CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL CAPORALATO – PER IL RITIRO DEI LICENZIAMENTI POLITICI!
Domenica 27 novembre, dopo due giorni di sciopero che hanno bloccato il reparto “salumeria”, il consorzio Safra, ha messo in atto un’azione squadrista, attaccando gli scioperanti in presidio con una cinquantina di crumiri, anche esterni al reparto.
L’azione non aveva solo l’obiettivo di garantire la produzione nei reparti che muovono merce fresca (dove il danno economico di uno sciopero è più alto), ma soprattutto quello di far scontrare gli operai fra loro, per poter poi criminalizzare lo sciopero e tentare di alzare il livello repressivo contro una lotta che dura ormai da due mesi.
Non è un caso che l’attacco si è dato nella più totale assenza delle forze dell’ordine, (di solito presenti in gran numero, quando c’è uno sciopero) che si sono presentate solo dopo 3 ore per una perquisizione all’interno del presidio alla ricerca di…inesistenti armi da picchetto.
E’ chiaro a tutti ormai che questa vertenza non é decisiva solo per le sorti di 15 licenziati e delle loro famiglie; un’eventuale vittoria degli operai, darebbe coraggio a tutti i lavoratori che si trovano in una simile condizione di estremo ricatto e precarietà, e potrebbe spingerli a seguirne l’esempio, consapevoli finalmente della propria forza sindacale e politica.
Vogliamo quindi dare un forte segnale di solidarietà e di resistenza, lavorando per una campagna permanente di opposizione ai piani di sfruttamento padronali, al caporalato e ai licenziamenti politici che stanno attraversando tutta l’Italia. Una campagna che sappia unire gli operai delle cooperative, emblema del moderno sfruttamento, con quelli delle fabbriche, espulsi dal ciclo produttivo tramite licenziamenti di massa, affiancati da tutti i soggetti che subiscono la precarietà diffusa e dagli studenti. Una campagna che può e deve favorire lo schieramento di tutte quelle realtà che si oppongono alla politica di lacrime e sangue imposta dagli sciacalli della finanza europea e mondiale, ben rappresentata dal nuovo governo Monti, con la quale vogliono imporre ai lavoratori di pagare i costi del loro crack economico e finanziario per salvaguardare i loro profitti.
Prime adesioni: SI-Cobas, CSA Vittoria, Territorio e società – Pioltello, Centro di Cultura Popolare – Seggiano, COA Transiti, Collettivo Città studi, USB-Milano, CSA Baraonda, Circolo ARCI Malabrocca, Sinistra Critica, Partigiani in ogni quartiere, Collettivo “La Sciloira”-Rho/Nerviano, Coordinamento Lavoratori Autoconvocati “Uniti contro la crisi”, RSU Marcegaglia, Spazio popolare “La forgia”-Crema, Giovani Comunisti-Crema, Falce e Martello-Crema, Comitato di difesa della Scuola pubblica-Crema, Resistenze Metropolitane, Spazio Popolare “La fucina”-Sesto San Giovanni
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