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Giù le mani dalla Siria, dall’Iran, dal Mali

                                 Il nemico è anche in casa nostra.

L’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ripetutamente calpestato, recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Il governo italiano, dopo tante chiacchiere sulle soluzioni pacifiche dei contrasti internazionali, ancora una volta sostiene chi ha fatto in passato il ricorso alle armi per difendere i suoi interessi. La crisi economica ha acuito i contrasti interimperialisti accentuando la lotta per il controllo delle materie prime, dei mercati e delle zone d’influenza strategiche e la guerra commerciale è diventata guerra militare.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, organismo dominato dai maggiori paesi imperialisti, dopo le minacce, sostiene i bombardamenti e l’intervento militare imperialista per affermare il suo “diritto” a salvaguardare i suoi interessi cercando di imporre la pace con i suoi militari, missili, raid aerei e mercenari inviati sul campo.

USA, Francia e Gran Bretagna, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, compreso il governo italiano, fino a ieri sostenitore di Assad (ricevuto con tutti gli onori al Quirinale), stanno facendo pressioni per approvare una risoluzione che autorizzi la “no fly zone” sulla Siria, e sostengono l’intervento francese in Mali.

Attraverso una grande campagna di disinformazione, fondata su menzogne, cercano di farci accettare la partecipazione ad una aggressione criminale contro un Paese sovrano come la Siria.


Come sempre si usano due pesi e due misure a seconda dei propri interessi, e si tace sui massacri compiuti dal governo sionista israeliano o sugli yemeniti massacrati da un regime reazionario. 

Contro le aggressioni imperialiste, noi lavoratori e cittadini, leviamo forte la nostra voce di dissenso e di protesta nelle assemblee di fabbrica, nei luoghi di lavoro e nelle mobilitazioni di piazza.

Contro la guerra di aggressione alla Siria e al Mali sostenute dal governo italiano e da tutti i partiti di centrodestra e centrosinistra, ribadiamo la nostra opposizione attiva nelle fabbriche, nelle scuole, nelle piazze e ovunque sia possibile esprimere la nostra protesta.

La sorte della Siria, del Mali e di tutti i paesi sovrani ed il loro futuro va deciso dal popolo. Sono loro gli artefici del proprio destino. A loro spetta decidere il proprio futuro, senza ingerenze esterne o guerre umanitarie.

Il nemico è in casa nostra: sono i padroni e il governo italiano, i partiti borghesi di centrodestra e centrosinistra che spendono miliardi di euro in armamenti per aggredire altri popoli a scapito dei più elementari diritti per la popolazione, come il diritto al lavoro, allo studio, alla salute, alla casa, ad una vita decente.

Noi siamo a fianco degli operai, dei lavoratori e dei popoli di tutto il mondo che lottano contro le guerre imperialiste.


Contro le guerre dei padroni, solidarietà internazionale fra i lavoratori e i popoli sfruttati di tutto il mondo.

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