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L’euro fa bene alla Germania, non alla Merkel

Non era certo un tasso di cambio al livello dell’attuale quello previsto tra euro e dollaro quando esordì l’euro nel 2002. Se qualcuno ne aveva previsto uno simile, fu smentito dagli eventi dei primi anni che videro l’euro esordire in grande debolezza Ratio dell’adesione tedesca all’ Ume, oltre quel-lapoliticarichiestadaMitterrand come garanzia di una permanenza della Germania nello schieramento occidentale, era che la minore efficienza di parecchi membri avrebbe garantito alla moneta unica di restare a livelli che assicurassero all’industria tedesca la competitività col blocco del dollaro, specialmente in Asia.

per dieci anni il cambio euro-dollaro restò a livelli che tale competitività garantivano. In cambio, i paesi deboli ricevevano l’uniforma-zionedeimeriti dicreditoprivati epubblici a quello tedesco. La crisi ha messo fine al patto originario di fondazione dell’Unione monetaria. Esso non è stato conveniente per i paesi deboli per-che il cambio forte non aveva permesso loro di scontare le perdite di competitività, ma h àdato tregua alle preoccupazioni sul debito pubblico. Sarebbe stato auspicabile che i paesi deboli approfittassero della scomparsa del rischio valutario per rimettere a posto le La crescita del Pil nel 2010 Dati Eurostat Svezia Germania Francia Regno Unito Italia Spagna condizioni di competitività e i conti pubblici ma a farlo invece è stata la Germania, con le riforme del mercato del lavoro, la riduzione delle garanzie statali, il riassetto deiconti dopo lo squilibrio della riunificazione. La parte più interessante della trasformazione riguarda la delocalizzazione dell’apparato industriale nei paesi dell’ex-Urss. E sorto al centro dell’Europa un poderoso complesso industriale centrato sulla Germania che ha sfruttato la disponibilità di manodopera istruita a salari inferiori a quelli prevalenti nel sud Europa. Questa macchina da guerra costruita per esportare ha indotto un livello dei consumi privati in Germania simile a quello cinese. Il nuovo modello di integrazione industriale costruito dai tedeschi con l’Europa centro-orientale ha funzionato bene perché lo spazio euro 1a reso insignificanti i concetti tradizionali di deficit correnti per i paesi membri più deboli, che si sono concessi una grandinata di importazioni dal-a Germania, non curandosi di esportare, visto che il deficit era finanziato cagli scarsi consumi interni tedeschi.

Ma il vero deusex machina sono stati i nuovi paesi emergenti, che hanno espresso una domanda di beni di investimento a misura dell’offerta tedesca. Tra quote di mercato all’interno dell’Europa e nuova domanda nei Bric, i tedeschi hanno portato ‘a termine le riforme strutturali eia costruzione della nuova Mitteleuropa industriale senza doversi preoccupare della ridotta capacità di consumo. I paesi periferici restavano nel loro nirvana popolato di importazioni dalla Germania e dai paesi emergenti, e di mancate riforme strutturali. Sbollita la frenesia sono arrivate note dolenti. La politica adottata dagli Usa ha dettato grosse necessità di aggiustamento ai paesi periferici dell’Europa, ma il vero dramma è esploso all’inizio del 2010 quando in un quadro cupo ma gestibilesi sono alcune variabili politiche che lo hanno reso esplosivo. Innanzitutto il cambio di ma a oranza politica in Grecia, con il nuovo governo che ha rivelato la verità sui conti pubblici del paese. La reazione a queste notizie in Germania mostra il malesserenel qua-lesi muove la classe politica tedesca: la Merkel, di fronte alla rivelazione del dissesto greco, pur sapendo di dover salvare l’euro per evitare che le banche tedesche saltassero e che una dissoluzione dell’euro reintroducesse un marco destinato a giungere a livelli stratosferici, si metteva a fare campa-gnaelettoralebasandola suscomposte dichiarazioni sulla necessità di far pagare agli infingardi dell’Europa meridionale il fio della loro spensieratezza fiscale. –

E’ stata una decisione con-troproducentedal punto d i vista elettorale. Non ha punito nè i verdi nè il Partito socialista, perché i primi hanno mostrato affermazioni in tutte le competizioni elettorali e il secondo ha tenuto le posizioni. Entrambi i partiti hanno mostrato nei confronti dei problemi dei paesi della periferia europea una commendevole moderazione, mai giocando al rialzo per seguire la Cdu e la Fdp. Questi due partiti, speciahnente il secondo, il più virulento verso le nefandezze presunte dei periferici dell’euro, sono stati invece pesantemente puniti dagli elettori. Al contrario di quanto è accaduto in altri paesi dell’Europa del Nord Est, glielettori tedeschi hanno mostrato finora grande equilibrio, premiando i partiti meno populisti e letteralmente affondando il partner di governo della Merkel, il Fdp comandato fino a poco fa dall’ineffabile Westerwelle. Un recente sondaggio tra i cittadini tedeschi rivela una forte deriva verso il populismo di destra, del tipo di quello che prevale in Ungheria, Finlandia, Austria e Svizzera, tra gli elettori anziani dei partiti conservatori, specie tra quelli che vivono nei laender orientali.

Ma sono idee che non fanno breccia nell’ elettorato socialdemocratico e verde, e poco ascolto sembrano avere anche tra gli elettori della Linke, l’ex partito comunista, che vivono in gran parte ad Est dell’Elbe. Questo testimonia di uno scollamento tra realtà economica ed assetti politici nel più grande paese europeo, che beneficia dalla partecipazioneall’europiùcheognialtro paese membro perché modera i rialzi di un cambio che perla politica del dollaro, ben altri livello avrebbe raggiunto senza i problemi dei paesi periferici. Anche la gestione del debito pubblico tedesco è resa meno costosa dai guai di Atene e Co: la domanda di titoli tedeschi sale e i rendimenti scendono a ogni asta. Se pensiamo quanto cinicamente i due partiti di governo abbiano sfruttato tali problemi a scopi biecamente elettorali, è veramente notevole quanto pochi vantaggi Cdu e Fdp ne abbiano tratti. Alla Merkel e a Westerwelle sono addebitati dall’elettorato comportamenti poco europeisti, tanto è vero che a crescere non è la destra estrema ma i Verdi, che non hanno in alcun modo partecipato al festival anti-meridionale che si celebra da più di un anno in Germania.

Alla Merkel e al suo alleato vengono addebitati la. gestione populista della emergenza del debito di Grecia eco. ma anche una supposta incapacità di affermare i di-. ritti di grande potenza della Germania in ambito sia europeo che internazionale. È una situazione peculiare, che può avere sbocchi poco ameni nel caso di imafiievolimento del ciclo dei Bric: la Germana ha un enorme surplus con il resto d’Europa ma un enorme deficit con la Cina malgrado le affermazioni delle industrie tedesche. L’equilibrio interno tedesco dipende dal persistere della situazione economica internazionale attuale, che è messa in pericolo dalla sconsiderate politiche e dalle ancor più sconsiderate esternazioni del governo tedesco.

 

da “La Repubblica”del 30 maggio 2011

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