Quanto accaduto l’anno scorso in Sicilia è emblematico del ruolo che è stato destinato all’isola: piattaforma per le operazioni delle forze armate italiane, USA, Nato, extra-Nato, Ue ed extra-Ue, negli scacchieri di guerra africani e mediorientali; immenso lager dove deportare e incarcerare i migranti e i richiedenti asilo che hanno attraversato il Mediterraneo per affermare il loro diritto ad esistere e resistere ai crimini transnazionali di cui sono vittime.
L’uso della base aeronavale di Sigonella per i raid dei cacciabombardieri dell’inedita alleanza multinazionale contro la Libia , il dispiegamento dei temibili aerei senza pilota Global Hawk e Predator, la trasformazioni degli scali “civili” di Trapani Birgi, Pantelleria e Catania-Fontanarossa in avamposti per gli attacchi aerei; la ipermilitarizzazione e nuclearizzazione dei corridoi marittimi e dei porti a partire dello Stretto di Messina e la baia di Augusta; i lavori in odor di mafia per l’installazione a Niscemi di uno dei quattro terminali terrestri del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS della forze armate USA; la trasformazione dell’ex villaggio per militari di Mineo in Centro di segregazione di quasi 2000 richiedenti asilo presenti in Italia, la maggioranza dei quali ha diritto alla protezione umanitaria; la creazione di nuovi centri di identificazione ed espulsione per migranti; l’“emergenza-invasione” di Lampedusa, creata ad arte dal governo che ha fatto del razzismo istituzionale la sua bandiera, sono alcuni degli eventi che hanno caratterizzato il 2011 e questi primi mesi del 2012. A ciò si aggiungono i programmi di forze armate, forze di polizia, Guardia di finanza e Guardia costiera d’installazione di una selva di radar “anti-migranti” nelle coste della Sicilia e delle isole minori, un business multimilionario per le aziende produttrici (una di esse perfino israeliana).
Nonostante le difficoltà organizzative e di mobilitazione dei pochi soggetti No war e anti-razzisti esistenti e grazie in particolare ai giovani dell’area di Niscemi che si stanno ribellando all’ EcoMUOStro statunitense e alla Rete antirazzista catanese che sta sostenendo legalmente e politicamente i richiedenti asilo di Mineo, negli ultimi mesi nuove realtà siciliane stanno affrontando i temi della lotta alle militarizzazioni e in difesa dei diritti umani e di cittadinanza dei migranti.
Dopo la riuscita dell’iniziativa del 4 aprile scorso nel trentesimo anniversario della grande manifestazione popolare Per un Mediterraneo mare di pace, contro l’installazione dei missili nucleari a Comiso e dell’efferato omicidio politico-mafioso dell’on. Pio la Torre, la 3 giorni di fine aprile contro i lavori del MUOS di Niscemi e per la revoca delle autorizzazioni della Regione siciliana dovrebbe trasformarsi in un ulteriore momento per costruire una rete tra i soggetti che intendono mobilitarsi contro i programmi di riarmo e di militarizzazione dell’isola e per recuperare la memoria storica dell’esperienze migliori di lotta. I governi delle banche e del complesso militare-industriale provvedono a crescenti tagli alle spese sociali per far pagare i devastanti costi della loro crisi ai lavoratori, ai precari, ai pensionati ed ai giovani, mentre le spese militari per nuove criminali avventure neocoloniali sono in aumento. Per questo la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella fa appello a tutti i soggetti interessati affinché si avvii a livello regionale un percorso comune di lotta alla militarizzazione dei territori e ai suoi devastanti effetti sociali, ambientali e criminogeni, alle infrastrutture di guerra dell’isola e a tutti i centri di reclusione e di privazione della libertà e della dignità dei fratelli migranti.
NO AL MUOS , NO ALLA GUERRA
VIA LE BASI USA E LA MAFIA DALLA NOSTRA TERRA !
Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella
via Caltanissetta 4 Ct
(info:3317512255- 3803266160)
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