidente Raul Castro, con il suo predecessore, Fidel Castro, che è un mio personale amico, e faremo tutto il possibile affinchè si producano cambi economici a Cuba.

Questa mattina ho incontrato anche il Signor Gross, che ha passato diverso tempo in carcere a Cuba, che consideriamo sia innocente rispetto qualsiasi delitto. Spero che in futuro possa essere liberato insieme ai cinque cubani che hanno già scontato 12 anni di carcere negli Stati Uniti.

Auspico che in futuro possano svilupparsi il commercio ed i viaggi tra i due Paesi e che l’embargo economico possa essere totalmente sospeso poiché rappresenta un’oppressione del popolo cubano; non solamente danneggia il governo cubano, ma produce la maggior sofferenza al popolo di Cuba. Considero che le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba debbano cambiare.

Quando fui eletto Presidente, sospesi le restrizioni dei viaggi tra i due paesi ed ho lavorato molto da vicino con il Presidente Castro per stabilire relazioni diplomatiche. Ora gli Stati Uniti e Cuba hanno 300 impiegati nella Officina di Interesse, tanto in quella degli Stati Uniti come in quella di Cuba, lavorano cubani nell’Officina di Interessi a Cuba e viceversa, e credo che questo possa contribuire alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

Questa è stata un’opportunità che la Televisione Cubana mi ha dato per rivolgermi a voi e dirvi quanto sia meraviglioso il vostro Paese.

Arleen Rodríguez.- Grazie. Ed io voglio approfittare di questa opportunità per rivolgerle alcune domande.

Innanzitutto voglio salutarla con il rispetto e la simpatia generate dall’unico Presidente degli Stati Uniti che si sia adoperato per la normalizzazione delle relazioni. Ed inoltre per il fatto di essere venuto a Cuba già due volte ed averlo fatto tendendo la mano e con rispetto. Il popolo cubano che è molto orgoglioso e degno, riceve con simpatia visitatori così.

Affrontando gli argomenti, credo che lei, esprimendo nuovamente la sua volontà e desiderio di abolire l’embargo, mi abbia esonerato dal fare un’introduzione. E’ nota l’esistenza di un consenso maggioritario nella società nordamericana, che include anche la comunità cubana negli Stati Uniti, e che inoltre, la comunità internazionale negli ultimi 20 anni lo ha richiesto diffusamente, quindi il suo impegno in tal senso sono accompagnati dalla gran maggioranza a Cuba e negli Stati Uniti.

Come lei stesso ammette, l’embargo è mantenuto e i cubani e le cubane sanno che è vigente e con il rigore di un tempo, e magari a volte opprime un pochino di più.

Domando: Quali prospettive vede per le relazioni Cuba-Stati Uniti e per questo embargo contro il quale, tutto il mondo è schierato ?

James Carter.- Come lei sa, la maggioranza dei cubani desiderano che ci siano relazioni normali con gli Stati Uniti, ma anche la gran maggioranza dei nordamericani desiderano relazioni normali con Cuba. Senza dubbio, nel mio paese esistono alcuni leader radicali, taluni in posizioni importanti all’interno del Congresso, in molti casi sono cubano americani, che insistono a mantenere queste distanze nelle relazioni tra i due paesi, questi sono i rappresentanti della vecchia comunità cubano americana, cui obiettivo fondamentale era quello di abbattere il regime di Castro; in questo momento tra i cubano americani esiste questa piccola minoranza, che nei salotti della politica è politicamente molto potente. Considero che negli ultimi anni ci siano stati alcuni progressi, poiché l’opinione pubblica anche dentro i circoli di Miami, dei cubano americani e dei più giovani di quella comunità, desiderano che venga abolito questo blocco economico e si possano avere normali opportunità per poter viaggiare nelle due direzioni: dagli Stati Uniti verso Cuba e da Cuba verso gli Stati Uniti, e questo è certamente un cambio. Sono dell’avviso che questo cambiamento in futuro sia destinato ad affermarsi e spero che la mia piccola voce, così come l’opinione di molti nordamericani, possano consentire che questo si concretizzi.

Arleen Rodríguez.-Signor Carter, con molta emozione l’ho ascoltata alla conferenza stampa, e qui durante la presentazione l’ho sentita richiedere anche la liberazione dei cinque eroi cubani, che Cuba considera eroi, dal momento che lottarono contro gruppi terroristi e riuscirono ad evitare che crescesse la lunga lista dei 2099 menomati e dei 3478 morti che il terrorismo ha causato del nostro paese.

Non conosco fino a che punto lei sia cosciente del livello di sensibilità che il popolo di Cuba ha nei confronti della richiesta di liberazione per i Cinque. Ciononostante non l’ho sentita pronunciarsi a favore dell’indulto. Lei ha detto che secondo le leggi nordamericane, sperava fossero liberati. Loro hanno chiesto l’appello alla Corte Suprema, che invece si è rifiutata di revisionare il caso, nonostante il fatto che la richiesta fosse stata inoltrata da 10 Premi Nobel e centinaia di personalità politiche ed intellettuali di tutto il mondo. Praticamente tutte le azioni legali si sono esaurite.

Si sono verificate molte arbitrarietà nel processo, come anche lei diceva, riconosciute da giudici, mentre i cinque hanno ricevuto ulteriori sanzioni come quella , per due di loro, della privazione di ricevere regolarmente la visita delle proprie mogli e l’incremento delle difficoltà per gli altri familiari.

Il fatto che la Corte Suprema sia arrivata al punto di negare la revisione di un caso così complesso, ha spinto questi Premi Nobel e personalità politiche a richiedere al Presidente Obama l’ indulto.

Lei è stato presidente degli Stati Uniti, lei ha esercitato il diritto all’indulto come gesto umanitario, che le dico, come cubana, il popolo di Cuba ringrazierebbe profondamente. Sarebbe disposto ad aggiungersi agli altri Premi Nobel che chiedono ad Obama l’indulto per i Cinque ?

James Carter.- Come lei sa, non sono solamente un ex Presidente degli Stati Uniti, ma sono anche un Premio Nobel.

Arleen Rodríguez.- Appunto.

James Carter.- Ora, nelle mie conversazioni private con il presidente Bush e con il Presidente Obama, ho parlato del tema della liberazione di queste persone.

Riconosco i limiti del sistema giuridico degli Stati Uniti, e spero che il Presidente possa concedere questo indulto; pero questa è una decisione che può prendere soltanto il Presidente, e non tocca a me dire al Presidente cosa deve fare; però il Presidente tanto prima come adesso, conosce la mia opinione sul fatto che il processo fu molto controverso, che delle norme procedurali furono violate e che le restrizioni sulle visite furono estreme.

Alcuni funzionari mi hanno informato, per esempio, che l’abbattimento del piccolo velivolo a la Habana, che causò la morte dei due piloti, accadde dopo che il Presidente degli Stati Uniti aveva informato i leader cubani che non avrebbero permesso altri voli. I funzionari cubani mi hanno comunicato che espressero in maniera molto chiara al Presidente degli Stati Uniti che non potevano permettere il volo sopra la capitale ed il lancio di volantini perché dovevano proteggere la sovranità di Cuba. Cosicchè anche se questo è qualcosa di più serio, un discorso più serio, secondo la mia opinione, nutro seri dubbi sulle pesanti condanne inflitte ai cinque cubani; comunque quando ritorno penso di parlare con il Presidente Obama, qui c’è la mia dichiarazione pubblica, l’ho fatta prima con altri leader nordamericani e abbiamo parlato a favore della liberazione dei Cinque; una delle ragioni, che siano colpevoli o meno, è che hanno trascorso già un lungo periodo in carcere, più di 12 anni, quindi sono già stati già sanzionati adeguatamente, anche nel caso fossero stati colpevoli.

Arleen Rodríguez.- E’ appena mancata una persona molto vicina al caso, che lei ha conosciuto bene, Leonard Weinglass; so che lei è a conoscenza che era un uomo amante della giustizia e che lottò per essa, e le sue ultime parole, il suo ultimo lavoro, anche dal suo letto di morte, era indirizzato a provare che i Cinque non hanno nulla a che vedere con l’abbattimento degli areoplani.

James Carter.- Si, lo so.

Arleen Rodríguez.- Addentrarci nel caso renderebbe più estesa la nostra conversazione, però quello che sa il popolo cubano, quello che si può provare, quello che sanno anche le autorità nordamericane grazie a al dossier che fu trasmesso da Cuba, è che questi giovani, l’unica cosa che facevano era cercare delle informazioni per evitare atti terroristici.

Io confido sul fatto che anche lei potrà sollecitare l’indulto, come un gesto umanitario. Questi uomini hanno sofferto molto ed hanno perso familiari senza poter stare al loro lato; ed infine, senza insistere, la ringrazio per il suo interessamento e le sue dichiarazioni a nome del popolo di Cuba.

Signor Carter, lei questa mattina in conferenza stampa ha detto che ha avuto un incontro molto amichevole con il Comandante Fidel Castro, il quale nelle sue riflessioni ha espresso la propria angoscia per i rischi che sta correndo la specie umana, a causa degli enormi arsenali nucleari che continuano a crescere, capaci di distruggere varie volte il mondo, ed anche per le nefaste conseguenze che potrebbe soffrire l’uomo a causa del cambio climatico; credo siano temi sui quali lei possa ampiamente concordare.

Come fisico nucleare lei sa cosa possa significare per l’uomo il possesso di armi nucleari, lei fu un presidente che lavorò molto per educare il proprio popolo contro il culto al consumo, promosse politiche di razionalità, di difesa dell’ambiente anche se la resero impopolare in alcuni settori.

Bene, rapidamente solo vorrei sapere se crede che ci siano ancora delle opportunità per fare qualcosa per salvare la specie umana.

James Carter.- Quando ero presidente negoziai con l’Unione Sovietica la riduzione del numero di armi nucleari con i trattati di SALT I e SALT II ed ero molto favorevole alla riduzione degli arsenali nucleari da ambo le parti. Considero fermamente che anche il riscaldamento globale rappresenti una minaccia per tutti gli esseri umani, e come lei probabilmente sa, il Presidente Obama ed il suo predecessore, il presidente Bush, si sono spesi per lavorare con altre potenze nucleari per ridurre gli arsenali, e gli accordi firmati con questi paesi, sono tenuti sotto stretta osservazione.

Sono dell’idea che gli Stati Uniti non sono stati altrettanto risoluti come avrebbero dovuto sulla questione del riscaldamento globale. I funzionari cubani, da quando sono arrivato, mi hanno segnalato quanto è stato fatto con la parte vecchia de La Habana, e sono stato in Bolivia per incontrare Evo Morales e forse la Bolivia è il primo paese a soffrire danni alla propria economia per il fatto che i ghiacciai delle montagne boliviane, che rappresentano un’importante fonte di acqua potabile, si stanno sciogliendo. Per questo spero che anche il problema del riscaldamento globale venga trattato da tutte le nazioni, e so anche che Fidel Castro è un promotore di questo tema. Abbiamo ricordato i passi fatti all’epoca in cui ero presidente degli Stati Uniti, abbiamo conversato e mi ha parlato di come possa utilizzare le proprie conoscenze e la propria saggezza, adesso da ex presidente, per il bene del genere umano. Abbiamo parlato e siamo d’accordo su molte cose, e soprattutto abbiamo anche parlato del riscaldamento globale, credo ci siano possibilità per ambo i paesi.

Arleen Rodríguez.- La ringrazio moltissimo.

Grazie, ogni volta che lei visita Cuba si aprono speranze, anche se le relazioni continuano ad essere così tanto difficili a causa dell’embargo.

James Carter.- Spero di poter tornare un’altra volta. Voglio portare tutta la mia famiglia, siamo in tanti, siamo 36 membri. Spero di non tardare molto a portarli qui.

Molte Grazie

Arleen Rodríguez.- Grazie Signor Carter, molte grazie.

Intervista effettuata il 30 marzo. Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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